Un istituto post-diploma per Gallarate: l’Its Incom nel futuro di Palazzo Minoletti
Il progetto prevede di trasferire nell'edificio del 1941 in piazza Garibaldi la sede dell'istituto superiore attivo dal 2016. Un investimento da 6,5 milioni di euro, di cui 2 verrebbero dalla Regione, a favore del tessuto produttivo e con capacità di generare indotto
C’è una scuola nel futuro di Palazzo Minoletti, lo storico edificio razionalista di gallarate: l’Its Incom ha infatti presentato insieme al Comune un progetto per il recupero con fondi anche regionali. Un istituto che non è una scuola superiore ma una realtà di formazione post diploma, aperta al territorio e al suo tessuto economico e produttivo: e anche l’edificio della nuova sede viene pensato come uno spazio aperto e in osmosi con la città, come del resto nella storia del palazzo affacciato sulla piazza.
«Gli Its creano formazione dove c’è bisogno, per il tempo in cui c’è bisogno: sono una risposta flessibile ai bisogni di un territorio» sintetizza Benedetto Di Rienzo, presidente della Fondazione Its Incom, nato nel 2016. «La maggior parte degli insegnamenti vengono fatti non tanto da docenti ma direttamente dalle aziende». Il collegamento con il tessuto produttivo è costitutivo di questi istituti tecnici superiori post-diploma, le cui Fondazioni non a caso hanno come soci aziende e associazioni di categoria.
«Il nostro territorio ha una necessità spaventosa di personale con competenze aggiornate, a cui non si riesce a dare risposta: gli Its sono una risposta. In cinque anni siamo passati da 25 a 300 studenti, da uno a tredici corsi».
Fino ad oggi Its ha usato spazi nelle aziende e al centro Malpensafiere a Busto Arsizio, ora il progetto prevede di portare la sede principale a Gallarate, appunto nella storica Casa del Fascio edificata nel 1941 e – dal dopoguerra – divenuta nota con il nome del progettista, l’architetto Giulio Minoletti, uno dei maggiori esponenti del modernismo postbellico in Italia.
E la sfida – «complessa ed entusiasmante» – è proprio ripensare l’edificio con questa nuova destinazione, spiega l’architetto in conferenza stampa l’architetto Matteo Scaltritti, del gruppo progettuale con il professor Paolo Gasparoli e gli architetti Fabiana Pianezze e Lorena Bauce.
«È una occasione molto preziosa, per Its ma anche per la città» continua Scaltritti, «garantirebbe anche una continuità di funzione pubblica». Di certo, rispetto a ipotesi commerciali più volte evocate in passato per Palazzo Minoletti, l’inserimento di una scuola costituisce un passo in avanti nella valorizzazione come edificio di rilevanza collettiva. Anche perché fin dalla prima ipotesi progettuale viene pensato un rapporto osmotico con la città: «Pensiamo a spazi di fruizione pubblica: una caffeteria, uno spazio lettura, una vetrina per le aziende» sintetizza Scaltritti.
Questa vocazione è anche costitutiva della vocazione dell’Its: «Una realtà come la nostra non ha bisogno solo di aule, dal punto di vista fisica servono spazi per una formazione che non è rigida, che è luogo d’incontro» spiega Benedetto Di Rienzo, affiancato dalla direttrice Rosaria Ramponi. «Palazzo Minoletti ci è sembrato ideale per una formazione innovativa, in cui si è partecipi del percorso formativo. Un luogo aperto, visibile alla cittadinanza: un luogo attraverso a cui si passa, si sta bene, un centro civico».
L’ipotesi progettuale prevede anche di creare nuovi volumi sulla terrazza affacciata verso la chiesa di San Pietro, a uso caffeteria.
Comporre queste funzioni in un edificio storico non è operazione facile, si diceva. Ma la prima ipotesi progettuale ha ottenuto un primo riconoscimento: «C’è già stato un passaggio in Soprintendenza che ha espresso un primo parere favorevole sul riuso dell’edificio» spiega l’architetto Scaltritti, che insieme a Paolo Gasparoli aveva anche curato in passato un volume dedicato alla Casa del Fascio e alla sua lunga storia dal 1941 in avanti (sede del PNF, poi dal 1945 di una cooperativa di ex partigiani, quindi delle poste cittadine ed uffici pubblici fino a metà anni Novanta).
Il progetto nasce da un bando regionale che concede finanziamenti fino a 2 milioni di euro per progetti di partnership pubblico-privato. «L’ipotesi prevede un costo di 6,5 milioni e mezzo. Il bando porterebbe 2 milioni da Regione, uno lo mette Its INCOM, a questo punto a carico del Comune resta una quota di 3,5 milioni» spiega il sindaco Andrea Cassani.
L’investimento è certamente consistente, ma Palazzo Borghi sottolinea il valore per lo sviluppo dell’intero territorio («Gallarate un indice di vecchiaia più basso delle altre città della provincia e secondo uno studio Ambrosetti è l’unico centro in crescita) e anche di indotto diretto sul centro storico, la presenza di una scuola dinamica, con molti studenti che “ruotano” sulla sede centrale e che possono sostenere l’offerta commerciale del centro.
Già in passato si era iniziato a discutere dell’ipotesi di una scuola ed erano state sollevate obiezioni sull’impatto dal punto di vista viabilistico. Un tema toccato anche dall’architetto Scaltritti. «Stiamo parlando di studenti parigrado di studenti universitari. Persone che si muovono autonomamente, usano il trasporto pubblico o la cosiddetta mobilità sostenibile». Insomma: non ci sarebbe da immaginarsi file di mamme in auto come davanti a una scuola superiore, ma un’utenza più autonoma.
L’indotto per la città viene sottolineato anche dagli assessori Rocco Longobardi e Francesca Caruso che insieme (l’uno per il commercio, l’altra per l’attrattività territoriale) hanno curato il percorso del bando regionale Arest. «Vedere illuminato palazzo Minoletti è una vittoria per l’amministrazione ma per tutta la città».
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