Medici ospedalieri in agitazione. Anaao: “Subito soluzioni o si rischia un’emorragia dai contorni drammatici”

Il sindacato parla di fuga dalle strutture pubbliche e chiede alla politica un impegno nuovo e serio per arginare la privatizzazione e la regionalizzazione estrema del sistema sanitario

coronavirus medici

Il principale sindacato dei medici degli ospedali pubblici, ANAAO Assomed, annuncia una stagione di mobilitazione in difesa sistema sanitario pubblico e nazionale e per il miglioramento delle condizioni di lavoro di medici e dirigenti sanitari. 

Il tema dell’abbandono del posto pubblico è da tempo sotto i riflettori del sindacato. La pandemia ha solo acutizzato un malessere generale che, in alcune realtà, assume i contorni di una crisi da gestire. 

FAR CADERE IL GOVERNO, UN ATTO DI IRRESPONSABILITA’ POLITICA E SOCIALE

«Far cadere il governo – afferma Pierino Di Silverio Segretario Nazionale Anaao Assomed – in un momento di grandi rischi per lo stato di salute della popolazione, che conta centinaia di morti al giorno, non tutte dovute alla pandemia, e di difficoltà senza precedenti del sistema sanitario, anche a causa di una diffusa e crescente carenza di personale, è stato un atto di irresponsabilità civica e sociale. Quando era ancora in discussione la destinazione dei fondi Covid e solo in bozza una riforma del sistema sanitario territoriale e si attendeva una legge di bilancio che destinasse risorse reali al mondo della sanità, sono stati fatti prevalere interessi personali e di parte. Andremo dunque al voto, ma una cosa è certa: non pensino di passarla liscia»

La richiesta al futuro esecutivo è quella di proseguire seriamente sulla costruzione di un nuovo modello di sanità altrimenti  c’è il concreto timore di una vera emorragia dai contorni drammatici.

IN TRE ANNI IL SSN HA PERSO 21.000 SPECIALISTI

«Negli ultimi 3 anni il Servizio sanitario nazionale ha perso quasi 21mila medici specialisti. Dal 2019 al 2021 (dati Onaosi) hanno abbandonato l’ospedale 8.000 camici bianchi per dimissioni volontarie e 12.645 per pensionamenti, decessi e limitazioni varie. 7 medici e dirigenti sanitari ogni giorno rassegnano le proprie dimissioni da un sistema sanitario già precario che crolla sotto i colpi mortali prima del Covid e poi della irresponsabilità del legislatore. Se il trend dei licenziamenti volontari fosse confermato anche nel triennio successivo, dal 2022-2024 si licenzierebbero altri 9000 medici arrivando a una perdita complessiva di 40.000 specialisti non sostituibili nell’immediato, lasciando senza risposte la domanda di salute dei cittadini».

“VOGLIAMO FERMARE LA CORSA VERSO LA PRIVATIZZAZIONE DELLA SANITA’ “

«La professione svolta all’interno dell’ospedale – prosegue Di Silverio – non è più attrattiva. E non lo è per motivi economici, per diritti non rispettati, per le pessime condizioni di lavoro e la mancanza di progressione di carriera, Cosa propongono i partiti per affrontare e risolvere questi problemi? Fino ad oggi la sanità non è nell’agenda di alcun partito: nessuno slogan, nessun post, nessun tweet, nessuna riflessione. In questi due mesi che ci separano dal voto saremo attenti a registrare segnali e sensibilità sui temi da noi proposti, invitando i cittadini a pensare alla salute, propria e dei loro cari, prima di votare». 

«Con la nostra azione – prosegue Di Silverio – vogliamo anche fermare la corsa della sanità pubblica lungo il piano inclinato che la porterà alla privatizzazione, alla regionalizzazione estrema nel trionfo degli egoismi territoriali, alla frammentazione di un diritto costituzionale inalienabile». 

Al Governo che verrà Anaao chiede innanzitutto di:
1) Creare le condizioni perché il lavoro negli ospedali torni ad essere appetibile, assumendo il personale necessario e riducendo così il disagio dei professionisti;
2) aumentare le retribuzioni, anche attraverso politiche di defiscalizzazione già concesse al settore privato e ad alcune categorie del pubblico impiego; 
3) portare alla media europea le risorse destinate alla sanità, da assumere non come spesa improduttiva ma come investimenti, perché senza salute non c’è economia in grado di crescere.
4) correre verso un sistema ‘no fault’ dell’atto medico, perché non è accettabile che gli ospedali si trasformino da luoghi di cura a luoghi di procura.

NON BASTANO PIU’ POSTI IN MEDICINA: L’EMERGENZA E’ ADESSO

Garanzie, cambiamenti e tutele sono chieste anche da Giammaria Liuzzi neo Responsabile Nazionale del Settore Anaao Giovani dell’Anaao Assomed : «Tra il 2019 e il 2024 tra pensionamenti e dimissioni volontarie, stima la ragioneria dello Stato, si potrebbe sfiorare un’uscita complessiva di 40.000 medici.

Tra i medici di famiglia, in due anni, sono previste 6318 uscite su 35.000 effettivi. Aprire nuovi corsi universitari, ampliare i posti a medicina, persino aggiungere borse di studio post laurea sono palliativi -spiega Gianmaria Liuzzi  – le prime due soluzioni daranno frutti dopo 10/11 anni e l’emergenza è adesso, causata da una carente programmazione e da un definanziamento delle borse partito qualche anno fa. L’aumento dei posti nelle specializzazioni e nel corso di medicina generale, consentito dai fondi del PNRR, non risolve i problemi di carenza delle specialità meno ambite come medicina di emergenza urgenza, dove le borse non solo non vengono prese ma ci sono meno candidati che posti in palio, e se assegnate, vengono in parte abbandonati. 

LA MEDICINA D’EMERGENZA URGENZA’ POCO AMBITA PERCHE’ MENO TUTELATA

Perché? La formazione di qualità non basta. L’università deve capire che in molte specialità, quelle legate al covid e alla medicina di urgenza emergenza, ma anche anestesia e rianimazione, microbiologia, malattie infettive, il medico ha anche un problema di inquadramento. In PS ci si trova a tempo pieno ma pagati 1600 €, peggio degli infermieri, assistiti da medici tutor più vecchi pagati a gettone 80 € l’ora, senza regole per ferie, malattia, senza progressione di carriera,  ma neanche la chances di equipollenza del titolo con quello del medico internista, che però a sua volta invece può sostituire il medico di PS. Non ci sono tutele legali. Il giovane medico di PS impara presto a capire che per valorizzarsi dovrebbe cercare delle alternative. E le circa». 

PIU’ FONDI, PIU’ TUTELE E PIU’ GARANZIE PER RILANCIARE LA

«Come evitare che questo giovane medico scelga altre specialità? ANAAO giovani di proporre di cambiare l’inquadramento dello specializzando verso la formazione-lavoro, e di potenziare il modello di formazione che ha radici legali nelle DL Calabria: il medico specializzando, assunto a tempo determinato, una volta conseguito il diploma passa automaticamente a tempo indeterminato. Inoltre, parte delle risorse oggi destinate a coop, devono andare ad incrementare il compenso, titolo di riconoscimento per la professionalità e i rischi presi.

E servono prospettive, sia di carriera sia in termini di aumento delle tutele future. Ci sono branche specialistiche dove oggi tali prospettive non vengono percepiti. E a poco serve la certezza di avere un posto nel servizio sanitario».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 01 Agosto 2022
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