
Gallarate 1922: i fascisti assaltano due volte il municipio
Il Gallaratese nell'anno della marcia su Roma fu teatro di scontri e violenze. La morte della camicia nera Mario Brumana portò in città Benito Mussolini

Mercoledì 4 settembre 1922, è quasi sera quando un’auto arriva in piazza a Cardano al Campo. Cinque uomini scendono e si guardano intorno. Auto e passeggeri non passano inosservati, uno di loro viene subito riconosciuto. È il ventenne Mario Brumana, capo della squadra di picchiatori detta la Disperata. Nonostante la giovane età è tra gli esponenti politici più in vista del fascismo gallaratese. Era stato lui, tre mesi prima, a trattare con il sindaco socialista Campi un patto di pacificazione a Gallarate. L’accordo poi non fu rispettato e il Municipio di Gallarate venne assalito il 5 agosto dai fascisti.(nella foto: camicie nere marciano su Roma, foto di repertorio)

LE DIMISSIONI DELLA GIUNTA
Campi e la giunta socialista si dimisero e il Brumana, di fronte alle accuse del sindaco di non aver rispettato l’accordo, ne negò addirittura l’esistenza. Quel mercoledì sera, i lavoratori presenti in piazza o al circolo intuiscono immediatamente che i cinque sono venuti a fare un un sopralluogo per preparare l’ennesimo assalto. Sono a conoscenza di quello che è accaduto a Gallarate ad agosto e sanno anche dell’aggressione alla casa del sindaco di Ferno, qualche settimana prima. Il sindaco si era salvato sparando dalle finestre e lanciando due bombe a mano.
A Cardano non scoppia una rissa. Gli incontri occasionali delle due fazioni finivano spesso in grosse scazzottate ma stavolta si passa subito alle armi. Nella sparatoria Mario Brumana è ferito gravemente, morirà quattro giorni dopo all’ospedale di Gallarate.
LA FIGURA DI CARLO RAVASIO
Carlo Ravasio, il più politico degli squadristi, resta ferito leggermente. Saputo dello scontro accorrono i fascisti da Gallarate. Accorrono anche i carabinieri e fanno una retata di giovani di Cardano al Campo. Per i fascisti lo shock è grande: a Ferno il sindaco, con l’aiuto di un giovane militante socialista di 17 anni, li aveva bloccati fino all’arrivo dei carabinieri e adesso hanno perso Mario Brumana, il capo indiscusso delle squadre di picchiatori. Sono abituati alle aggressioni notturne nelle case degli avversari. I malcapitati, soli ed inermi, vengono bastonati davanti alla famiglia. Non si aspettano reazioni da parte delle loro vittime. Tanto meno si aspettano di diventare loro le vittime.
La violenza è un loro strumento. Senza di essa sono poca cosa. Lo dirà chiaramente Mussolini, qualche mese dopo a Udine. Senza la violenza scatenata tra il luglio e l’agosto del ‘22 contro le istituzioni operaie, il fascismo non si sarebbe affermato. L’ umiliazione è grande e richiede vendetta. Il giorno dopo viene organizzata una rappresaglia in grande stile. In forze da Milano, Legnano, Busto Arsizio gli squadristi calano con ogni mezzo a Gallarate.
DOPPIO ASSALTO AL MUNICIPIO
Il Municipio viene assaltato e devastato un’altra volta. Poi tocca alla casa dell’onorevole socialista Buffoni. Le squadre di camicie nere la assaltano e la devastano completamente alla presenza della moglie e della figlia del deputato. Tocca poi alla casa del sindaco Campi. Lui si è rifugiato nella Casa del Popolo e lì viene trovato poco dopo. Viene bastonato a sangue e lasciato sul pavimento gravemente ferito. Tutte le carte e gli arredi dell’edificio sono portati in strada e dati alle fiamme.
