I Luoghi del Cuore Fai: tra i più votati della Lombardia anche due beni del Varesotto

Tra i beni più segnalati della Lombardia anche la Cascina dei poveri di Busto Arsizio e l'Eremo di Santa Caterina di Leggiuno

I Luoghi del Cuore della Lombardia 2023

Si chiusa con un’ottima partecipazione l’11esimo censimento nazionale de “I Luoghi del Cuore”, promosso dal Fai-Fondo Ambiente Italiano, con il supporto di Intesa San Paolo. Chiusa lo scorso 15 dicembre con 1.500.638 voti raccolti nel 2022 per più di 38.800 luoghi, la manifestazione si conferma la più importante campagna italiana di sensibilizzazione dei cittadini sul valore del patrimonio e sulla necessità di proteggerlo e valorizzarlo, com’è nella missione del FAI. Durante la conferenza stampa di giovedì 16 febbraio sono stati annunciati i vincitori nazionali – li trovate qui -mentre qui trovate i beni più votati della Lombardia, tra cui due mete del Varesotto: la Cascina dei poveri di Busto Arsizio e l’Eremo di Santa Caterina del Sasso Ballaro, Leggiuno (VA) . Luoghi da visitare almeno una volta, magari durante una bella gita fuori porta. Ecco i venti luoghi più votati della Lombardia, dal più votato in giù.

I Luoghi del Cuore della Lombardia 2023

Villaggio operaio di Crespi d’Adda, Capriate San Gervasio (BG)
Sulla punta dell’“Isola Bergamasca”, penisola dove il fiume Brembo confluisce nel fiume Adda e che, proprio per la sua posizione strategica, permetteva la produzione di energia elettrica tramite lo sfruttamento dell’acqua corrente, due imprenditori tessili e filantropi – Cristoforo Benigno Crespi e suo figlio Silvio Benigno – fondarono qui nel 1878 uno dei primi villaggi operai. Vi abitavano i lavoratori del cotonificio con le loro famiglie, per le quali vennero realizzati importanti servizi: la chiesa, la scuola, un ospedale, un circolo ricreativo, un teatro, un emporio, due lavatoi, dei bagni pubblici e persino dei campi sportivi e un parco. Il cotonificio ha operato fino al 2004 e l’intero villaggio nel 1995 è stato riconosciuto Patrimonio dell’Umanità UNESCO “in quanto esempio eccezionale” delle scelte di “industriali illuminati che andavano incontro alle esigenze dei lavoratori” e per l’integrità della su struttura. Il comitato “Associazione Pro Crespi”, in collaborazione con la Delegazione FAI di Bergamo, ha
partecipato al censimento “I Luoghi del Cuore” 2022 con l’obiettivo di continuare a valorizzare il sito e promuovere le necessità di recupero della Chiesa Parrocchiale del Santissimo Nome di Maria – copia esatta della chiesa rinascimentale di Santa Maria di Piazza a Busto Arsizio (VA), città da cui proveniva la moglie di Cristoforo Crespi – e della pineta storica.

Villa Mirabellino nel Parco della Reggia, Monza
Edificata nel 1776 dall’architetto Giulio Galliori, su committenza del cardinale Angelo Maria Durini, come dépendance per ospitare gli invitati del suo circolo letterario, e il suo giardino la collega visivamente, con un cannocchiale prospettico, con Villa Mirabello. Lasciata in eredità ai Trivulzio, fu in seguito usata da famiglie imperiali francesi e austriache finché, nel 1805, venne acquistata da Eugenio de Beauharnais, viceré d’Italia e principe di Venezia, che la donò alla moglie Augusta Amalia di Baviera. Il complesso fu inglobato nel Parco della Villa Reale, realizzato tra 1805 e 1808 su progetto di Luigi Canonica, e gli esterni furono rimaneggiati a metà del secolo, alterandone le linee originarie. Nel 1919 l’insieme di parco ed edifici passò dalla Corona al Regio Demanio e nel 1920 Villa Mirabellino venne consegnata all’Opera nazionale pro Orfani e Infanti di guerra; nel 1942 venne data in concessione gratuita ai Comuni di Milano e Monza e alcuni anni dopo l’Amministrazione milanese vi insediò una colonia elioterapica, con la realizzazione di una serie di interventi che snaturarono completamente lo spazio interno. Da decenni l’edificio, deturpato da atti vandalici, versa in uno stato di totale abbandono e la raccolta voti al censimento del FAI 2022 è stata promossa dal comitato “Amici del Mirabellino” con l’obiettivo di sensibilizzare sull’urgenza di un restauro conservativo e di individuare una nuova destinazione d’uso.

