Basso e Contador, lezione di sport e innovazione alla Elmec di Brunello

Accompagnati da Alessandro Ballerio, i due campioni di ciclismo e manager della Eolo-Kometa hanno parlato a lungo della loro esperienza, ospiti della grande azienda varesina

Una fondazione nata per sensibilizzare la popolazione sull’ictus, due corridori di altissimo profilo che hanno imparato a rispettarsi e conoscersi dopo aver gareggiato insieme. Un’azienda leader nel campo della tecnologia e un’altra – imparentata con la prima – capace di arrivare alla gente là dove gli altri non arrivano. Le belle storie si costruiscono così: mettendo insieme esperienze importanti, talvolta affini, in grado di dare vita a qualcosa di superiore alla somma delle singole componenti.

La nascita e la crescita della Eolo-Kometa, team ciclistico fortemente radicato in provincia di Varese, hanno seguito questo percorso: Ivan Basso e Alberto Contador lo hanno raccontato nella sede di un altro protagonista della vicenda, la Elmec Informatica di Brunello, in un pomeriggio dedicato soprattutto al ciclismo e alla innovazione tecnologica. Eolo Kometa Elmec

I due ex campioni, oggi entrambi manager della Eolo (insieme a Fran, il fratello di Contador) sono stati affiancati da Alessandro Ballerio nel rinnovato ristorante aziendale di Elmec, e hanno parlato dell’importanza dell’innovazione anche all’interno di una disciplina antica come quella delle due ruote. «Se sei arrivato al top e ti fermi, stai pur certo che verrai presto superato. Mai smettere di migliorare» avvisa Contador, madrileno di Pinto, classe 1982, due Tour, due Giri e tre Vuelta in bacheca. «Anche nel mondo del ciclismo, l’innovazione è all’ordine del giorno: ho smesso da pochi anni, eppure molte cose sono diverse. Pensate per esempio alla preparazione fisica, alla conoscenza di come il corpo reagisce allo sforzo. Pensate alle ruote: una volta servivano strettissime, oggi sono larghe il doppio e funzionano meglio. Non commettiamo l’errore di pensare che la tecnologia sia solo il computer: fa parte di tutto il mondo intorno a noi. E la pandemia ha ulteriormente mostrato questa situazione».

Basso, classe ’77 da Cassano Magnago, ha ripercorso i mesi che hanno portato alla nascita della Eolo-Kometa come la conosciamo oggi. «Tutti possono fare le cose semplici, noi abbiamo scelto di intraprendere una strada più dura. Del resto, vincere un Giro d’Italia non è facile, però ci si può riuscire. La tecnologia ci ha aiutato molto e ci ha permesso di fare cose inimmaginabili fino a pochi anni prima». L’ex maglia rosa, imbeccato dal presidente di Elmec, Rinaldo Ballerio, ha anche ricordato come l’idea di coinvolgere l’azienda di Luca Spada sia nata pensando a quanto fatto anni fa dalla “sua” Liquigas, un’azienda capace di portare le bombole di gas anche nelle località più difficili da raggiungere, magari quelle dove transitano le grandi tappe del Giro. «Lo slogan era lo stesso di Eolo – ricorda Ballerio – l’una portava il gas, l’altra la connessione internet. Ci si accesa una lampadina e coinvolgemmo Spada».

Di legami tra il lavoro di una squadra sportiva e di quello interno all’azienda ha parlato Alessandro Ballerio: «Elmec da sempre punta su ricerca e sviluppo, vara nuove soluzioni per i clienti per migliorare i processi e la qualità dei prodotti. Anche in questo sport l’innovazione è davvero sconvolgente, a partire dalle biciclette che sono capolavori tecnologici. Questo accomuna un’impresa come la nostra a un’impresa sportiva come la Eolo-Kometa».

Eolo Kometa Elmec

Nel corso del pomeriggio si è parlato anche di valori: «La nostra squadra ha conquistato il pubblico non solo per i risultati, ma anche perché ogni giorno ci comportiamo nel modo giusto. La nostra politica è quella di avere un dialogo con i tifosi, di salutare tutti i bambini che ci aspettano al pullman. E non deroghiamo». Gli stessi Giovanni Lonardi e Mirco Maestri, i due corridori presenti, hanno confermato quanto gli stessi atleti tengano a determinati momenti.

«I valori che si coltivano in azienda non sono solo una cosa “carina” di cui parlare – gli fa eco Ballerio – ma sono qualcosa di tangibile, che si riflette nei successi delle aziende. Non ci crediamo molto: abbiamo un manifesto della responsabilità sociale nel quale ci sono i valori che ci guidano. I dirigenti devono dare il buon esempio ma seguire con convinzione questa strada porta al successo. Le grandi imprese sportive e non, funzionano quando si lavora in team, una parola di cui tutti abusano ma che quando si riflette nella realtà ha una potenza pazzesca».

Eolo Kometa Elmec

Tra gli argomenti toccati anche l’esperienza imprenditoriale di Contador e Basso, quella di costruttori di biciclette con il marchio Aurum con cui gareggia la Eolo-Kometa. «Se tu pensi ogni giorno a come migliorare la bici per vincere le gare, questa sfida ti mantiene vivo. Così abbiamo pensato a questo progetto, forti della nostra lunghissima esperienza tra i professionisti. Abbiamo questa idea da quando correvamo insieme e grazie a grandi specialisti di ingegneria e design abbiamo creato la nostra bicicletta. Quella che noi riteniamo sia il meglio».

Infine uno sguardo al territorio: «A dicembre abbiamo dato vita alla Eolo CdF Climb, il percorso in salita che porta al Campo dei Fiori. Una iniziativa molto bella perché rimane per tutti e aiuta a conoscere meglio un luogo meraviglioso della città. La nostra squadra ha due case, a Pinto (nei pressi di Madrid ndr) e a Varese che si fondono; oggi la matrice principale è varesina grazie ad aziende come Eolo, Elmec e Chiaravalli che ci permettono di restare a questo livello. Quest’anno il budget è cresciuto del 30% ma va ricordato che una Professional costa in media 4,5-5 milioni, una World Tour 18-20. Stiamo crescendo ma lo possiamo fare solo in modo graduale».

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 01 Aprile 2022
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