Primo giorno del cammino Materano: da Bari a Bitetto, con l’ospitalità calda di don Massimo
Il primo giorno del diario di bordo di Cristian e Stefano che da Gallarate sono sulla via Peuceta del cammino Materano: 23 chilometri con una piccola deviazione al santuario di Santa Maria della Grotta, tra l'ospitalità calda di don Massimo e le immancabili orecchiette
«Raggiungiamo Bari di primo mattino dopo aver viaggiato di notte con un treno con vagoni letto: una soluzione forse un po’ fuori moda, ma sempre particolare», ci scrivono Stefano e Cristian, partiti venerdì 29 aprile da Gallarate e arrivati a Bari ieri in giornata per iniziare il loro cammino Materano sulla via Peuceta.
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«Bari è un crocevia di genti e di popoli, sospesa tra Oriente e Occidente: ha iniziato ad acquisire potere ed importanza nel periodo bizantino fino a diventare, in seguito alla traslazione delle reliquie di San Nicola, tappa di pellegrinaggi e punto di partenza delle crociate in Terra Santa. Continuò il suo sviluppo grazie al controverso Federico II di Svevia ed in seguito con le dominazioni francesi e spagnole, fino agli interventi di espansione urbanistica di epoca napoleonica e fascista».
«Dopo aver visitato la basilica del famosissimo San Nicola ed esserci fatti apporre il primo timbro sulle credenziali inizia ufficialmente il nostro cammino».
Tappa 1 della via Peuceta: Bari-Bitetto
La prima tappa li ha visti impegnati in 20 chilometri di percorso effettuati in quattro ore.
«Il primo tratto in uscita dal capoluogo pugliese è stato sul lunghissimo lungomare su cui si affacciano numerosissimi palazzi in tipico stile razionalista. Lasciato il mare alle nostre spalle percorriamo quello che, purtroppo, è il tratto meno affascinante del cammino: vie periferiche a grossa percorrenza e veramente tanta (troppa) spazzatura lungo i bordi delle strade 20 chilometri di percorso».
«Alla metà esatta della tappa effettuiamo una consigliatissima deviazione dal percorso per poter visitare il santuario di Santa Maria della Grotta»: una deviazione che ha allungato il percorso di 3.5 chilometri e di un’ora di tempo.
«Qui Padre Massimo ci ha fatto da guida mostrandoci l’antica chiesa rupestre riportata alla luce negli anni Settanta dai padri rogazionisti e la grotta dove visse da anacoreta San Corrado nel Dodicesimo secolo. Riposati ed appagati ci rimettiamo in cammino tra un’infinità di uliveti e campi fioriti. Ed eccoci infine a Bitetto piccola cittadina che con i suoi archi, vicoli e piazzette conserva ancora il suo cuore medievale; degna di nota la cattedrale di San Michele arcangelo, splendido esempio di architettura romanica pugliese. Un po’ di meritato riposo in attesa di rifocillarsi a cena con un menù del pellegrino in cui non possono assolutamente le celeberrime orecchiette».
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