Santuario e Chiesa rupestre di San Vittore Martire, Brembate (BG)
La Chiesa si presenta oggi come un complesso su tre livelli sovrapposti: al primo, poco più alto del greto del fiume, si trovano tre grotte residue di una più ampia erosione provocata dall’acqua; al secondo livello in un’ampia grotta è stata ricavata la chiesa rupestre ipogea; al terzo sono state erette la chiesa quattrocentesca e la canonica. La primitiva chiesa inferiore, a cui si accede mediante una scala esterna, è la più antica, segnalata per la prima volta nel 962. Denominata tradizionalmente “Grotte di San Vittore”, è considerata una rara chiesa rupestre di pianura affrescata. La grotta, ampliata, fu chiusa lungo il lato che dava sul fiume per proteggere l’edificio dalle piene. Il comitato “Per la valorizzazione del Santuario e della Chiesa Rupestre di San Vittore Martire” è nato dall’incontro di diverse associazioni locali che hanno a cuore il destino del bene: la sua posizione sul fiume rende necessario un continuo controllo dell’umidità. La partecipazione al censimento “I Luoghi del Cuore” 2022 è servita a portare alla luce i tanti bisogni di questo luogo: tra i più urgenti, il recupero degli affreschi del XIV secolo della chiesa rupestre e il restauro del ciclo pittorico dell’abside della chiesa superiore di Gian Battista Botticchio, datato 1663. La Delegazione FAI di Bergamo ha sostenuto la raccolta voti di questo e di tutti i luoghi del territorio.

Plesso storico di San Michele, Torre de’ Busi (BG)
Nella Valle San Martino, tra Lecco e Bergamo, sorge sulla sommità di un crinale circondato da boschi, torrenti e piccole frazioni un complesso religioso con una storia molto antica. Gli abitanti del territorio solevano percorrere a piedi la mulattiera che, con le stazioni della Via Crucis, permette di raggiungere questo luogo di preghiera. Il Plesso di San Michele si compone dell’omonima chiesa, della canonica e del più antico Oratorio di Santo Stefano, che risale al XII secolo. Al suo interno si ammirano ampi frammenti di un importante ciclo di affreschi del XIV-XV secolo. La chiesa, più tarda (XV secolo), presenta decorazioni tardo-barocche e un pregevole altare intarsiato. Sul lato destro è addossato un porticato esterno che funge da passaggio pedonale: più volte ricostruito, oggi è inagibile per la frana che mette in pericolo la struttura dell’intero edificio. Il “Comitato per la valorizzazione del Plesso storico di San Michele”, che comprende la Pro Loco, i parrocchiani, gli Alpini e l’Amministrazione comunale che si prendono cura del luogo e promuovono visite speciali all’Oratorio, ha raccolto voti al censimento “I Luoghi del Cuore” 2022 con la speranza di salvarlo definitivamente. La Delegazione FAI di Bergamo ha sostenuto la raccolta voti di questo e di tutti i luoghi del territorio. Il Plesso storico di San Michele fa parte della classifica speciale “I Borghi e i loro luoghi”.

I Luoghi del Cuore della Lombardia 2023

Circolo Combattenti e Reduci, Milano
Il Circolo Combattenti e Reduci rappresenta un pezzo della vecchia Milano a pochi passi da Chinatown. Insediatosi nel 1919 all’interno dell’antico Dazio di Porta Volta, il Circolo accoglie ogni giorno i suoi ospiti all’ombra di uno storico glicine che domina il giardino. Oltre a essere un punto di riferimento per l’intero quartiere, qui si intrecciano generazioni e si mantengono tradizioni attraverso la commemorazione delle ricorrenze storiche, le manifestazioni culturali e le attività artistiche. All’interno del Casello Daziario e del suo giardino si ritrovano i soci veterani, che frequentano il circolo da più di quarant’anni, e i ragazzi più giovani alla ricerca di racconti sulla Milano di un tempo. Un luogo segreto ricco di memoria, resistente al cambiamento e alle mode della città, il cui giardino, cuore pulsante del Circolo, sarà distrutto con la realizzazione di un nuovo progetto urbanistico che partirà nei prossimi mesi. Il luogo è stato votato con la speranza di salvare il giardino e il monumentale glicine con oltre 70 anni di vita e una circonferenza di 115 cm.

