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Come si ferma il gasolio di contrabbando in un grande terminal? Lo spiegano le Fiamme Gialle di Busto
Molto spesso si tratta di aziende che non hanno una storia di trasporti di questo tipo alle spalle. Il gasolio è "tagliato" con lubrificanti, la benzina contiene spesso cloridrati e i danni alle auto sono assicurati
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Il sequestro di 8 cisterne contenenti gasolio di contrabbando, eseguita dalla Guardia di Finanza di Busto Arsizio al terminal intermodale di Hupac non è il primo degli ultimi 12 mesi. Già a Natale le prime avvisaglie con due sequestri più contenuti nelle quantità di gasolio e anche di benzina che conteneva cloridrati.
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E proprio quei due sequestri hanno fatto rizzare le antenne ai militari bustocchi in quanto il business dei prodotti petroliferi è uno dei settori in espansione tra le organizzazioni criminali, anche e sempre più spesso destinato a pompe di benzina del nord Italia.
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Come fanno i finanzieri a controllare questo tipo di business all’interno di un’area intermodale che muove centinaia di container al giorno? Ce lo spiega il maggiore Daniele Marra, a capo del Gruppo di Busto Arsizio: «Ci sono schemi che si ripetono come quello di far passare prodotti petroliferi per autotrazione, e quindi soggetti ad una particolare tassazione, come prodotti di altro genere. Per i controlli ci basiamo su uno storico delle aziende di trasporto. Se non hanno mai fatto questo tipo di trasporti alziamo le antenne. Spesso si tratta di aziende di facciata, create ad hoc per contrabbandare questi prodotti. Questo è certamente un alert di rischio».
Controllare tutto il traffico sarebbe impossibile e sarebbe deleterio per le aziende sane: «Vogliamo creare meno disagio possibile alle aziende serie e certificate. Quindi ci concentriamo su tutti quegli elementi che fanno sorgere dei dubbi, non da ultimo la provenienza geografica di alcuni soggetti. Per fare questo abbiamo una persona in dogana che aiuta l’Agenzia delle Dogane ad effettuare una serie di controlli ma spesso si tratta però di aziende italiane o con sede in paesi europei».
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Tra i settori a maggior rischio di illeciti in questo momento ci sono i carburanti, anche per l’aumento dei prezzi registrati negli ultimi mesi. Chi gestisce questo traffico? «La benzina, in questo momento, è un core business in cui si sono specializzati i gruppi criminali campani. Ora si guadagna molto di più sull’evasione dell’iva perchè le accise sono state dimezzate. Non sono cambiati, comunque, i margini di guadagno».
Un fenomeno sempre più diffuso anche nel nord Italia? «Il traffico illecito di carburante è sostanzioso. L’operazione di oggi è la più importante che abbiamo fatto in un unico sequestro ma i flussi di carburante sul mercato sono considerevoli e sempre più indirizzati verso pompe di benzina bianche del nord Italia».
Che benzina finisce nelle pompe e quali sono i rischi per i cittadini? «La qualità di questo tipo di prodotti non è mai eccellente. Il gasolio viene “tagliato” con tipologie di lubrificanti che non vanno bene per le auto: lo chiamano “design fuel”, viene utilizzato per camion e trattori ed è più inquinante. Si abbassano costi di produzione ma la conseguenza sono i danni ai motori delle auto che possono verificarsi anche a distanza di tempo. In uno dei due sequestri eseguiti a Natale del 2021 abbiamo notato che una di queste cisterne era stata lavata con del cloro rendendo il prodotto dannoso per le auto. Il danno, oltre che alle casse dello Stato, è anche al consumatore finale».
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