Fight club nelle scuole
La rubrica settimanale "Il prof tra i banchi", curata da Alberto Introini, tratterà argomenti di scuola, didattica e formazione, commentando le notizie di attualità che si susseguiranno nel corso delle settimane
Per un pugno di cronache
Questa settimana si sono diffuse due notizie locali che sono rimbalzate su tutti i quotidiani nazionali. Gli episodi sono accomunati da un aspetto: sono partiti dei pugni in aula.
Il primo è accaduto a Pontedera, provincia di Pisa: un alunno di prima superiore si alza, si dirige verso la cattedra, si posiziona a fianco del professore, inizia a deriderlo e a imitarlo in modo beffardo. Dopo alcuni secondi, il docente colpisce con un pugno nello stomaco il giovane, che cade a terra. Il tutto, come se non bastasse, ripreso al cellulare di qualche compagno per una quindicina di secondi. Il prof è stato ovviamente sospeso; la mamma del ragazzo invece ha rilasciato dichiarazioni un po’ incoerenti: sostiene che a scuola suo figlio “non doveva comportarsi in quel modo, bisogna rispettare i professori”. Ma come punizione…non gli farà il regalino di compleanno.
Il secondo episodio è cronaca di questi ultimissimi giorni, seppur il fattaccio sia successo due settimane fa. È avvenuto nella nostra provincia di Varese. Un allievo di seconda superiore, a Gallarate, ha inciso svastiche e scritto frasi antisemite sulla cattedra in un momento di pausa; poi è arrivata la docente dell’ora, che si è subito accorta della situazione e ha intuito chi fosse il colpevole: alcune espressioni dei volti e certi cenni di diversi allievi sono stati inequivocabili. A quel punto, messo alle strette, l’allievo indiziato si è avvicinato e ha sferrato un pugno in faccia alla giovane professoressa, procurandole un occhio nero e tanto spavento.
Due riflessioni
Su quest’ultima vicenda è stata espressa solidarietà alla docente – sia dal sindaco Cassani che da tutti i colleghi; la direzione dell’Istituto Ponti, inoltre, ha diramato una lettera di sostegno e supporto, informando che l’alunno è stato sospeso per tutto l’anno scolastico. A tale decisione manca solo la formale ratifica del Consiglio della scuola. Quindi, a meno di ricorsi avventati, il ragazzo rischia automaticamente la bocciatura. Una sanzione doverosa per un atto così violento, con la vile aggravante di essere stato attuato contro una donna.
È l’ennesimo episodio che conferma due tendenze in atto nella società odierna. In primis, la perdita di rispetto verso le figure educative adulte, professori in particolare. Poi, la sostanziale perdita di consapevolezza di alcuni adolescenti, che sembrano avvolti in una nube di insensibilità. Come se fossero protagonisti di un videogioco e non della loro vita reale. Per fortuna, la stragrande maggioranza dei ragazzi non è così: non dobbiamo dimenticarcelo. Invece, in merito al pugno del professore all’alunno di Pontedera, francamente non trovo alcuna giustificazione. Nonostante gli alunni a volte ci deludano, ci snervino, ci sbeffeggino più o meno nascostamente…siamo noi docenti a essere gli adulti, gli educatori, i potenziali “esempi”. Non possiamo cadere noi nella trappola dell’impulsività e della violenza.
Pugni da Oscar
È innegabile che il lavoro formativo con gli adolescenti sia stressante. Il compito educativo prevede una fatica emotiva notevole. Insegnare richiede, oltre alla preparazione didattica, una gran dose di pazienza e di calma psicologica: a riguardo, in inglese mi piace la parola balance, perché racchiude – anche nella sua sonorità – equilibrio e bilanciamento. Non credo siano utili dei test attitudinali per i docenti: è alla prova concreta in classe, lezione dopo lezione, che si vede la tenuta della disciplina – propria e altrui.
Io ricerco il mio balance con due abitudini, tanto semplici quanto naturali e fisiologiche. Dormire un numero sufficiente
di ore (almeno 6, anche nei periodi più densi d’impegni) e praticare attività sportiva almeno 2 o 3 volte a settimana. Ce lo suggeriscono migliaia di studi scientifici. Qualsiasi sport va bene. Nelle ultime settimane, oltre al nuoto e al padel, trovo grande beneficio in un corso simile alla fit boxe: mi carica di energia e mi scarica dalle tensioni. È molto bravo e coinvolgente l’istruttore: sotto la guida di Oscar, infatti, si tirano tanti pugni, cercando di controllare postura del corpo, muscolatura addominale e respirazione col diaframma. Pugni da Premio Oscar, insomma. Ma rivolti contro un sacco, non contro altre persone.
Alberto Introini, dopo aver insegnato in vari licei della provincia di Varese, dal 2008 è docente di Italiano e Storia presso l’Istituto Elvetico di Lugano (Svizzera). Ha due lauree, in Lettere-Filosofia (2002, Università Statale di Milano) e in Storia (2022, Università di Zugo, Svizzera). Iscritto dal 2004 all’Ordine dei Giornalisti di Milano, ha pubblicato 4 libri. Partecipa come relatore o moderatore a diversi eventi culturali nel nord Italia. La sua rubrica settimanale “Il prof tra i banchi” tratterà argomenti di scuola, didattica e formazione, commentando le notizie di attualità che si susseguiranno nel corso delle settimane.
Prof. Alberto Introini
Docente e scrittore
@intro.prof
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