Una rete tra comuni per i profughi ucraini: Besozzo lavora al progetto di accoglienza diffusa
Si tratta di una collaborazione tra comuni per ottimizzare risorse ed energie, anche sul lungo periodo. Intanto, sono state attivate le prime procedure per l'accoglienza
È già sul tavolo di diversi amministratori locali il progetto di accoglienza diffusa per i profughi ucraini. Capofila dell’iniziativa è il comune di Besozzo, da tempo impegnato nel Sai (Sistema di accoglienza e integrazione) insieme al Comune di Comerio, che ora torna a mettere in campo la sua esperienza in materia, per cercare di ottimizzare risorse ed energie e dare una risposta rapida e concreta all’emergenza delle ultime settimane. Coinvolti, al momento, i comuni confinanti: Monvalle, Gemonio, Bardello con Bregano e Malgesso, Caravate, ma resta aperta anche ad altri la possibilità di aderire alla rete (foto di repertorio). La prima riunione tra amministratori locali si è tenuta venerdì, ed entro pochi giorni potrebbe essere approvato il progetto definitivo, punto per punto.
Intanto il sindaco di Besozzo Riccardo del Torchio spiega su quali necessità è nata questa idea: «Collaborare tra comuni significa ottimizzare servizi e risorse da tutti i punti di vista, dalle disponibilità abitative, alla distribuzione di beni di prima necessità, fino all’accoglienza sanitaria e all’integrazione scolastica per i più piccoli». E continua: «La sensazione è quella di doverci preparare ad accogliere un numero elevato di persone. Vogliamo evitare la creazione di grandi centri di emergenza. Lavorare sul campo in modo integrato permette alle amministrazioni di essere preparate e di collaborare nel migliore dei modi». La rete, oltre ai comuni, coinvolge anche associazioni e realtà del territorio di fondamentale aiuto in questa fase di emergenza. C’è poi il coordinamento con la Prefettura e Ats per gli aspetti legati all’identificazione e all’aspetto sanitario, mentre si cerca di capire quali sono i prossimi passi da compiere per una gestione sul lungo periodo. «Abbiamo davanti diverse ipotesi: si potrebbe attivare un Centro di accoglienza straordinario o allargare il Sai (Sistema di accoglienza e integrazione) che noi abbiamo già attivato nel nostro comune».
Intanto, si lavora per cercare di offrire una prima accoglienza il più possibile strutturata. L’amministrazione di Besozzo sta identificando le unità abitative di privati disponibili, (il modulo da compilare è online sul sito del Comune e al momento è arrivata la disponibilità di accoglienza in case per 60 persone circa), ha attivato l’Armadio solidale operativo da sabato 19 marzo (in via Mazzini, 24) dove portare beni di prima necessità (qui l’elenco di quello che serve), e ha messo online, come altri comuni il modulo da compilare per una prima accoglienza sul territorio per la profilassi antiCovid e la registrazione al settore anagrafe.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
mike su La neve in montagna continua a sciogliersi. Contro la siccità si aspetta la pioggia
Felice su La festa "techno" nei boschi di Lonate Ceppino causa proteste
Rolo su Pullman in sosta con i motori accesi, la segnalazione e la risposta di Autolinee Varesine
lenny54 su "C'è del dolo nelle modifiche al Superbonus"
Felice su Architetti, geometri, ingegneri e costruttori all'unisono: "Da Super Bonus a Super Malus"
Felice su Dentro la loggia del Battistero di San Giovanni a Varese restituita alla città
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.