Rapinò in Svizzera, chiesto il “non luogo a procedere” perché già condannato in Ticino
L’uomo, 31 anni, è accusato di far parte della “banda del taglierino” che colpi stazioni di servizio e cambiavalute
Era già stato catturato dalle autorità svizzere e condannato a due anni per rapina e il pubblico ministero per questo ha fatto valere il ne bis in idem internazionale chiedendo il non luogo a procedere, applicando la massima giuridica dunque per non poter venir processato due volte per lo stesso fatto.
La sentenza pronunciata dalla corte delle Assise criminale Svizzera di Lugano (organo collegiale) il 3 novembre 2017 vale come “piena coincidenza”, secondo il pubblico
Ministero di Varese per il reato contestato dalla giustizia italiana vale a dire quanto commesso a Ligornetto il 29 marzo 2017, una rapina, stesso fatto cui è fatto derivare la condanna.
Lo stesso vale anche per il reato di associazione a delinquere anche se non è stato riconosciuto in ambito svizzero poiché rientrante in una diversa veste giuridica. Il difensore Corrado Viazzo ha spiegato come l’applicazione delle sentenze viene a rientrare nell’ambito di applicazione da quanto previsto dall’applicazione degli accordi di Schengen, quindi anche per la rapina della primavera di cinque anni fa, mentre è stata pronunciata una ricostruzione giuridica sulla base del codice penale svizzero per la questione dell’associazione a delinquere contestata.
Il tribunale ha fissato l’udienza dove verrà espressa la decisione ai primi di dicembre.
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