Una nuova scultura per il Parco di Taino, inaugurata la “Ruota di mola” di Giancarlo Sangregorio
L'opera di Giancarlo Sangregorio è stata posizionata (in comodato per 10 anni) all'entrata del Parco, che già conta il Monumento dei Punti Cardinali realizzato da Giò Pomodoro nel 1991
Il Parco Comunale di Taino si impreziosisce della “Ruota di mola“, una delle ultime opere realizzata dall’importante scultore Giancarlo Sangregorio poco prima di morire nel luglio del 2013 a Sesto Calende, dove si trova l’omonimo fondazione culturale.
Il metaforico “taglio del nastro” è avvenuto nella tarda mattina di domenica 12 giugno, data a ridosso del solstizio d’estate. Una scelta, quella voluta dall’amministrazione di Taino e della Fondazione, che rende omaggio all’altra importante opera presente nel parco sulle colline del Basso Verbano: il Monumento dei Punti Cardinali di Giò Pomodoro, installazione del 1991 prevalentemente in granito che indica – tramite un complesso calcolo astronomico – l’arrivo dell’estate quando il sole è allo zenit.
«”La Ruota di mola” testimonia l’ultima produzione dello scultore, realizzata dopo gli ottant’anni – spiega Francesca Marcellini, presidente della Fondazione San Gregorio, ringraziando l’architetto Federico Molina e la professoressa Tirelli per aver contribuito e collaborato al progetto -. Dodici anni fa Sangregorio è stato presente qui a Taino, al Centro dell’Olmo, con una mostra parallela al grande esposizioni “Scultori a Villa Recalcati” che voleva documentare il lavoro di grandi artisti, anche internazionali, che hanno lavorato nel territorio dei laghi mentre l’anno successivo ha voluto creare a Sesto Calende una fondazione che conservasse le sue creazioni e le sue collezioni. Collocare una sua opera significa quindi valorizzare uno scultore che si è messo in contatto e in dialogo con altri artisti, come sta facendo oggi Taino dando vita a un museo a cielo aperto con il suo “Parco delle Sculture”».
A ispirare Sangregorio per la sua “ruota” alcuni versi della poesia “Notizie dall’Amiata“ di Eugenio Montale: “Una ruota di mola, tronco, confini ultimi al mondo”. La scultura, infatti, riprende il tema delle “Rotazioni”, leitmotiv ricorrente nell’immaginario plastico dell’artista che guarda al tempo come a un processo circolare: una ruota, appunto, che torna sempre su stessa.
«Sangregorio ha lavorato su concetti archetipici, ctoni e su elementi naturali che grazie all’artista acquistano forma diversa da quella che è già in natura – sottolinea il direttore artistico della fondazione Angelo Crespi -. Nessuno ci vieta di guardare e ammirare un sasso, ma lì non si trova presenza dell’intelligenza umana, la stessa intelligenza che costruisce una parola che spesso usiamo, ovvero “paesaggio“: il paesaggio è una natura pensata. Al di là della struttura astratta, simbolica o archetipica, come nel caso di quella di Sangregorio – conclude Crespi – il primo ragionamento che va fatto è sempre quello di guardare l’opera: se essa trova posto in uno spazio come il parco, immerso nella natura e nel paesaggio, allora la scultura entra subito in relazione con il paesaggio. Una volta spiegata, una figura di questo tipo vive solo di ammirazione».
«Il Parco di Taino diventa sempre più un punto di interesse – commenta il sindaco Stefano Ghiringhelli -. Oggi è stata posizionata un’altra importante opera culturale, una scultura (in comodato per 10 anni, ndr) che dà prestigio a un luogo davvero rivolto a tutti, dai bambini che vogliono giocare nel verde a chi, con l’ultimazione del chiosco, potrà venire per un aperitivo con vista sul Lago Maggiore e sul Monte Rosa. A breve, inoltre, firmeremo il protocollo con il progetto di Camera di Commercio “Varese do you bike” per installare una postazione di ricarica per le e-bike con l’obiettivo di un turismo di qualità».
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