Botte vengono distribuite anche ai malcapitati che si trovano nelle strade e sono sospettati di essere sovversivi. A mezzanotte partono le spedizioni nei dintorni. Cardano è assalita da oltre un centinaio di picchiatori che devastano tutte le istituzioni del movimento operaio. Ad Arnate incendiano il circolo. Si suonano le campane per avvisare i cittadini del fuoco ma i fascisti impediscono ogni intervento. A fuoco anche i due circoli di Samarate. I carabinieri, in forze, arriveranno il giorno dopo.
BENITO MUSSOLINI AI FUNERALI DI BRUMANA
Ai funerali del giovane Brumana parteciperà Benito Mussolini. Le esequie saranno una manifestazione di forza del PNF. Sfileranno i fascisti di mezza Lombardia inquadrati militarmente. Selve di braccia alzate si tenderanno al passaggio della bara e del capo politico dello squadrismo. Le cronache ci rimandano una giornata solenne e pacifica. A parte la bastonatura del maestro di Samarate Giovanni Cesco mentre rientrava a casa a Gallarate. La sua colpa? Era sospettato di essere socialista. Queste giornate verranno descritte bene qualche mese dopo da Carlo Ravasio.
In un libretto scritto per raccontare la nascita del fascismo a Gallarate ricorderà l’attività squadristica descrivendola dettagliatamente. Le riunioni al bar al calare del buio, la scelta dell’obbiettivo, la partenza delle squadre e poi “giò bott”. Questa, per lui, è l’essenza della attività politica di quei mesi. Botte.
IL CAPO POLITICO E IL MARTIRE
Carlo Ravasio diventerà vice segretario nazionale del PNF nel 1940. Mario Brumana diventerà, invece, uno dei martiri della rivoluzione fascista. A lui sarà dedicata una lapide in piazza a Cardano e la sua memoria sarà celebrato ad ogni anniversario. La lapide verrà rimossa dopo il 25 luglio 1943, alla caduta del fascismo, ripristinata dai repubblichini e definitivamente rimossa dopo il 25 aprile 1945.
Il culto della memoria di Brumana sarà così tenace che nel 1932 darà vita ad un durissimo scontro con la Chiesa. Il cardinal Schuster aveva scelto proprio il 4 settembre come data della sua visita pastorale a Cardano al Campo. L’evento oscurerà le cerimonie in ricordo del caduto. Polemiche sui giornali, lettere di ammonizione al parroco, minacce nei confronti degli esponenti del cattolicesimo si sprecheranno. Sarà uno dei tanti episodi di frizione tra il fascismo e i cattolici di queste parti, durante l’apostolato di Schuster.
LA CONDANNA DELL’OMICIDA DI BRUMANA
Un mese dopo la morte del Brumana, sarà un gruppo di coscritti provenienti da Busto Arsizio a fare le spese della frustrazione dei fascisti gallaratesi. I ragazzi, alcune decine, in marcia per recarsi alla visita di leva, arrivavano con una fanfara e cantavano canzoni sovversive. Alle porte di Gallarate sono assaliti dalle camicie nere che li bastonano sonoramente e distruggono gli strumenti musicali. Nessuna reazione dalle autorità. Per la morte di Mario Brumana verrà condannato in contumacia a 14 anni Giovanni Luoni di Cardano. Dopo l’ondata di arresti fu tra quelli che scapparono all’estero. Si rifugiò negli Stati Uniti, a New York, dove venne controllato dalle spie fasciste fino al 1943.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
mike su La neve in montagna continua a sciogliersi. Contro la siccità si aspetta la pioggia
Felice su La festa "techno" nei boschi di Lonate Ceppino causa proteste
Rolo su Pullman in sosta con i motori accesi, la segnalazione e la risposta di Autolinee Varesine
lenny54 su "C'è del dolo nelle modifiche al Superbonus"
Felice su Architetti, geometri, ingegneri e costruttori all'unisono: "Da Super Bonus a Super Malus"
Felice su Dentro la loggia del Battistero di San Giovanni a Varese restituita alla città
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.