Imprenditore riempie di rifiuti un terreno a Busto Arsizio, il proprietario: “A rischio i risparmi di una vita per la bonifica”

La storia di Carlo, 85enne di Busto Arsizio, che si è visto riempire di rifiuti il terreno che aveva dato in affitto ad un imprenditore edile senza scrupoli

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Una vita di lavoro e sacrifici per comprarsi una casa e un paio di piccoli appezzamenti di terreno nella zona agricola di Borsano rischia di essere spazzata via per essersi fidato di un piccolo imprenditore che si occupa della preparazione dei terreni per i cantieri (movimento terra) al quale aveva dato in affitto uno di questi due piccoli spazi agricoli.

Sulla testa di Carlo, bustocco doc di 85 anni e una grande passione per piante e fiori, pende l’ordinanza del Comune di Busto Arsizio che chiede la bonifica di quel terreno, sequestrato dalla Polizia Locale nel 2021, e che da una prima stima avrà un costo che si aggira attorno ai 100 mila euro ma il costo reale si saprà con precisione solo dopo le operazioni di smaltimento. Il lavoro di cernita al sito, per separare i vari rifiuti, è impressionante (ci si trova di tutto dalla vasca da bagno al casco del parrucchiere asciugacapelli, perfino WC, lastre e guaine incatramate, eternit e asfalto, blocchi di cemento, di granito, senza parlare dei vari veicoli e mezzi meccanici in stato di abbandono).

Cumuli di macerie alti fino a 4 metri, denunciato imprenditore e area sequestrata a Busto Arsizio

 

A Borsano una piccola “Terra dei Fuochi”

Sembra una scena tratta dal film Gomorra di Matteo Garrone. Quel piccolo pezzo di terra, infatti, è stato riempito di rifiuti edili ancora da catalogare, nel giro di poche settimane, dall’uomo nel quale aveva riposto fiducia, un piccolo imprenditore di origini calabresi che  lo aveva preso in affitto come deposito di alcuni mezzi da lavoro.

Difeso dall’avvocato Sergio Bernocchi, Carlo ora è indagato dalla Procura della repubblica di Busto Arsizio con l’accusa infamante di aver creato – in accordo con l’uomo a cui aveva consegnato le chiavi di quel terreno – una collinetta di macerie varie alta 4 metri.

L’indagine della Procura

Il suo legale ora chiede alla Procura di mettere un punto a questa situazione: «Il mio cliente è una persona onesta, un gran lavoratore che ama stare nella sua terra a coltivare con amore piante e ortaggi. Per questo chiediamo che l’indagine venga chiusa con l’archiviazione della sua posizione o con un rinvio a giudizio che ci permetta di difenderci nel processo. Alla sua età sta soffrendo moltissimo per questa situazione che pesa come un macigno sul suo animo».

L’imprenditore in questione, infatti, non aveva mai comunicato a Carlo le sue reali intenzioni e il contratto di affitto stipulato a suo tempo era chiarissimo, quel luogo doveva servire solo ed unicamente come ricovero dei mezzi dell’affittuario: «Il terreno è recintato e per lui non era possibile verificare cosa stesse combinando questo soggetto. La sua fiducia in questa persona era tale che gli aveva consegnato le chiavi ma questa sua disponibilità è stata usata nel peggiore dei modi dall’imprenditore in questione».

La battaglia dei figli di Carlo

Accanto a Carlo ci sono i due figli che si stanno battendo perchè la verità venga fuori: «Vediamo nostro padre soffrire e non vogliamo che gli anni che gli restano da vivere vengano macchiati dall’accusa di aver inquinato la terra per la quale ha fatto sacrifici enormi» – raccontano.

Basta andare a vedere l’altro terreno, quello che ancora oggi cura maniacalmente tutti i giorni, anche in questa stagione così calda e dura da sopportare per un uomo della sua età: «Tutto è pulito, non c’è un ramo fuori posto tra filari di viti, un piccolo orto, piante di noci e una zona dedicata alle camelie che sono il suo fiore preferito» – ci racconta Roberto.

L’imprenditore pronto a imbrattare altri terreni

Dell’imprenditore, invece, nessuna traccia: «Ha prodotto una memoria scritta nella quale si prende tutta la responsabilità dell’accaduto ma nello stesso tempo risulta nullatenente o quasi. Dopo la scoperta di questa discarica – prosegue Roberto – abbiamo scoperto che aveva attuato lo stesso “giochino” anche con altri proprietari nel Legnanese, facendo danni per centinaia di migliaia di euro per poi sparire e ripeterlo dove non è conosciuto». Nel terreno di Busto aveva anche abbandonato due cani che solo l’insistenza del figlio Roberto ha permesso di salvare, chiamando in causa la Protezione Animali.

Oggi il terreno è ancora nello stesso stato di quando è stato sequestrato e l’amministrazione preme perchè venga risanato. Per questo ora i figli di Carlo, insieme al loro legale, cercano di spingere perchè si arrivi ad un dunque con le indagini: «Fateci uscire da questo incubo».

 

 

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 12 Luglio 2022
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