Una curva sul sentiero e due corpi che cadono: ecco come è morto Karim
La ricostruzione di quanto accaduto in val di Blenio dove ha perso la vita il giovane di Bisuschio, con altri due ragazzi feriti e in pericolo di vita. L'incidente su una scorciatoia impervia
La gita in montagna, e la giornata che dopo la merenda alla Capanna Scaletta stava per finire: l’ora della discesa e due gruppi che si formano in maniera autonoma, uno decide di seguire il sentiero segnato, l’altro che invece prende una sorta di “direttissima” per tagliare i tempi di ritorno a valle, circa 45 minuti.
Poi la tragedia, con Karim, la giovanissima vittima di Bisuschio, letteralmente inghiottito dalla montagna, che nella caduta travolge anche un altro ragazzino di Induno Olona finito nel dirupo. Varesenews ha raccolto una serie di elementi per cercare di ricostruire quanto avvenuto in Val di Blenio domenica scorsa, 4 settembre, quando un ragazzo di 14 anni ha perso la vita e altri due sono in gravissime condizioni per la caduta nello stesso posto: sono ricoverati a Lugano.
La comitiva di atleti italiani della Virtus Bisuschio, quasi tutti maggiorenni, si era divisa attorno a mezzogiorno di domenica per il rientro in valle: una parte dei ragazzi aveva cominciato a scendere dal sentiero battuto la mattina mentre un altro gruppo aveva imboccato una strada diversa, una scorciatoia non segnata sulle carte (come confermato da Ticino Sentieri) e priva di cartelli di avvertimento circa la pericolosità: nessuna transenna impediva il passaggio degli escursionisti in quel punto.
All’altezza della seconda curva a gomito è avvenuta la tragedia con Karim che ha perso l’equilibrio e ha travolto nella caduta l’amico che lo precedeva di qualche metro cadendo nel burrone: i corpi che prendono velocità e vengono sbalzati contro le rocce con salti di decine di metri. Gli altri ragazzi presenti hanno subito attirato l’attenzione urlando al rifugio di chiamare la Rega (il servizio di elisoccorso svizzero ndr), mentre due del gruppo sono scesi nel dirupo per cercare di prestare le prime cure: i corpi dei due ragazzi erano sul greto di un torrente, e non si muovevano.
Ma la tragedia non era ancora finita: dal rifugio Scaletta (2.200 metri), di passo spedito e poi quasi di corsa, è sceso accompagnato dal fratello più grande anche il ragazzino svizzero di 13 anni che voleva aiutare i coetanei finiti nel burrone: «Conosco bene il sentiero, li aiuto
io», deve aver pensato. Il giovane invece ha messo il piede su di un cordolo d’erba ed è volato giù anche lui. Arrivano i soccorsi ma per Karim non c’è più nulla da fare.
Il resto della comitiva, sotto shock è stato accompagnato poi a Casa Cristallina, il rifugio dove soggiornavano, raggiunto dalla polizia cantonale e dagli psicologi messi a disposizione dalle autorità svizzere. Poi le sommarie informazioni testimoniali raccolte dagli agenti. Sulla vicenda è in corso un’indagine della polizia cantonale coordinata dalla magistratura di Lugano che dovrà fare chiarezza sull’accaduto: sono già state sentite tutte le persone presenti all’escursione.
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