
Derivati a Busto Arsizio, il consigliere Cascio torna a parlare di esposto per danno erariale
Il consigliere di Progetto in Comune è tornato sul tema dell'aggravio di costi per le spese legali sostenute dall'amministrazione comunale nella causa contro Deutsche bank. Il sindaco: "Abbiamo la coscienza a posto"

Il consigliere comunale di Progetto in Comune Santo Cascio, riporta in commissione il tema della causa persa con Deutsche Bank per la questione dei derivati e il relativo aggravio sulle casse comunali. L’occasione è la discussione sulla ricognizione dello stato di attuazione del programma della giunta in commissione Bilancio che si è svolto ieri sera, lunedì.

«Perchè Busto Arsizio ha stuzzicato Deutsche bank fino al punto da farle aprire un contenzioso che ha un aggravio di costi esagerato per l’amministrazione? – si chiede Cascio – Sto studiando altri casi in Italia e nessuno ha agito come noi. Tutte le amministrazioni hanno cercato un accordo con le banche con le quali avevano stipulato i contratti sui derivati».
Cascio si riferisce alla scelta dell’amministrazione Antonelli di sospendere i pagamenti degli interessi negativi maturati a causa del contratto stipulato nel 2008 sostenendo, proprio come fece il suo collega del Pd Maggioni alcune settimane fa, che questa scelta abbia scatenato poi la decisione della banca tedesca di fare causa al Comune nel foro competente e cioè quello, costosissimo, della Gran Bretagna.
«Si dice che abbiamo sempre poche risorse per tanti problemi della città ma accettiamo di pagare 1,6 milioni di euro di spese legali. Sono sempre intenzionato a fare un esposto alla Corte dei Conti per danno erariale» – conclude Cascio.
La risposta del sindaco Emanuele Antonelli, seppur nei binari del dibattito democratico, rimane ferma: «Preferirei che lei facesse l’esposto per vedere in tribunale chi ha ragione. Non potete continuare a dire che siamo l’unico comune che ha sbagliato. Noi abbiamo fatto tutto giusto, abbiamo fatto quello che occorreva fare. La cassazione ci sta dando ragione e la Corte dei Conti sta andando a dire a tutti i comuni che non hanno fatto nulla, di agire. Purtroppo l’errore è stato fatto a monte quando si è sottoscritto un contratto con una banca che non ha la sede legale in Italia. Le assicuro che abbiamo la coscienza a posto, così come la ha l’ufficio legale. Purtroppo non riusciamo a farvelo capire».
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