Rasizza: “Il fallimento del Reddito di Cittadinanza non è certo colpa dei navigator, non avevano i necessari strumenti”

Il presidente di Assosomm e di Openjobmetis è stato ospite della la trasmissione "DiMartedì" su La7, condotta da Giovanni Floris

rosario rasizza

«Il fallimento del Reddito di Cittadinanza? Non è certo colpa dei Navigator. I Navigator ricordo che erano persone a cui spesso mancavano gli strumenti necessari, pensiamo soltanto ai sistemi di collegamento fra i database delle Regioni. Se aggiungiamo che poi lo hanno fatto nel periodo peggiore del mondo, quello della pandemia, la frittata è fatta. Tutte le mattine ci sono 2.500 persone, ovvero i dipendenti diretti delle nostre Agenzie per il Lavoro, che vanno a incontrare mediamente 4 aziende, il che vuol dire che ogni giorno incontriamo 10.000 persone, 10.000 aziende, che cercano delle nuove figure. Quindi quello che noi chiediamo al nuovo Ministro del Lavoro, Marina Calderone è: perché non apriamo un tavolo tutti insieme, ci sediamo, vediamo come potremmo valorizzare la loro esperienza per lavorare nelle Apl, cerchiamo insomma di fare squadra. Se le cose non vanno bene, miglioriamole». Lo ha dichiarato Rosario Rasizza, presidente di Assosomm (Associazione Italiana delle Agenzie per il Lavoro), ospite alla trasmissione “DiMartedì” su La7, condotta da Giovanni Floris.

Il conduttore ha poi chiesto a Rasizza cosa comporterebbe una prevedibile caduta dei consumi nei prossimi mesi per un Paese come l’Italia che già sta entrando in recessione: «Certamente comporterebbe delle problematiche per le famiglie e per i consumi stessi – ha risposto Rasizza – però ricordiamo che la cosa più importante su cui il Governo deve ancora esprimersi è il lavoro. Da quando si è insediato, l’unica cosa che noi abbiamo ascoltato è la comunicazione e l’invito del Ministro alle Parti Sociali. Va benissimo questo primo atto, però ci aspettiamo anche noi un invito come Assosomm e come Assolavoro perché abbiamo un altro problema, cioè riportare al lavoro quelle 660.000 persone che hanno dichiarato di essere pronte a lavorare, ma che attualmente prendono il Reddito di Cittadinanza. E allora, forse, poter rimettere a lavorare immediatamente queste persone, creando gettito e creando un’economia vera e concreta del lavoro, potrebbe essere una soluzione per dare un’accelerata al nostro Paese», ha concluso Rasizza.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Novembre 2022
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