Chiude “il Furigo”, storico panificio di Cuvio
Il negozio di alimentari si trova nel pieno centro storico del paesino dove vennero girate anche alcune scene di "Venga a prendere il caffè da noi", con Ugo Tognazzi
Le focacce fino a tardi e il pane doppio del venerdì, quell’aria da strapaese fatta dell’insegna di una volta che si intravedeva nel mitico “Venga a prendere il caffè da noi” alla fine della passeggiata del Paronzini (uno strepitoso Ugo Tognazzi presentato all’eternità dalla mano di Alberto Lattuada) lungo le mura di villa Tettamanzi per far la misura all’eredità delle tre zitelle. Un pezzo di storia di Cuvio ha chiuso i battenti dal primo di agosto: è “Il Furigo”, la panetteria del centro storico del paese.
Furigo, un nome di una famiglia conosciuto a Cuvio, e che merita un approfondimento offerto da Giorgio Roncari, storico locale di Cuvio e della Valcuvia:
FREGÜJ DE CÜVI – I FURIGOLa chiusura dell’ultimo negozio di alimentari a Cuvio, quello del Furigo con forno per il pane, giunto alla terza generazione, mi ha spinto a scrivere uno dei miei fregüj dedicato a questa bottega storica e ai Furigo, ricordando soprattutto Mario, colui che tanti anni fa ne iniziò l’attività.I Furigo pare derivino il cognome da una deformazione di ‘Furioso’, (scritto con la esse lunga come fosse una g) nome appioppato forse a qualche soldato dei tempi dei promessi sposi particolarmente energico, il loro paese d’origine in Valcuvia è Cavona e qui era nato, nel 1908, Mario, il nome con il quale era conosciuto da tutti anche se in realtà all’anagrafe risultava Carlo, come il nonno; Mario fu chiamato in famiglia per ricordare un fratello morto in fasce. Tanto per non far torti, due dei suoi nipoti lo rinnoveranno nei nomi, uno Mario e l’altro Carlo.Era ancora piccolo quando il padre, dopo la guerra, partì per il Sudamerica in cerca di fortuna come molti altri, lasciando a casa moglie e figli. Gli riuscì di accumulare un certo gruzzolo, tornò a Cavona con l’intento di portare con lui la famiglia ma la moglie, come del resto in generale sceglievano di fare le donne, non volle partire. Allora comprò loro una casa e ritorno alla sua redditizia attività.Dopo alcuni anni, intorno ai primissimi anni Trenta, accordatosi col figlio Mario, gli spedì i soldi affinché lo raggiungesse in America. Questi fece le carte necessarie, prenotò il piroscafo, salutò la famiglia e partì per Genova dove doveva imbarcarsi. Qui ebbe una brutta sorpresa: Mussolini, non si sa per quale ritorsione internazionale, aveva requisito alcune navi tra cui la sua e dovette rinunciare a partire. Lo fece sapere al padre il quale non gli credette, per lui non c’era la volontà di raggiungerlo cosicché interruppe ogni contatto e di lui non si seppe più nulla.Andata male l’America, Mario si sposò con Luigia Martinelli di Maccagno e se ne partirono a cercare un impegno a Trieste dove cominciò a lavorare in un bar. A Trieste, nel ‘34 nacque la figlia Rosanna. Soffriva però di polmoni deboli e l’aria di mare, umida e ventosa, non era adatta, così ritornò ai suoi paesi. Trovò casa a Maccagno e lavoro come prestinaio e pasticciere a Luino. Nel ‘42 nacque Felice e tre anni dopo, Bruno quello che sarà sindaco di Cuvio per oltre vent’anni.Nel ’47 a Cuvio venne libero il negozio di alimentari con forno per il pane che era stato a lungo dei Mascioni con la Teresa e la Carolina Passera e far andare avanti il negozio. Per due milioni comprò il prestino e la casa trovando l’aiuto di un fratello il quale gli prestò parte dei soldi. Allora di prestinai a Cuvio ce n’erano altri tre, il De Ambroggi in Piazzetta, il Carletto Battistelli, detto Scendrin, sopra i giardinetti e il Campagnan a Vico, a questi si deve aggiungere come negozio alimentare la Cooperativa Latteria.A Cuvio si integrò bene, riuscì nell’attività, con Felice che appena si fece grandicello cominciò a dargli una mano nel prestino mentre Luigia teneva il negozio aiutata da Rosanna la quale, negli anni settanta, per qualche tempo, col marito Alberto Zanzi, aprirà un suo negozio alimentare in via XXV Aprile sulla discesa della piazza verso l’asilo.Mario aveva una grossa passione, le bocce del quale era un abilissimo giocatore e così, assieme al Giulio Rossignoli, altro appassionato, fondarono la Bocciofila che ancora oggi resiste. Sfortunatamente non ebbe vita lunga, morì a 57 anni nel ‘65 e fu Felice, giovanissimo, a continuare da solo il mestiere di prestinaio, un’attività portata avanti fino ad oggi aiutato in negozio dalla Moglie Marilli e poi anche dalla figlia Michela.È stato poi Carlo il maggiore dei figli a proseguire l’attività di prestinaio quando Felice diradò l’impegno alternandolo al lavoro di boscaiolo dove a seguirlo è stato l’altro figlio Giuseppe, grande appassionato di montagna il quale ha scalato, uno dei pochi al mondo, tutte le vette superiori ai 4000 m delle Alpi.Intanto la modernità, i supermercati, i centri commerciali, gli iper, in una guerra da far west, facevano macelli, falcidiando a centinaia i piccoli negozi dei paesi, quelli che avevano un’anima, costringendoli a chiudere e a uno a uno serrarono anche quelli di Cuvio. Il Furigo ha tenuto duro caparbiamente fino ad ora e si deve fare tanto di cappello ma alla fine ha dovuto cedere anch’egli.È stato un negozio storico che in così tanti anni può annoverare mille aneddoti e curiosità, tra queste ci piace ricordare gli attori e la troupe del film ‘Venga a prendere il caffè da noi’ quando stavano girando le scene in paese, che entravano per farsi fare un panino o prendere delle paste con qualche bottiglia di vino.Con la chiusura dell’ultima bottega alimentare, a Cuvio è definitivamente finita un’epoca e le vetrine sull’angolo tra Piazza Roma e Via Piave, ora hanno le saracinesche malinconicamente abbassate. Se però ci passate, soprattutto di notte o di primissima mattina, potrete ancora sentire il profumo del pane fresco, appena sfornato perché Carlo caparbiamente ha deciso di continuare a impastare farina, lievito e malto. Ne sarà senza dubbio compiaciuto il nonno Carlo Mario.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
mike su La neve in montagna continua a sciogliersi. Contro la siccità si aspetta la pioggia
Felice su La festa "techno" nei boschi di Lonate Ceppino causa proteste
Rolo su Pullman in sosta con i motori accesi, la segnalazione e la risposta di Autolinee Varesine
lenny54 su "C'è del dolo nelle modifiche al Superbonus"
Felice su Architetti, geometri, ingegneri e costruttori all'unisono: "Da Super Bonus a Super Malus"
Felice su Dentro la loggia del Battistero di San Giovanni a Varese restituita alla città










Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.