Caso mascherine, assolti gli imprenditori, la Regione: “Abbiamo agito in emergenza”
Dopo la denuncia del Pirellone arriva la decisione dei giudici che “ribaltano“ il punto di vista nato dalla querelle giudiziaria

Arriva la sentenza dei giudici milanesi che ribalta il punto di vista sul caso delle mascherine acquistate da Regione Lombardia nel pieno della pandemia attraverso la centrale acquisti regionale «Aria»: gli imprenditori denunciati dal Pirellone (per aver ricevuto i soldi ma senza consegnare la merce, 2 milioni di mascherine in 24 ore) sono stati assolti, e nelle motivazioni si legge nero su bianco della «gestione disordinata da parte di Aria spa».
La Regione diventa dunque da vittima di truffa – che secondo i magistrati non c’è stata – a soggetto che viene messo sotto la lente per la sua condotta. E non solo. Secondo il Corriere della sera che riporta stralci delle motivazioni, la fretta di concludere l’accordo contrattuale con un fornitore, e dunque «di fare subito il pagamento», era dettata dal fatto che «nella conferenza stampa quotidiana Regione Lombardia intendeva comunicare di aver potuto procurarsi le mascherine anche più velocemente della Protezione Civile». Nella serata di martedì, tramite nota, è la stessa Regione intervenire sul punto, anche alla luce dell’eco mediatica che la vicenda ha avuto, esplodendo nel mezzo della campagna elettorale per le consultazioni regionali di febbraio.
«Successivamente a quanto formalizzato con nota protocollo del 27/02/2020 (nella quale erano riportati gli elementi contrattuali essenziali, compresi i termini della consegna), non avendo ricevuto i beni in oggetto nei tempi previsti, non avendo certezze sui futuri tempi di consegna, visto il pagamento anticipato e la conseguente condizione di rischio per le risorse pubbliche che si stava creando, Aria Spa ha ritenuto doveroso, in data 29/02/2020, segnalare la situazione alla Procura della Repubblica di Milano per le valutazioni di competenza».
La Procura, vista la documentazione presentata, ha sequestrato l’importo versato sul conto corrente dell’operatore economico.
«Si precisa inoltre che la condizione di anticipo dell’intero importo della fornitura era stata richiesta dall’operatore economico per bloccare la merce, altrimenti destinata ad altri clienti. L’anticipo dell’importo era reso possibile all’epoca dei fatti in deroga al codice dei contratti, per effetto degli specifici provvedimenti del Dipartimento di Protezione Civile nazionale».
Conclude la nota: «Prendiamo atto oggi che il giudice si è pronunciato per l’assoluzione dell’operatore economico sul versante penale. Ci preme sottolineare infine, che in un momento particolarmente difficile e caotico per il paese, Aria Spa ha sempre agito con il fine di acquisire velocemente i beni necessari alla gestione dell’emergenza, tutelando nel contempo le risorse pubbliche, scopo che, nello specifico caso, è stato raggiunto».
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