Le USCA vengono sciolte: “Con i contagi in aumento aumenterà la pressione sui pronto soccorso”
Dal primo luglio non ci sarà più questo servizio a domicilio. Il medico di medicina generale Daniele Ponti spera in una soluzione alternativa per visitare i pazienti a domicilio altrimenti aumenterà la pressione sui PS
Sono poco meno di mille i nuovi contagi da SarsCoV2 registrati in provincia di Varese. Ieri superavano i 2000. La crescita molto rapida che si registra in Lombardia non risparmia il Varesotto che rimane tra i territori più colpiti dopo il Milanese, il Bresciano e la Brianza.
Fortunatamente, i ricoveri rimangono ancora limitati: i pazienti in terapia intensiva sono 24 e 909 quelli nelle altre unità di degenza. Tra questi ultimi ci sono sicuramente molti degenti ricoverati “con covid” e non “per covid” che scoprono il contagio quando vengono sottoposti al tampone nella fase di ricovero per altri motivi.
Che i casi siano in aumento lo conferma anche il medico di medicina generale Daniele Ponti: « Da inizio settimana sono cresciuti i casi tra i miei assistiti. Si tratta però soprattutto di pazienti giovani che hanno sintomi lievi come raffreddore, mal di testa, tosse o mal di gola. Però qualche ammalato più anziano c’è e, soprattutto, mi aspetti di vederli aumentare nei prossimi giorni perché i contagi sono in aumento».
Per curare la malattia sono disponibili in commercio anche gli antivirali ma sono poche le prescrizioni che si fanno: « Gli antivirali vengono prescritti quando lo prevede il piano terapeutico – spiega il dottor Ponti – sono farmaci che vanno prescritti in casi precisi. Parliamo di patologie gravi come l’insufficienza renale, una malattia oncologica, l’obesità o lo scompenso cardiaco, per fare alcuni esempi. Inoltre, hanno delle controindicazioni se si assumono determinati farmaci. Non è quindi una prescrizione semplice ma, quando ricorrono le condizioni, lo diamo»
A preoccupare il dottor Ponti è una novità che entrerà in vigore domani: « Ci è arrivata comunicazione che vengono tolte le USCA. Una decisione presa a livello nazionale. Da domani non ci saranno più questi medici che andavano nelle case di pazienti più gravi. Andavano a domicilio , facevano l’ecografia e così avevamo una fotografia precisa della situazione. Davvero una perdita che, temo, comporterà conseguenze sulla pressione nei pronto soccorso. Ci auguriamo che Regione Lombardia definisca al più presto una strategia per sopperire a questa carenza. Magari si potrebbe riattivare il centro territoriale che ha funzionato nel parco dell’Asl. Io mi auguro che, in vista di una ripresa della pandemia, non si impoverisca il territorio, altrimenti a rimetterci sarà soprattutto il pronto soccorso».
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