Per la tragedia di Monteviasco in tribunale si indaga sulla prassi dei controlli alla funivia
Sentiti un componente del cda della cooperativa che gestiva l’impianto ma anche due tecnici e un dipendente: “Dellea il giorno prima dell'infortunio aveva sentito rumori strani ad un carrello"
La nuova funivia di Monteviasco, quella che aprirà i battenti una volta individuato il gestore, avrà un terrazzino mobile appositamente progettato dalla ditta che ha curato la progettazione per la messa in sicurezza. Una sorta di pedana mobile simile a quella già in uso ma non montata durante le ispezioni quotidiane che venivano fatte all’impianto, proprio una delle quali ha perso la vita lo storico manutentore Silvano Della, per il quale è in corso in questi giorni il processo dinanzi al giudice monocratico di Varese e che vede diversi imputati per omicidio colposo.
Una pedana che all’occorrenza poteva venir montata da due-tre persone ma che serviva solo per i controlli magnetoinduttivi sul cavo (per scongiurare per esempio un danno da fulmine, oltre che da usura) L’obiettivo del tribunale è proprio capire quali elementi presentati da accusa e difesa siano prove a carico o meno degli imputati e la partita si sta giocando nel sentire gli esperti per ricostruire quanto avvenuto il giorno del decesso: se era corretta la tipologia di ispezione effettuata, e se andava eseguita con specifici dispositivi e naturalmente se in campo a queste azioni sono configurabili specifiche responsabilità.
Per questo nell’udienza di giovedì è stato sentito un esperto ingegnere che si occupa di realizzare e disegnare impianti, tra cui appunto quello di Monteviasco sottoposto a riammodernamento, ma anche ad un esperto che rioccupa di eseguire i controlli, il quale ha confermato che sì, la pedana mobile veniva montata, ma una volta l’anno per specifici controlli su cavi.
Nell’udienza è stato sentito anche un impiegato della cooperativa Au-Suriv che faceva il macchinista e che era all’impianto la domenica, il giorno prima della tragedia del 5 novembre, ed ha asserito in aula di aver udito lo stesso Dellea affermare che sentiva strani rumori al carrello, e che il giorno successivo avrebbe effettuato un sopralluogo. Un’analisi della linea mentre era imbragato che gli fu fatale, col movimento verso valle della cabina che lo stritolò senza lasciargli scampo. La prossima udienza ancora con testi della difesa è prevista per il prossimo 17 novembre.
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