“Lo sciopero della cultura”, arte e musei nell’epoca della protesta
Nomos Edizioni pubblica il libro di Laura Raicovich e inaugura una nuova collana
«Per quanto ami i musei e abbia dedicato a loro la mia carriera, essi sono innegabilmente luoghi di egemonia culturale e specchio dei mali della società, dai crescenti divari di ricchezza, e altre eredità coloniali, all’esclusione di comunità storicamente emarginate. I musei e gli spazi culturali fanno parte di quel sistema che i movimenti di protesta vorrebbero smantellare. Sono convinta che decostruire e ricostruire ex-novo i musei non solo possa renderli migliori per un pubblico più ampio possibile, ma anche mappare modi per trasformare la società nel suo complesso». Nel libro “Lo sciopero della cultura”, libro che inaugura la collana muesologia di Nomos edizioni, Laura Raicovich, direttrice di museo e attivista di primo piano, racconta perché i musei sono al centro di un ciclone politico e come si potrebbe ripensarne la funzione.
LA CONTESTAZIONE INVESTE LE ISTITUZIONI CULTURALI
In un’epoca di contestazioni, le istituzioni culturali sono finite nel mirino delle critiche: i manifestanti si sono mobilitati contro alcune fonti di finanziamento e contro alcune nomine di membri dei consigli di amministrazione, per non parlare delle manifestazioni dirette contro specifiche mostre o opere d’arte. Le proteste hanno toccato istituzioni di tutto il mondo, dal Guggenheim di Abu Dhabi all’Akron Art Museum. Le aspettative di un impegno attivo per il cambiamento della società da parte dei musei sono cresciute.
In questo libro, diretto e accessibile, Raicovich prende in esame alcuni dei punti-chiave più critici per i musei e dipinge uno sfondo storico ai dibattiti contemporanei. Illustra la nascita dei musei d’arte come istituzioni coloniali, baluardi di una “ideologia della neutralità” che di fatto sostiene valori conservatori e capitalisti e suggerisce modi in cui i musei possono reinventarsi per meglio adempiere al loro compito pubblico.
UNA NUOVA COLLANA DEDICATA ALLA MUSEOLOGIA
Anna Chiara Cimoli, curatrice dell’edizione italiana, è L’ideatrice della nuova collana Museologia presente. «La collana si propone di immettere nel dibattito testi di attualità, di alta qualità scientifica e accessibili – spiega Cimoli – accettando la sfida di proporre volumi che possano articolare il pensiero museologico rivolgendosi tanto ai professionisti quanto alle persone in formazione e, più in generale, al pubblico interessato al ruolo della cultura: pubblico sempre più vasto, la cui consapevolezza critica questa collana si propone di alimentare, considerando i libri come liquidi di contrasto che ci permettono di cogliere quello che, a occhio nudo, non sapremmo vedere, capire, interpretare. Mi sembra di particolare buon auspicio che Museologia presente si apra con questo volume assertivo ma aperto, attuale ma dotato di profondità storica, animato da passione civile ma non dogmatico. Mi auguro che il dibattito che ne nascerà possa contribuire ad allargare il dialogo sulla cultura come agente sociale, sulla formazione allo sguardo attivo come componente fondamentale di cittadinanza, sulle infinite intersezioni fra le biografie e i racconti che ne possono nascere. E, certamente, sulle responsabilità affidate e le opportunità offerte a chi, a quei racconti, dà consistenza visiva e interpretativa dentro le sale dei musei, aiutandoci a stare nella società in modo più attrezzato e consapevole».
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