Un “assaggio” di morte nel nuovo libro di Daniele Ossola

Una forte libertà di espressione con una scrittura dal ritmo serrato che terrà il lettore sempre all’erta in “A taste of death"

daniele ossola

Il professor Matthew Sean Doherty persuade i suoi allievi a riflettere sulla morte partendo dalla sofferenza subìta principalmente se giunta a causa di trauma violento.

Questa raccapricciante curiosità lo conduce a studiare un siero da iniettare con  elementi estratti dal defunto deceduto in condizioni tragiche e in laboratorio approfondisce come estrarre i tessuti da cadaveri per poi trapiantarli su persone vive.
Qual è lo scopo? Il fine è raccontare le emozioni provate durante l’esalazione dell’ultimo respiro. Il professor Doherty vuole a tutti i costi sapere quali sono i pensieri del morente prima dell’ultimo attimo di vita. La sua ossessione lo porta in diverse città europee a visitare numerosi musei delle torture e a trascorre intere nottate a guardare i documentari che parlano di torture di guerre, soffermandosi in particolare su punizioni e violenze corporali. Agli occhi della gente appare come una persona rispettata e importante, eppure il professore è una sorta di dottor Jekyll e Mr. Hyde a conferma della teoria freudiana per cui ognuno di noi all’interno di sé ha tre facce della propria personalità e che tutti abbiamo una parte oscura che ci segue e ci sta accanto: l’Ombra di cui parla lo psicanalista Carl Gustav Jung. Non solo Stevenson, ma molti altri scrittori hanno trattato il tema del rapporto con l’Ombra e la sua proiezione: dal “Ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde al “Narciso” e “Boccadoro” di Hermann Hesse. Ma quali ombre e spettri dimorano nell’anima del protagonista? Ad aumentare l’interesse sono sparse notazioni e divagazioni culturali e avvenimenti storici rilevanti che inducono a riflessioni interessanti e interrompono al momento giusto la continuità della lettura.

Originalità, audacia, libertà di espressione sono caratteristiche che riassumono in sintesi il libro dell’autore Daniele Ossola. Spicca in “A taste of death” (Elison Paperback) una forte libertà di espressione con una scrittura dal ritmo serrato che terrà il lettore sempre all’erta. L’autore scrive senza adattarsi alle regole che caratterizzano certe opere (quest’ultime incasellate in determinati schemi prestabiliti), perché la vita non conosce schemi. Ossola si stacca dalle regole mostrando un’opera singolare e bizzarra; un altro modo di scrivere un romanzo del tutto dinamico, creativo, guidato da forte immaginazione che sbalordirà il lettore fino all’ultima pagina.

TRAMA:
Questo romanzo ha avuto origine da un casuale contatto con un signore dall’aspetto giovanile, bello, distinto, sempre accompagnato da un cane. Entrati in confidenza, mi raccontò di essere francese, da ragazzino mandato al riformatorio dove subì violenze sessuali da parte di un istruttore il che lo portò a odiare l’essere umano e ad amare in modo ossessivo gli animali. Ho scritto il romanzo partendo da specifici riferimenti psicologici e neuro-chirurgici. Ho trasformato questo mio contatto in un professore che cerca persone super ricche disponibili a sperimentare, in attività, le forti sensazioni che possono scaturire da una morte violenta. Studia come estrarre tessuti da cadaveri legati a diverse tipologie di decessi traumatici trapiantandoli su persone vive.
L’obiettivo è certificare e verificare, in modo che si possano poi raccontare le sensazioni e le emozioni provate in occasione di queste morti simulate. Chi è rimasto ucciso a causa un trauma violento, non è mai riuscito a svelare gli ultimi secondi della sua sofferenza. Le storie “distopiche” sono sicuramente scomode se aiutano a riflettere perché ci spingono a uscire dalla nostra comfort zone.

BIOGRAFIA AUTORE:
Daniele Ossola, nato a Asola (MN), ha vissuto per molti anni a Milano, dove si è laureato in Economia e Commercio all’Università Cattolica. Le sue opere risentono di una sorta di tre “peccati originali”: – la Storia, perché la facoltà di Economia e Commercio con indirizzo storico- economico ha condizionato l’ambientazione di tutti i suoi romanzi, dalle sceneggiature teatrali e di molti racconti.
– Il metodo in quanto, iscritto all’Ordine dei Giornalisti di Milano, è stato direttore del periodico “ Il Gabbiano” e ha fatto delle 5W  la base metodologica dei suoi scritti, unitamente alla curiosità nel cercare sempre nuovi orizzonti.
– L’ironia e la fantasia che derivano dalle frequentazioni giovanili del Derby di Milano e poi di Zelig indirizzandole verso la grande passione per il teatro amatoriale con la fondazione e la direzione, metà anni’80 de “La Cumpagnia del fil da fer” per la quale ha scritto le sceneggiature e curato la regia.
Ha coordinato laboratori teatrali di direzione e postura, ed è stato docente di Scrittura Creativa presso l’UNITRE (Università delle Tre Età) di Sesto Calende (VA). Sovrintende laboratori di lettura teatrale, scrittura creativa e dizione presso le  classi quarte e quinte nelle Scuole Primarie di Angera e Ranco (VA).

di
Pubblicato il 15 Marzo 2022
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.