Avremmo preferito il demerito?
La rubrica settimanale "Il prof tra i banchi", curata da Alberto Introini, tratta argomenti di scuola, didattica e formazione, commentando le notizie di attualità che si susseguiranno nel corso delle settimane
Istruzione e merito
Ha suscitato numerose discussioni la nuova denominazione del Ministero dell’Istruzione, a cui è stata aggiunta l’espressione “e del merito”. Il Professor Giuseppe Valditara, Docente ordinario di Diritto romano all’Università di Torino, non ha nemmeno fatto in tempo il 22 ottobre a giurare al Quirinale, che già doveva difendersi dagli attacchi al nome del proprio dicastero. A me tali polemiche sono apparse molto ideologiche e troppo prevenute, oltre che preventive. Per tanti motivi.
Innanzitutto, è un Ministro che non ha ancora iniziato a svolgere il proprio incarico, non ha ancora attuato alcun provvedimento. “Merito et tempore” – per merito e con il tempo – era il motto prediletto dal duca di Milano Ludovico il Moro, uomo ambizioso ma anche riflessivo e di acuto intelletto. Valditara non ha neanche rilasciato dichiarazioni, se non quella al termine del voto di fiducia alla Camera del 25 ottobre, in cui sostiene che “lavoreremo per una scuola che torni a essere un ascensore sociale, e che non lasci indietro nessuno”. Mi sembra sia un pensiero in linea con l’art. 34 della nostra Costituzione: “I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso”.
I meriti della Costituzione
Già, perché nella nostra bella Costituzione compare la parola “merito” proprio nell’articolo in cui si parla di scuola! Ma anche in altre circostanze, come quando nell’art. 59 si dà facoltà al Presidente della Repubblica di nominare senatori a vita quei “cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario”. Così come, in ambito giuridico, possono essere chiamati all’ufficio di Consiglieri di Cassazione alcuni professori e avvocati “per meriti insigni”, secondo l’art. 106.
Tra pochi mesi la Costituzione italiana compirà 75 anni dalla sua entrata in vigore (1° gennaio 1948); ma soprattutto è stata pensata, scritta e approvata dai membri di tutti i partiti (tranne ovviamente quello fascista) dopo la 2^ Guerra Mondiale. È il risultato equilibrato di una straordinaria unità nazionale. Avremmo forse preferito che fosse privilegiato il “demerito”?
Studiamo la Costituzione!
Per tutti questi motivi, quindi, trovo surreali le polemiche sulla parola “merito” accostata ad “istruzione”. I detrattori più accaniti sospettano – probabilmente – che verranno messi in secondo piano i concetti di “uguaglianza” e di “inclusione”, a favore di una scuola elitaria e classista. Ma le manifestazioni e le occupazioni, al momento, non hanno davvero motivo di esistere. Diamo tempo al tempo, e diamolo anche al neo Ministro.
Aspettiamo a dare giudizi affrettati, ed anche ai giovani insegniamo a non darli in modo così pregiudizievole e fazioso. A favore degli adolescenti, piuttosto, dovremmo inserire la Costituzione nei nostri programmi scolastici. Questi 139 articoli, racchiusi in meno di 100 pagine, farebbero bene anche a noi professori. Dieci ore di lezione ben impiegate. È un libro tanto minuto quanto prezioso: a mio parere, andrebbe letto integralmente in terza media, e ben studiato in quinta superiore. Sarebbe il miglior regalo per i suoi 75 anni. Ne trarrebbe giovamento una nazione intera.
Alberto Introini, dopo aver insegnato in vari licei della provincia di Varese, dal 2008 è docente di Italiano e Storia presso l’Istituto Elvetico di Lugano (Svizzera). Ha due lauree, in Lettere-Filosofia (2002, Università Statale di Milano) e in Storia (2022, Università di Zugo, Svizzera). Iscritto dal 2004 all’Ordine dei Giornalisti di Milano, ha pubblicato 4 libri. Partecipa come relatore o moderatore a diversi eventi culturali nel nord Italia. La sua rubrica settimanale “Il prof tra i banchi” tratterà argomenti di scuola, didattica e formazione, commentando le notizie di attualità che si susseguiranno nel corso delle settimane.
Prof. Alberto Introini
Docente e scrittore
@intro.prof
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