
Settantenne picchiato a Cuveglio con mazza da baseball: “Troppo attaccato alle figlie della ex”
L’uomo, con modi d’altri tempi, si era affezionato alle due giovani ragazze che la compagna aveva avuto da una precedente relazione. Si è fatto 30 giorni di ospedale

Papillon ed eleganza, modi gentili e personalità curata: un amore scoccato tardi e ricambiato per poco tempo, finito nel più triste dei modi: a colpi di mazza da baseball, con 30 giorni di ospedale. Una storia arrivata martedì dinanzi al giudice di Varese che dovrà decidere sull’accusa di lesioni gravi rivolta a una donna di 38 anni di origini polacche accusata di aver colpito un anziano, oggi 77enne.

L’aggressione sarebbe avvenuta tre anni fa a Cuveglio, al tavolino di un bar: la donna si sarebbe presentata all’appuntamento (al posto della figlia) armata di una mazza di baseball con la quale è accusata di aver aggredito l’ex marito, mandandolo al pronto soccorso con lesini guaribili in un mese.
Sì, nonostante la distanza anagrafica, e le due figlie della donna frutto di precedente relazione, si tratta tecnicamente di un bisticcio tra ex finito male. Tutto parte qualche anno prima, quando l’uomo conosce in un night l’avvenente donna dell’Est europeo. Ne nasce un’amicizia, poi una frequentazione e alla fine la decisione del pensionato di seguire l’amata in Polonia, e di sposarla. Matrimonio che dura poco: la donna torna in Italia e dopo poche settimane “scarica“ il marito, da cui nasce una lite giudiziaria nella quale le viene negata una richiesta di mantenimento. L’uomo però si è nel frattempo affezionato alle due figlie dell’ex moglie, e con le quali ha intessuto una relazione affettiva, paterna.
L’anziano cerca le ragazzine, vuole vederle e telefonare loro, ed è disposto anche ad andarle a trovare nel paese dove il suo amore perduto si era nel frattempo trasferita, in Valcuvia. Sta di fatto che questo comportamento piuttosto invasivo dell’uomo ha causato più di un malumore ed è sfociato nell’episodio contestato oggi davanti al giudice monocratico di Varese, che ha ascoltato la deposizione di un teste dell’accusa, un venditore ambulante il quale vedendo l’anziano colpito e dolorante gli ha prestato le prime cure.
Il 77enne, che risiede in un paese alle porte del capoluogo, oggi in aula con fare impeccabile, armato dell’inseparabile papillon, è difeso dall’avvocato Andrea Boni, che spiega: «Al mio cliente, che si è costituito parte civile, non viene assolutamente rimproverato il comportamento nei riguardi delle figlie dell’ex moglie, in particolare della maggiore. È un uomo di grande sensibilità e raffinatezza che ha voluto solo cercare vicinanza con persone alle quali voleva e vuole bene, come figlie». Prossima udienza a luglio.
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