Paesaggio rurale di Cavagna – S. Egidio, Lecco
Il borgo rurale di Cavagna si trova poco distante dal centro abitato di Lecco. La difficoltà di accesso al borgo ha permesso che il nucleo abitato di Cavagna si presenti ancora oggi come piccolo e incorrotto borgo rurale che conserva eccezionalmente intatto l’impianto settecentesco rilevato nel catasto teresiano (1720) dove è segnato con l’antica dizione di “Agna”. Formato da un compatto gruppo di caseggiati, per la maggior parte non ancora toccati da interventi di recupero invasivi, emerge tra questi una caratteristica “casa da nobile”, appartenuta al poliedrico mercante Pietro Antonio Valsecchi (1707-1786), capostipite di fortunata stirpe di cartai e setaioli. Ciò che rende eccezionale il paesaggio di Cavagna, in un territorio profondamente urbanizzato come quello di Lecco, è la sopravvivenza della vasta area agricola circostante il borgo, solcata da mulattiere e sentieri pedonali che sono passeggiata privilegiata e irrinunciabile dei lecchesi e di numerose famiglie, a pochi passi dalla città. Da Cavagna seguendo un’antica mulattiera pianeggiante si costeggia il versante fino alla località Forni e da lì a Sant’Egidio, dove, isolata in un vasto prato, si trova l’omonima chiesa di origini remote, documentata dal XIII secolo. A semplice navata conserva affreschi tra cui uno secentesco con i Re Magi. Situata lungo un antico percorso, nel XV secolo era sede di un ospizio. Nonostante i lavori dei secoli più recenti, la struttura rimane quella di impianto medievale. L’Associazione “Insieme per S. Egidio”, attraverso il censimento del FAI 2022, ha voluto concentrare l’attenzione sulla necessità di restauro della Chiesa e dei portoni lignei oltre a una indispensabile messa in sicurezza dell’abside dalle numerose infiltrazioni.

I Luoghi del Cuore della Lombardia 2023

Cascina dei Poveri, Busto Arsizio (VA)
Di origine medioevale, la Cascina era inizialmente strutturata come un borgo autonomo e autosufficiente appartenente alla Pieve di Gallarate. Nel XVI secolo la Scuola dei Poveri di Busto Arsizio ne divenne proprietaria e, nella seconda metà del Seicento, iniziarono i lavori per la costruzione della chiesetta di San Bernardino, della sacrestia e del cimitero (ora andato distrutto). Nel XVIII secolo fu realizzato il campanile, mentre nel 1920 l’edificio venne ampliato con la realizzazione di un nuovo presbiterio. La Cascina dei Poveri, che nel 1918 contava ancora 400 abitanti, restò popolata sino ai primi anni Settanta, quando venne abbandonata. Successivamente, il Comune di Busto Arsizio è diventato proprietario di parte del bene e della chiesetta di San Bernardino, restaurata nel 2000 attraverso i B.O.C. (Buoni del Comune) emessi dall’Amministrazione, che gli abitanti hanno acquistato in pochissimi giorni. In occasione del censimento del FAI 2022, la raccolta voti a favore della Cascina, oggi in stato di degrado, è sostenuta dal comitato “Pro Cascina dei poveri” per sensibilizzare sull’urgenza di un intervento.

Oratorio della Beata Vergine Assunta, Calvenzano (BG)
Immerso nei campi coltivati a sud di Calvenzano, lungo la via Misano, sorge l’Oratorio della Beata Vergine Assunta detta anche Madonna dei Campi o Chiesetta degli Alpini. Si tratta di una chiesa campestre, in cotto, con abside a est e portico di accesso a ovest, che conserva al suo interno degli splendidi affreschi seicenteschi. La facciata risale al XVI secolo, mentre il campanile è di epoca precedente. L’interno è caratterizzato da una sola navata con due campate e presbiterio, coperti da volte a crociera. Le pareti e le volte sono completamente rivestite da affreschi dell’artista cremasco Tommaso Pombioli (1579-1636), datati 1623. Completamente ristrutturato negli anni ‘80, gli affreschi della chiesa sono stati restaurati nel 2000, grazie alla locale sezione degli Alpini. La chiesetta è visitabile ogni terza domenica del mese da maggio a ottobre grazie agli Alpini, ai Volontari del FAI e agli studenti del Liceo Classico dell’Istituto Salesiano Don Bosco di Treviglio che desiderano promuoverne la conoscenza. La Delegazione FAI di Bergamo ha sostenuto la raccolta voti di questo e di tutti i luoghi del territorio. L’Oratorio della Beata Vergine Assunta fa parte della classifica speciale “I Borghi e i loro luoghi”.

