L’omicidio Fabozzi e gli accertamenti irripetibili dei Ris sul sangue trovato nella casa di Malnate
I riscontri sulla suola delle scarpe del sospettato con le impronte trovate nella casa dove la pensionata è stata uccisa. Il colloquio del sospettato Sergio Domenichini con l'avvocato, in carcere, a Pavia
Carabinieri col camice in laboratorio per scavare nel modo del dna. Militari del nucleo investigativo rigorosamente in borghese in contatto con gli ambienti della procura di Varese, anche questa mattina al lavoro per ricostruire il mosaico di indizi che affinati fra investigazione scienza si presentano come elementi per formare la prova in una fase procedurale sì delle indagini preliminari, ma con quadro probatorio che appare sostenuto.
E gli investigatori continuano nella ricerca di elementi che la scienza, a questo punto potrà evidenziare nel mondo delle impronte, delle dinamiche ematiche già rilevate nelle prime ore del ritrovamento del cadavere di Carmela Fabozzi il 22 luglio scorso, e ora nelle pieghe di scarpe e tesuti, nel confronto fra gli oggetti di uso comune di quanto sequestrato al sospettato Sergio Domenichini, 66enne dal passato controverso e macchiato da reati contro il patrimonio alla ricerca di riscatto con l’aiuto ai bisognosi ma sospettato – e innocente fino a prova contraria – di essere lui ad aver azionato il vaso di fiori che per diverse volte, almeno nove secondo la Procura, si è abbattuto sul capo della povera pensionata Carmela Fabozzi per lasciarla morta in casa un venerdì di luglio e poi partire alla volta delle riviera adriatica.
È il sangue, dunque, che parlerà. Per il momento l’arrestato non ha voluto dire nulla e all’interrogatorio di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere. In questo caso gli organi inquirenti altro non possono fare se non procedere nella raccolta di elementi probatori per arrivare al processo, in corte d’Assise (6 giudici popolari e due togati), unico luogo dove toccherà di ricostruire dinamica, ma sopratutto movente dell’omicidio.
Perché quella morte? Perché con una tale violenza? Parleranno le carte, e i vetrini di laboratorio. Analisi e confronti che necessitano di tempo. Domenichini resta in carcere, a Pavia. Ieri è stato raggiunto dal legale Francesca Cerri che lo assiste dal 2008 per i pregressi penali. «Colloquio riservato», dice l’avvocato comasco, «siamo ancora nella fase delle indagini preliminari e la mia conoscenza del fascicolo si ferma all’interrogatorio di garanzia dello scorso 20 agosto. Per il momento non abbiamo richiesto audizione al pubblico ministero, attendiamo la conclusione delle indagini preliminari».
Nulla di più circa eventuali strategie difensive, come del resto pare comprensibile in questa fase. La dottoressa Cerri conferma la natura degli esami in corso proprio oggi dal Ris di Parma: «Accertamenti irripetibili».
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