Fi, Lega, M5s non votano la fiducia. Draghi verso le dimissioni
La fiducia al governo raggiunge 95 voti e Draghi va verso la conferma delle dimissioni. Si andrebbe a elezioni anticipate e la data potrebbe essere quella del 2 ottobre
Forza Italia, Lega e Movimento 5 Stelle non hanno partecipato al voto sulla risoluzione proposta da Pierferdinando Casini in appoggio al premier Mario Draghi, mentre Autonomie, Insieme per il futuro, Italia viva, Leu e Pd hanno votato a favore.
Passa quindi la fiducia con 95 sì e 38 no ma Draghi va verso la conferma delle dimissioni. Si andrebbe a elezioni anticipate e la data potrebbe essere quella del 2 ottobre.
Il presidente del Consiglio Mario Draghi andrà al Quirinale nella giornata di giovedì 21 luglio. Alle 9 sarà comunque alla Camera, aprirà la seduta e secondo le indiscrezioni annucerà le sue dimissioni. Poi dovrebbe salire al Colle per rimettere il mandato al Capo dello Stato.
Dure le reazioni del Pd, col segretario Letta ha detto che adesso parte la campagna elettorale: “L’Italia è diversa, è migliore di questo Parlamento”. Il ministro per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini annuncia di lasciare Forza Italia in disaccordo con le decisioni del suo partito.
«Abbiamo visto da parte del premier Draghi, non solo indicazioni generiche su alcune misure, ma anche un atteggiamento sprezzante, ci dispiace abbiamo ricevuto anche degli insulti» dice il leader M5S Giuseppe Conte. «Dopo un anno si è visto chi capisce le dinamiche della nostra democrazia. Questo Parlamento, a guida 5 stelle, finchè non lo cambi non risolve i problemi. Ci sono stati tre governi, tre maggioranze diverse: ce n’è uno che ha funzionato? No. La storia ci ha dato ragione» ha detto la leader di FdI Giorgia Meloni.
Draghi parla al Senato: “Siete pronti ad un nuovo patto di fiducia?”
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Ho tre reazioni.
La prima è che mi aspetto alle prossime elezioni di trovare la casella “Vladimir Vladimirovič Putin” sulla scheda elettorale visto il tradimento alla nazione dei partiti pro-Russia.
La seconda è che il centro-desta sarebbe disposto a tutto pur di lasciare spazio alla trazione populista di Matteo Salvini (il vero artefice di questo tragico voltaspalle) volta a contrastare l’ascesa di Giorgia Meloni.
La terza è che a Roma abbiamo 900 parassiti palesemente in conflitto con gli interessi del paese ed insensibili alla tutela sua economia. El Pais questa sera titola: “Il Parlamento italiano un animale selvaggio e autodistruttivo”.
Buon spread e buon default…ringraziando Mr. Papeete. Quando vorrei essere nella testa di Giorgietti in questo momento dopo aver ricevuto numerosi appelli degli industriali e di Confindustria volti a sostenere il governo Draghi.
Se a qualcuno è rimasto un minimo di coerenza e di onestà dovrebbe dimettersi e nascondersi dalla vergogna. Oggi rappresenta il fallimento e la pietra tombale della politica italiana….incapace di governare, perennemente litigiosa, incapace di pianificare a medio termine e sempre alla ricerca del consenso facile di pancia.
Siete la vergogna di questo paese.Avete sacrificato il cavallo di razza per far correre dei brocchi senza qualità. Ne risponderete al paese.