Ospedale Serbelloni, Gorgonzola (MI)
L’Ospedale Serbelloni di Gorgonzola venne progettato dall’architetto milanese Giacomo Moraglia (1791-1860) e realizzato tra il 1848 e il 1860 grazie ai lasciti di tre facoltosi personaggi, il duca Gian Galeazzo Serbelloni, il signor Angelo Maria Cagnola e don Isidoro Cagnola. Il complesso architettonico ricalca strutturalmente lo schema dei palazzi signorili, adattato qui alle esigenze del ricovero. Il corpo centrale, disposto su tre piani, è caratterizzato da un portale affiancato da quattro grandi colonne corinzie in travertino rosa di Baveno (sponda piemontese del Lago Maggiore), che poggiano su grossi blocchi cubici e sorreggono una trabeazione con la scritta “Ospitale Serbelloni”. Questa parte è collegata, per mezzo di due serie di arcature, a due cappelle laterali, che concludono il prospetto frontale: a sinistra la cappella dedicata a San Giuseppe e a destra l’ex cappella mortuaria. È circondato da un vasto parco. Nel 1916, per esigenze belliche, la struttura diviene ospedale di riserva per accogliere i feriti dal fronte. Finita la parentesi della guerra, inizia l’epoca della razionalizzazione ospedaliera su scala nazionale. Per anni, dall’inizio del ‘900 l´Ospedale Serbelloni tenta di mantenere gli standard sempre più avanzati delle grandi strutture più moderne, fino a quando nel 1975 il corpo principale dello stabile viene giudicato non idoneo alle funzioni ospedaliere. Oggi, nei rinnovati locali, sorge una struttura sanitaria che offre molte prestazioni al territorio. Un luogo da valorizzare e promuovere per la sua particolare storia; un Luogo del Cuore realizzato, migliorato e ampliato negli anni grazie alle generose donazioni non soltanto dei fondatori Serbelloni, ma di tante famiglie e opere religiose, che ne hanno fatto un monumento alla beneficenza e alla solidarietà.

Chiesa del Sassello, Bormio (SO)
La Chiesa della Beata Vergine del Sassello o della Pazienza di Bormio, dedicata alla Visita di Maria a Elisabetta, è comunemente nota come del Sassello per il sasso sul quale la chiesa è ancorata. Le prime notizie si ricavano da un’antica iscrizione, conservata nello sguincio della finestrella absidale, dove si legge che l’edificio venne fatto costruire nel 1398 da Giovanni Ianacini al cui figlio Brizio rimase il compito di completarne la decorazione. È probabile inoltre che lo stesso Brizio si occupò di far eseguire l’ancona, originariamente posta sull’altare della chiesa e ora conservata presso il Museo Civico di Bormio. Si tratta di un altare a sportelli raffigurante la Madonna con il Bambino tra le sante Lucia e Margherita. A partire dal 1684 il sacerdote Baldassarre Bellotti diede inizio a una serie di lavori di ristrutturazione: la chiesa fu ampliata e si realizzò un nuovo altare ligneo. A questo secolo risalgono anche le più antiche tavolette votive conservate nella chiesa. Tele, paramenti e suppellettili arricchiscono la chiesa, che oggi versa in un tale stato di deterioramento da non consentire il rinvio degli interventi di recupero, sia della parte muraria e architettonica, sia degli affreschi, degli arredi e degli oggetti liturgici in essa conservati. I volontari del Gruppo FAI Bormio hanno scelto il censimento “I Luoghi del Cuore” affinché la popolazione residente e i molti turisti che frequentano il bormiese, acquisiscano consapevolezza sul valore di questo monumento e della necessità di salvaguardarlo. La Chiesa del Sassello rientra nella classifica speciale “I Borghi e i loro luoghi”.

