L’obbligo delle mascherine nelle strutture sanitarie e socio sanitarie rimane in tutta Italia

Il Ministro Schillaci, con un'ordinanza, ha prorogato al 31 dicembre 2022 l'obbligo di indossare i dispositivi di protezione negli ambienti medici ma anche in quelli socio sanitari come residenze per anziani o disabili. La posizione di Uneba Lombardia

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“Tenuto conto della maggiore  pericolosita’  del  contagio  connessa alle   situazioni   di   fragilita’   nelle   strutture    sanitarie, socio-sanitarie  e  socio-assistenziali  in   relazione   all’attuale scenario  della  pandemia  da  COVID-19  ed  all’approssimarsi  della stagione influenzale;
Ritenuto,  pertanto,  necessario   e   urgente   prevedere   misure concernenti  l’utilizzo  dei  dispositivi  di  protezione  delle  vie respiratorie   sull’intero territorio   nazionale   in    relazioneall’accesso   alle    strutture    sanitarie,    socio-sanitarie    e socio-assistenziali

È  prorogato  l’obbligo  di utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie da parte dei  lavoratori,  degli  utenti  e  dei  visitatori  delle  strutture sanitarie,  socio-sanitarie  e   socio-assistenziali,   comprese   le strutture di  ospitalita’  e  lungodegenza,  le  residenze  sanitarie assistenziali, gli hospice, le strutture riabilitative, le  strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti,  e  comunque  le strutture residenziali

La presente ordinanza produce effetti dal 1° novembre 2022 al 31 dicembre 2022”. 

La levata discu di da parte del mondo sanitario e socio sanitario ha indotto il Ministro della Salute Antonio Schillaci a rivedere il “liberi tutti” dal primo di novembre con l’ordinanza emanata ieri, 31 ottobre.

Fino a fine anno, nulla cambia in merito all’obbligatorietà di indossare le mascherine di protezione quando si entra in ambienti ospedalieri, medici , sanitari e socio sanitari in generale.

Soddisfatte soprattutto le associazioni delle residenze socio sanitarie che avevano chiesto di intervenire per prolungare i termini dell’obbligo.
Ieri, in vista della decisione dell’Assessore Moratti per la Lombardia, il presidente di Uneba Luca Degani aveva dichiarato:

« La scelta non deve essere legata a volontà politiche ma a una attenta analisi dei fattori di rischio. Non si tratta solo di un problema da studiarsi in termini di “cura” infettivologica ma soprattuto dal punto di vista igienico sanitario e di analisi del rischio. Ricordo che la Lombardia ha oltre 70 mila posti letto in rsa tra quelli accreditati e anche solo autorizzati rispetto ai 280k presenti in Italia. Oltre a migliaia di servizi diurni per anziani e di tutte le tipologie per persone disabili, dipendenti , afferenti alla salute mentale o in neuropsichiatria infantile.
Regione si era già espressa dopo il 31 marzo con la dgr 6837 del maggio 2022 dicendo che permaneva la necessità d uso delle mascherine per visitatori e operatori. Quella valutazione si rivolgeva a tutti i servizi sociosanitari a favore di tutta la popolazione fragile.

Oggi è giusto e comprensibile valutare e comparare il rapporto tra rischio e tipologia di fragilità. Giusto e comprensibile sarebbe togliere limitazioni a classi di età è stato di salute non a rischio. Quali ad esempio la Popolazione della neuropsichiatria infantile, delle dipendenze e della salute mentale.
Difficile invece pensare che la disabilità del settore sociosanitario e gli anziani non autosufficienti siano oggi in una situazione di “liberi tutti”.

Per i lavoratori non vaccinati decade da oggi la sospensione dal lavoro e consequenzialmente non hanno obbligo di green pass.
A commento comprensibili contrarietà dei visitatori che si trovano con obbligo di green pass diversamente dai lavoratori e qualche dubbio sulle strutture sociali e socio sanitarie destinate a utenza a scarso rischio salute ed alte necessità relazionali in relazione alla limitazione delle visite.
Per capirsi meglio le comunità alloggio per minori dei servizi sociali e le comunità di neuropsichiatria infantile.

La conoscenza scientifica sulla evoluzione del covid è chiaramente ancora limitata. Ma l’analisi dei fattori di rischio non lo è.

Per quanto concerne i ricoverati in rsa stiamo parlando di una popolazione ultra ottantenne con pluripatologie croniche esattamente identica ai soggetti a maggior rischio di letalità come manifestatosi in questi due anni e otto/nove mesi di pandemia. Serve un ultimo sforzo (anche con il prosieguo dei cicli vaccinali per operatori ed ospiti) per ridare serenità e certezze a un mondo che deve tutelare la salute ma anche la relazione».

Positivo anche il commento del segretario nazionale di Anaao Assomed Pierino Di Silverio il principale sindacato dei medici ospedalieri:
«L’Anaao Assomed accoglie con favore la proroga dell’obbligo delle mascherine negli ospedali e RSA fino al 31 dicembre, le nostre parole sono state ascoltate. Occorre prudenza, perchè l’epidemia da Covid19 non è finita e noi operatori sanitari portiamo sulle spalle la responsabilità del dono più importante, la salute, e nei nosocomi sono presenti i soggetti più fragili che hanno bisogno di essere protetti”»

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 01 Novembre 2022
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