L’aria di derby carica Caruso. Brown è una saracinesca
Il giovane pivot italiano domina in area, la guardia USA è favoloso in difesa. Nel finale è decisivo Ross. Owens dietro la lavagna: il suo è un peccato mortale
ROSS 7,5 – Gioca in generale una buona partita ma soprattutto sale di tono con il turbo quando la partita si decide, nei minuti finali. Penetra e scarica con precisione, trova la zingarata in area, imbuca una tripla pesantissima subito dopo quella di Caruso (+ 8 a 3′ dalla fine). Qui e là qualche fuori giri ma invito a guardare il tabellino: 17, 6/11 dal campo, 3/3 in lunetta, più assist che perse (6 contro 5) e 22 di valutazione. Chapeau.
WOLDETENSAE 5,5 – Certi tiri, soli con i piedi per terra fuori dall’arco, si devono segnare: non si pretende il 100% (ci mancherebbe) ma il suo 1/6 dall’arco è il dato che affossa quello generale. Ha un bel sussulto nel finale del secondo quarto ma appare sempre un po’ incerto in quello che fa. Questione di testa, probabilmente. Guardiamo il lato positivo: ha grandi margini e quando tornerà sui suoi livelli ne guadagnerà anche la squadra.
DE NICOLAO 6,5 – Impatto molto buono sulla partita nel secondo periodo: dà alla squadra quell’equilibrio che Ross – pur positivo in avvio – fatica a trovare. Nel resto dell’incontro ha ruoli più di contorno, non produce cifre esaltanti ma è sempre solido quando Brase lo chiama in causa.
LIBRIZZI 5,5 – Nove minuti in campo stavolta senza incidere davvero: punta il canestro ma desiste, prova a difendere ma non sempre graffia, sbaglia una tripla importante dall’angolo. Nulla di grave ma poteva fare meglio.
VIRGINIO 6 – Brase deve rimescolare i quintetti e trova un posto anche all’ala di Besozzo, che fa subito un paio di cose utili (un rimbalzo, una rubata), salvo poi scagliare un tiraccio dall’arco. Pazienza, era giusto prendersi la conclusione.
Carattere Openjobmetis: 101 punti a segno per vincere a Scafati
FERRERO 6,5 – “Solo tre punti?” potrebbe chiedersi uno spettatore che si ferma alla lettura del tabellino. “Solo tre punti” ma di importanza vitale, perché la tripla del capitano arriva quando Scafati è a -1 e pregusta il sorpasso beffardo nel cuore dell’ultimo quarto. Poi il Gianca si prende anche lo sfondamento dello spauracchio Lamb. Finisce pure senza voce per quanto provi dalla panchina a sostenere i compagni.
BROWN 8 – Partita monumentale in difesa: se Varese cambia la partita nel secondo quarto gran parte del merito di Markel, capace di fermare gli avversari praticamente in tutti i ruoli. Stoppa pure il pivot, ha le braccia dell’Ispettore Gadget che si allungano a rapinare palloni dalle mani altrui, legge in anticipo i passaggi tra giocatori in maglia gialla e via dicendo. In attacco va e viene, lascia qualcosa di troppo sul ferro (2/7 dal campo) e chiude a quota 9. Ma vince la sua partita altrove: anche 9 rimbalzi.
CARUSO 8 (IL MIGLIORE) – Da quanto la Pallacanestro Varese non aveva un pivot italiano dominante in attacco? Forse l’ultimo era biondo e spiccò il volo per Treviso a suon di milioni… Willy – un napoletano contro i salernitani di Scafati – chiude con 23 punti, è praticamente infallibile (9/11) e sfodera anche una precisione pazzesca dall’arco dei 6,75, per di più nel momento cruciale della partita. In area è più puntuale di un treno giapponese, nel ricevere gli scarichi degli esterni. “Solo 8” in pagella? Sì, perché gli manca sempre l’impatto a rimbalzo: quisquilia nell’economia di questa partita ma voce buona per il “development” futuro.
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OWENS 5 (IL PEGGIORE) – Non per il basket giocato, perché Tariq quando prende le misure diventa un fattore (10 punti con 5/5) grazie ai suoi movimenti d’altissima quota. Il voto è per la… disciplina: due falli nel primo minuto di gioco (con un antisportivo), la quinta penalità a un quarto d’ora dalla fine. Le attenuanti ci sono, perché il trio Martolini-Bettini-Capotorto crede di essere a una gara di fischio e dirige la partita con un metro fastidioso per tutti (il terzo fallo a Tariq è imbarazzante…), ma Owens non può permettersi di lasciare i compagni così presto, e in modo così ingenuo.
JOHNSON 7 – Sfiora quota 20 punti quasi senza farsi notare, una caratteristica dei bomber di razza. Altra partita di grande livello in attacco: salvo qualche tripla fuori bersaglio il suo apporto è ancora una volta prezioso e il suo modo di giocare calza a pennello con il basket voluto da Scola e proposto da Brase. Anche 4 assist, un paio dei quali non scontati ma frutto di una visione del passaggio superiore alla media. Piace, infine, un altro fatto: è il primo a prendersi responsabilità quando l’attacco si ferma, a costo di forzare. Non centra sempre il bersaglio ma con il suo modo di fare scuote i compagni di squadra.
Brase festeggia: “Nel finale abbiamo fatto le giocate giuste”
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