I Luoghi del Cuore della Lombardia 2023

Eremo di Santa Caterina del Sasso Ballaro, Leggiuno (VA)
Abbarbicato sulla roccia del Sasso Ballaro e affacciato sul Lago Maggiore, tradizione vuole che l’Eremo venisse fondato dal ricco mercante Alberto Besozzi che, scampato a un naufragio durante la traversata del lago grazie alle preghiere rivolte a Santa Caterina, decise di ritirarsi su quel tratto di costa e condurvi vita da eremita. Qui fece edificare una cappella dedicata a Santa Caterina d’Egitto, attualmente visibile sul fondo della chiesa. La cappella, che risale al XII secolo, fu presto affiancata da altre due chiese, quella di San Nicola e quella di Santa Maria Nova, la cui esistenza è certa a partire dal XIV secolo. Abitato inizialmente dai Domenicani, dal 1314 al 1645 guidarono l’Eremo i frati del Convento milanese di Sant’Ambrogio ad Nemus, sostituiti poi dai Carmelitani fino al 1770. L’eremo fu protagonista, all’inizio del Settecento, del miracolo dei massi ballerini che, staccandosi dalla roccia, precipitarono sulla chiesa ma restarono impigliati nella volta di una cappella, senza causare gravi danni, e rimanendo sospesi fino al 1910. Per promuovere la conoscenza del luogo e del territorio in cui si trova, l’Eremo è stato votato al censimento  “I Luoghi del Cuore” 2022. L’Eremo rientra nella classifica speciale “I Borghi e i loro luoghi”.

Cripta di Sant’Eusebio, Pavia
La cripta è ciò che rimane di una chiesa di probabile fondazione longobarda, riconosciuta come la cattedrale ariana della città e ricordata da Paolo Diacono negli anni del re Rotari (636-652), che venne ridedicata a Sant’Eusebio, nemico dell’eresia ariana, dopo la conversione della popolazione longobarda all’ortodossia cattolica nella seconda metà del VII secolo. L’edificio, ricostruito in forme protoromaniche nell’XI secolo, variamente rimaneggiato tra Cinquecento e Seicento e poi ricostruito nel Settecento, fu raso al suolo nel 1923 per far spazio al Palazzo della Posta. Ne rimane così la sola cripta, che dal 1975 è aperta al pubblico con fruizione saltuaria. Proprio la cripta è stata votata al censimento da tutti coloro che desiderano vedere tutelato un monumento significativo per la storia di Pavia, che necessita di un restauro complessivo.

Cappella di San Rocco (di Girolamo Romanino), Villongo (BG)
Costruita agli inizi del XIV secolo, sul sagrato della Chiesa Parrocchiale di Villongo S. Filastro, la chiesina custodisce un ciclo di affreschi realizzati dal pittore bresciano Girolamo di Romano, detto il Romanino, che ha come soggetto la Madonna col Bambino tra i santi Rocco e Sebastiano e, nelle pareti laterali, S. Girolamo e S. Filastro. Romanino utilizza in numerosi suoi interventi, soprattutto all’interno degli edifici sacri, ambientazioni civili con personaggi molto legati al territorio. Dato lo stato di conservazione precario, la cappella è stata oggetto di restauri sin dagli inizi del Novecento. L’intervento più decisivo è stato realizzato nel 1967, quando gli affreschi vennero prelevati dal restauratore Giuseppe Arrigoni e sistemati nel vicino Battistero, dove rimasero fino al 1998. Oggi sono visibili in una cappella ricostruita nella Casa Bondurri poco lontana, di fronte al Battistero. I dipinti trasmettono ancora l’autenticità del tratto romaniniano, data dall’immediatezza e dalla forza espressiva di questo grande artista. Il recente acquisto della casa ha posto il problema di una ricollocazione che, per ragioni storiche e conservative, si identifica nella Cappella di San Rocco. La comunità di Villongo si è attivata al censimento “I Luoghi del Cuore” 2022 per far conoscere questo bene di grande valore identitario. La Delegazione FAI di Bergamo ha sostenuto la raccolta voti di questo e di tutti i luoghi del territorio.

Corenno Plinio, Dervio (LC)
Il borgo è situato su un promontorio a picco sul Lago di Como, in cima al quale svetta il castello realizzato nel XIV secolo per volere della famiglia Andreani, che dal 1277 aveva ottenuto il feudo di Corenno dall’Arcivescovo di Milano Ottone Visconti. Il nome Plinio venne aggiunto nel 1863, dopo l’unificazione d’Italia, ritenendo che Plinio il Giovane, funzionario dell’Impero Romano e scrittore nato a Como, avesse posseduto quella villa che “posta su una rupe dominava il lago”. Vicino al castello si trovano la chiesa parrocchiale e i tre grandiosi monumenti funebri della famiglia dei conti Andreani. Il comitato “Corenno nel cuore”, attraverso la raccolta voti al censimento del FAI 2022, intende valorizzare il borgo medievale preservandone la secolare struttura urbanistica e promuovere la riqualificazione della piazza. Corenno Plinio fa parte della classifica speciale “I Borghi e i loro luoghi”.

