La pioggia non basta, il Lago Maggiore si alza di soli 3 centimetri
La pioggia non è bastata ad invertire la rotta, dopo oltre 100 giorni di siccità. Il Lago Maggiore è cresciuto di soli 3 centimetri e la neve sulle montagne rimane molto scarsa
La buona notizia è che la pioggia è finalmente tornata, la cattiva è che non è affatto bastata. Gli oltre 100 giorni senza precipitazioni hanno infatti messo a dura prova le scorte d’acqua in tutto il nord Italia e l’area del Verbano è una tra quelle maggiormente in sofferenza. Ma nonostante la pioggia è proprio guardando il livello del Lago Maggiore che si intuisce quanto la situazione sia ancora grave.
Il livello del bacino il 29 marzo, quando la perturbazione si è affacciata nella zona, segnava 4,8 centimetri sopra lo zero idrometrico. Lunedì 4 aprile -dopo il temporale, la grandine e i fulmini- il livello è cresciuto di poco più di 3 centimetri, arrivando dunque a quota +8. Una situazione molto al di sotto della norma, con il livello medio di questo periodo dovrebbe aggirarsi intorno ai 70 centimetri sullo zero.
Una leggera buona notizia però potrebbe essere legate alle temperature molto basse che hanno portato neve anche in cima al Campo dei Fiori e al Sacro Monte. Parte dell’acqua caduta dal cielo, infatti, è rimasta immagazzinata sotto forma di neve. Per capire però di quanta scorta in più si tratta bisognerà aspettare la fine della settimana, quando ARPA Lombardia diffonderà il bollettino settimanale delle riserve idriche che calcolerà le scorte di tutto il bacino, comprendendo anche il Piemonte e la Svizzera.
Certo è che non bisogna farsi illusioni che la neve abbia risolto il problema, anzi. Nell’ultimo bollettino disponibile -aggiornato al 27 marzo, quindi qualche giorno prima dell’arrivo delle nuvole- la situazione fotografata era davvero drammatica con un meno 67% rispetto alla media del periodo. E in questo inverno con il sole è stata proprio la neve la grande assente, con un -78% rispetto al normale e addirittura un -43% rispetto ai valori minimi registrati dal 2006 ad oggi.
Scorte d’acqua ai minimi che stanno mettendo una seria ipoteca sull’arrivo della stagione primaverile ed estiva e che rischia di dover decidere se sacrificare le richieste del settore agricolo e industriale oppure quelle della tutela naturale degli ecosistemi fluviali.
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