Impresa solo sfiorata, il Trento fa lo sgambetto alla Pro Patria
Finisce 2 a 1 allo Speroni. La doppietta nel primo tempo di Belcastro e l'espulsione di Sportelli tagliano le gambe ai tigrotti. Ndrecka la riapre ma il miracolo questa volta non avviene
Per la prima volta in stagione cade la Pro Patria tra le mura amica dello Speroni di Busto Arsizio. (servizio fotografico a cura di Roberta Corradin)
Al Trento la “cura” Tedino, mister subentrato a D’Anna durante la settimana in corsa, ha già portato un primo importante risultato (1-2) in chiave salvezza: con una doppietta di Belcastro nel primo tempo i giallo-blu si sono infatti aggiudica la prima vittoria in trasferta.
Per i tigrotti di Busto Arsizio un “primo tempo shock“, doppio svantaggio su azione fotocopia nata dalla fascia sinistra per mano, anzi gamba, di Bocalon. Al 7′ e al 26′ l’attaccante ha infatti sfondato il corridoio laterale mancino per poi far partire un traversone ribadito in rete dal centrocampista, perfetto nei tempi di inserimento. A complicare le cose per la Pro Patria, l’espulsione di Sportelli al 15′ della ripresa per fallo da ultimo uomo.
La sanzione inflitta dal diretto di gara Gauzolino ha di fatto tagliato le gambe ai padroni di casa, in difficoltà, per lo meno dal punto di vista del punteggio: sotto di due gol e con un uomo in meno in campo il proverbiale orgoglio tigrotto è comunque emerso e ha portato a un gol in mischia di Ndrecka. Nel finale doppia occasione con Piu e Castelli, ma la dea del calcio doveva aver già tirato il proprio responso a favore dei trentini.
FISCHIO DI INIZIO
Dopo il fiducioso pareggio a Vicenza, per la Pro Patria mister Jorge Vargas, privato di Vezzoni e Brignoli, si affida al collaudato 352 (sembra impossibile immaginare una Pro Patria con un altro modulo) e ai suoi undici titolarissimi (tra quelli a disposizione, si intende), con un’unica eccezione: coppia d’attacco pesante con Chakir e Piu a fare sportellate tre le maglie trentine, schierate a cinque. Inoltre, per la prima volta in stagione il “direttore d’orchestra” Luca Bertoni ritorna in cattedra in qualità di professore titolare.
Le aquile giallo-blu non tradiscono le aspettative del mister cileno, che alla vigilia aveva pronosticato di aspettarsi gli ospiti schierati col 532, modulo con cui, sotto la gestione D’Anna, Il Trento aveva fornito le migliori e più solide prestazioni. Con Pasquato ancora indisponibile e Osuji squalificato, alla “prima” Tedino, non rinuncia in mediana a Cittadino e Belcastro e, soprattutto, alla qualità delle due mezzali molto tecniche e col vizio dell’inserimento, posizionate davanti alla “muraglia a cinque“. Davanti il “duo stazza da numero 9 – piedi da 10” composto da Bocalon e Brighenti.
PRIMO TEMPO
La difesa a cinque del Trento impantana fin dal primo minuto le manovre tigrotte e tutto nei primi cinque minuti sembra far presagire per l’ossimoro di una partita sporca e a reti bianche tra due squadre che, nel peggiore dei casi, non disdegnerebbero un pari. Perché un punto muove sempre la classifica. Il pressing si fa sentire da entrambi i lati, il gioco “palla a terra” ne risente e allora per la Pro Patria Saporetti prova a smuovere le acque sulla corsia sinistra con un paio di lanci lunghi che finiscono sempre nella rete o nella trappola del fuorigioco posizionata ad arte da Galazzini e Ferri per Chakir, oltre la linea difensiva in almeno un paio di occasioni.
Proprio da quella batteria nasceranno invece i due gol di Belcastro raccontati poco qualche riga sopra, anche se in occasione del vantaggio tridentino la Pro Patria avrebbe facoltà da recriminare per una spinta quantomeno dubbia di Bocalon su Boffelli, davanti all’attacante al momento del lancio lungo di Ferri ma con le ginocchia a terra al gol di Belcastro.
La Pro Patria vive di fiammate, come la punizione di Bertoni vicina all’incrocio al 25′. Preludio sì di un gol, non quello del pareggio bensì quello del raddoppio delle aquile, la xerox di una xerox.
SECONDO TEMPO
Rimontare due gol giocando alla stessa maniera dei primi 45′ per la Pro Patria sarebbe pura utopia, così Vargas fa ancora una volta la scelta tattica giusta (considerando che ha sbagliato i cambi solo a Vicenza, forse la palma di stratega sarebbe un premio meritato), triplo cambio subito alla ripresa: dentro Gavioli, Stanzani e Castelli, fuori l’inceppato Chakir, uno sbiadito Perotti e un Bertoni ancora lontano dalla migliore condizione.
