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È di 87 miliardi di euro il giro d’affari della moda in Italia
Il 15,5% è concentrato a Milano dove l'export è cresciuto del 31,4% in un anno
![Milano capitale dlela moda con la Fashion Week](https://staging.varesenews.it/photogallery_new/images/2019/09/milano-capitale-dlela-moda-con-la-fashion-week-759549.610x431.jpg)
In Italia il settore della moda crea un giro d’affari in Italia pari a 86,7 miliardi di euro all’anno e il 15,6% di questo valore è concentrato a Milano, il cui volume d’affari vale 13,5 miliardi di euro all’anno. L’export di Milano del settore moda nei primi sei mesi dell’anno ha un valore di 4,9 miliardi, pesa il 16% dell’export del settore moda nazionale ed è cresciuto del 31,4% nel 1° semestre del 2022 rispetto al 1° semestre del 2021.
Questi in sintesi i dati presentati dalla Camera arbitrale di Milano (Cam) in preparazione della 13° edizione dell’Annual Conference, dedicata quest’anno all’arbitrato per le imprese del settore della moda.
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IL 50% DEGLI ARBITRATI RIGUARDANO LA MODA
Milano è dunque la prima provincia italiana per fatturato moda. In Camera arbitrale di Milano (Cam) il 50% degli arbitrati che riguardano la moda è internazionale. Chi ricorre all’arbitrato è un brand di lusso nel 40% dei casi. Le imprese del lusso possono fare ricorso alla Cam per difendere il proprio marchio da usi illeciti su Internet, tramite la procedura di riassegnazione dei nomi a dominio “.it”.
Dall’inizio dell’attività, la Camera arbitrale milanese ha gestito 3 mila arbitrati, oltre 14 mila mediazioni e 240 riassegnazioni di nomi a dominio, per un valore complessivo annuo pari a 630 milioni di euro. Sempre più imprese italiane e straniere, che operano nel settore della moda, fanno ricorso all’arbitrato e alla mediazione per risolvere le controversie legate principalmente alla distribuzione, tutela del marchio, compravendita, fornitura.
UN ARBITRATO SU DUE È INTERNAZIONALE
Milano viene scelta sempre più spesso dalle imprese straniere come sede per risolvere le controversie: in base ai dati Cam degli ultimi 5 anni un arbitrato della moda su due è internazionale, ovvero almeno una delle parti è straniera. Il 40% di chi ricorre all’arbitrato Cam è un brand di lusso. Oltre all’arbitrato è possibile fare ricorso allo strumento della mediazione per risolvere liti e conflitti in ambito fashion e luxury: il contenzioso nelle mediazioni gestite da Cam negli ultimi 5 anni ha riguardato questioni relative all’affitto di azienda nel 39% dei casi e alla locazione in un caso su tre.
Non sono mancate liti relative alla violazione della proprietà intellettuale, a rapporti societari, all’organizzazione di eventi e persino ai danni da diffamazione. Anche per la mediazione sono per lo più i grandi nomi della moda a farvi ricorso, una buona percentuale è rappresentata inoltre dalle catene di fast fashion, non mancano attività in franchising e singole boutique.
L’EFFETTO PANDEMIA
La crisi pandemica ha generato un gran numero di procedimenti di mediazione che hanno avuto esito positivo nel 70% dei casi in cui le parti hanno deciso di avviare la mediazione. Inoltre, dal 2008 – anno di attivazione del servizio di Riassegnazione dei nomi a dominio “.it” – sono state depositate in Cam 27 richieste di riassegnazione da parte di aziende del lusso, tra cui Prada, Peuterey, Cipriani Couture, Calvin Klein, Armani, Bottega Veneta. La procedura di riassegnazione è uno strumento specifico per la lotta al c.d. cybersquatting, cioè l’accaparramento illecito di nomi a dominio (i siti web) identici o confondibili con marchi registrati. Queste 27 procedure sono tutte terminate con esito positivo per il reclamante, ossia per il detentore del marchio.
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