La FLC Cgil scrive alle famiglie della Scuola europea: “ Il sistema di reclutamento ha un impatto drammatico sulla vita dei docenti”

L'assemblea sindacale della scorsa settimana ha sollevato qualche polemica tra i genitori degli alunni. In una lettera, il sindacato elenca i motivi della contrapposizione

scuola europea varese

La riunione sindacale, la prima indetta in orario scolastico alla Scuola europea, ha sollevato qualche polemica. I commenti si sono divisi tra i sostenitori della lotta dei docenti e chi ha apertamente criticato la scelta dell’orario scolastico.

La riunione sindacale, indetta dalle 14.30 di giovedì scorso,  aveva portato alla decisione di mettere in DaD tutti gli studenti, annullando del tutto le attività in presenza.  Davanti alle critiche di parte dei genitori, la FLC Cgil, che sta sostenendo le posizioni di alcuni docenti “locali”, ha deciso di scrivere una lettera a tutti i genitori

«Abbiamo ritenuto opportuno scrivervi a seguito dell’assemblea convocata in data giovedì 28 marzo 2022 dalle 14:15 alle 16:15. È nostra intenzione condividere con voi le ragioni della vertenza in corso che crediamo essere di vostro interesse.

Il pregiudizio alla stabilità lavorativa dei docenti reclutati localmente infatti si riflette direttamente sulla continuità didattica, e, di conseguenza, sulla qualità dell’insegnamento che i vostri figli ricevono.

Si tratta di una vertenza che vede in agitazione il personale di tutte le Scuole Europee e immaginiamo conosciate – perché vi riguarda direttamente come genitori degli alunni – le motivazioni che l’hanno generata.

Il disastroso metodo di reclutamento del personale, che mette in competizione per lo stesso posto di lavoro docenti reclutati localmente e docenti distaccati da altri paesi, non è figlio di alcuna logica organizzativa razionale. Questa incapacità di mettere a regime un sistema di reclutamento efficiente ha un impatto drammatico sulla vita dei docenti e, di conseguenza, sulla qualità del progetto educativo complessivo offerto dalle Scuole Europee.

È anche nell’interesse degli alunni, quindi, che stiamo portando avanti, in coordinamento con i sindacati degli altri paesi, questo conflitto – del quale sinceramente faremmo tutti volentieri a meno – che terminerà solo quando qualcuno in Commissione si deciderà a dare una forma organizzata, strutturata ed efficiente alla pianta organica delle scuole europee e ai meccanismi di assunzione del personale.

Condividiamo con voi le scelte educative che sono alla base della vostra decisione di mandare i figli in una scuola la cui architettura educativa discende direttamente dal progetto europeo, valore e sentimento che noi sentiamo certamente con la stessa forza che conoscete voi. La nostra scuola, il nostro comune agire si fonda sui principi generali che ispirano il progetto europeo. Per quanto concerne l’assemblea, certamente tutti voi sapete che ogni lavoratore subordinato, in Italia, ha diritto ad un minimo di dieci ore all’anno di permesso retribuito per partecipare ad assemblee sindacali, da svolgersi in orario di lavoro.

Questo diritto, insieme al più ampio diritto all’attività sindacale, è sancito anche dagli accordi internazionali e dal diritto dell’Unione Europea. È prassi consolidata della FLC CGIL indire le assemblee sindacali nelle prime o nelle ultime ore della giornata lavorativa, così da generare il minor disturbo possibile alle lezioni, al massimo obbligando gli studenti ad un ingresso ritardato o ad un’uscita anticipata. La decisione di sacrificare tutta la giornata di lezione è per noi incomprensibile e immotivata e ci ha lasciato stupiti ma non è nostro compito entrare nel merito di tale scelta. Resta inteso che c’è, da parte nostra, la piena disponibilità ad un confronto con le famiglie, che riteniamo nostre alleate perché con esse condividiamo l’interesse per un miglioramento delle condizioni con cui nella scuola si studia e si lavora.

Non siamo però disponibili a cedere sull’esercizio dei nostri diritti in nome del quieto vivere. Proprio per evitare che il conflitto s’intensifichi crediamo che sarebbe utile che anche le famiglie pretendessero che la scuola dei propri figli si metta in condizioni di operare correttamente ed efficacemente: tutta la comunità scolastica dovrebbe ripudiare con la massima forza l’idea che i docenti siano considerati “materiale di consumo”, scartabili in qualsiasi momento e sacrificabili all’ottusità della burocrazia».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Aprile 2022
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