Con tre attaccanti sul rettangolo verde, di cui uno molto bravo ad agire lateralmente (Stanzani) e l’altro a tagliare l’area (Castelli), la Pro Patria tiene basso il pallone e inizia a muovere bene le maglie del Trento arroccato, pronto a ripartire in uscita con i suoi centrocampisti e la velocità di Bocalon.
La partita però per i bustocchi si mette ancora più in salita, se possibile. Da una rimessa del fondo di Marchegiani, il man of the match Bocalon spizzica di testa e fa da sponda per Brighenti che parte in velocità e viene messo giù da Sportelli. Il difensore, bruciato sulla corsa, tira la maglia dell’ex Juve. Il direttore di gara non ha dubbi: rosso diretto. Ad aver dubbi è il resto dello stadio, che ancora non ha perdonato la mancata chiamata del guardalinee sul gol del vantaggio tridentino. Se è vero, infatti, che Sportelli ha fermato irregolarmente la punta lanciata a rete è altrettanto vero che il compagno di reparto Saporetti si trovava a mezzo passo dalla posizione del fallo e che quindi non poteva trattarsi di chiara occasione da rete, tanto meno di un fallo da ultimo uomo, che, tecnicamente, non esiste più.
La Pro Patria è ferita, lo Speroni inferocito. La reazione chimica di questi due ingredienti è una scossa vulcanica dei tigrotti, che credono di poter ripetere il miracolo visto contro la Pro Vercelli nonostante sia rimasto da giocare soltanto l’ultimo terzo di gara. Al 71′ da un cross di Gavioli in area i bianco-blu accorciano le distante: batti e ribatti in area fino a quando a insaccare in rete di controbalzo Angelo Ndrecka, che si conferma ancora una volta tra i migliori degli uomini di Vargas.
Parte l’asseddio finale della Pro Patria ma la lucidità dei tigrotti è andata per lo più sacrificata per sopperire al lungo power play di cui gode il Trento. Tra l’83 e l’87’ Piu e Castelli avrebbero tra i piedi l’occasione per pareggiarla, entrambi da dentro l’area, sempre sulla destra. Il primo colpisce sul primo palo dove Marchegiani si fa trovare pronto, il secondo prova invece a incrociare sotto il sette ma senza trovare lo specchio della porta.
In pieno recupero il Trento fallisce il colpo del total ko: contropiede esiziale di Ianesi, il giovane subentrato finta il tiro a giro dal limite dell’area e scarica dentro per Damian. Il piattone del centrocampista è fermato da un’ottima parata in tuffo di Del Favero e da una deviazione di Vaghi sul tiro dello stesso Ianesi, che non riesce a ribadire a rete. Inutile dire che a ridosso del triplice fischio il calcio d’angolo degli ospiti sarà giocato vicino alla bandierina, ovvero il più lontano possibile dalla porta di Marchegiani.
PRO PATRIA – TRENTO 1 a 2
Aurora Pro Patria (3-5-2)
Del Favero(1); Sportelli(6), Boffelli(13), Saporetti(4); Perotti(21), Nicco(10), Bertoni(14), Ferri(25), Ndrecka(3); Chakir(26), Piu(27)
A disposizione: Mangano(12),Vaghi(2), Stanzani(7), Fietta(16), Citterio(17), Piran(18), Gavioli(20), Castelli(30)
All.:Vargas
A.C. Trento (5-3-2)
Marchegiani(27);Galazzini(17), Ferri (6), Trainotti(4), Garcia(14), Fabbri(3); Damian(5), Belcastro(8), Cittadino(16); Brighenti (32), Bocalon (24)
All.: Tedino
A disposizione: Tommasi(22),Ruffo (7),Mihai(11),Matteucci(20),Ballarini(25),Dalla Francesca (31),Ianesi(37), Scirè (65), Benedetti(91)
Marcatori: Belcastro (T) 7’ (a Bocalon) Belcastro (T) 26’ (a Bocalon),Ndrecka (A.P.P)70’
Recupero: 0 pt; 6’ st.
Sanzioni: Ammoniti: Cittadino (T) 22’; Gavioli (APP) 68′. Espulsi: Sportelli (APP) 59’ (chiara occasione da rete)
Angoli: (APP 3: 49′, 55′, 70′; T 5: 20′, 36′, 77’, 90’+1, 90+2’, 90+4′)
Direttore di gara: Guazolino
Collaboratori: Bianchi, Marchese
IV Ufficiale: Munfuletto
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