Santuario della Madonna dell’Olmo, Verdellino (BG)
Il bene sorge nell’area industriale del comune di Verdellino, dove un tempo era aperta campagna, protetto da un muretto che cinge l’erboso sagrato in acciottolato, nel mezzo del quale si trova il secolare olmo che diede nome al Santuario e sul quale la tradizione vuole che sia apparsa la Madonna. La comparazione con i molteplici analoghi edifici sparsi nella bergamasca fa propendere per un’origine romanica dell’edificio, sottoposto nei secoli a ristrutturazioni e addizioni che ne hanno alterato notevolmente l’aspetto architettonico. Il santuario ha una struttura a navata unica, a pianta rettangolare divisa in due campate da archi a sesto acuto. Le pareti della navata sono riccamente decorate con affreschi quattro-cinquecenteschi. Il presbiterio coperto da una volta a ombrello, è a pianta rettangolare con tre piccole absidi ed è diviso dalla navata da una grande cancellata. Il pronao aggiunto tra il XVI e il XVII secolo ha violato l’austero aspetto romanico del Santuario. La Pro Loco Verdellino Zingonia APS ha  scelto di promuovere il Santuario come Luogo del Cuore con l’intenzione di renderlo fruibile in un tempo più ampio, grazie a giovani accompagnatori adeguatamente formati. Il luogo necessita di restauri attualmente parzialmente in corso.

Strada della Forra, Tremosine sul Garda (BS)
La Strada prende il nome dalla forra scavata dal torrente Brasa nel territorio di Tremosine sul Garda. Un’opera ritenuta impossibile da realizzare e che fu costruita grazie all’intervento di Monsignor Giacomo Zanini e di Don Michele Milesi: essi convinsero della bontà dell’impresa il conte Vincenzo Bettoni, allora deputato. Con un’apposita legge si stabilì che il Governo avrebbe finanziato metà dell’opera, un quarto sarebbe stato pagato dalla Provincia e il resto dal Comune. I lavori iniziarono nel 1908 e si conclusero con l’inaugurazione il 18 maggio 1913. Nel 2020 la strada venne chiusa per dissesto ambientale e a maggio di quest’anno finalmente è stata riaperta, compreso il celebre tratto della Forra che Winston Churchill definì l’ottava meraviglia del mondo. Il comitato “Pro Loco Tremosine” si è attivato al censimento del FAI per promuovere una valorizzazione culturale e ambientale dell’area, attraverso la riqualificazione degli antichi sentieri che permettono di raggiungere la strada, così come la creazione di cartellonistica con grafica coordinata che possa essere utile a chi viene a scoprirla.

Chiesa di San Lazzaro, Pavia
La Chiesa di San Lazzaro è situata fuori dalle mura antiche di Pavia, lungo la via Francigena, che in questo tratto un tempo riprendeva il percorso dell’antica strada romana che collegava la città a Cremona, Piacenza, fino a Roma. La prima notizia certa della sua esistenza risale al 1157 quando l’aristocratico pavese Gislenzone Salimbene donò alla Chiesa alcune proprietà fondiarie. Grazie a una serie di documenti del XIV secolo sappiamo che l’ospedale annesso era specializzato nell’assistenza ai malati di lebbra. Papa Pio IV, nel 1565, assegnò la gestione della chiesa e dell’ospedale all’Ordine di San Lazzaro, nato a Gerusalemme nel XII secolo per offrire cure e assistenza ai lebbrosi. Il bene si presenta in discreto stato di conservazione per quanto riguarda la facciata e l’interno, caratterizzato da resti di affreschi databili ai primi decenni del XIII secolo che rappresentano l’Incoronazione di Cristo e della Vergine. Gli spazi esterni diversamente versano in cattive condizioni, soprattutto a causa del distacco di porzioni incoerenti di intonaco dal muro, e non sono al momento fruibili. L’obiettivo del comitato “Amici di San Lazzaro”, che lo ha fatto votare al censimento del FAI, è quindi quello di recuperare le aree a rischio e promuovere il complesso come centro per l’organizzazione di attività culturali, artistiche, musicali o ricreative di interesse sociale.

Chiesa di San Giorgio, Bottanuco (BG)
Circondata da un piccolo spalto di prato, la Chiesa di San Giorgio sorge a Bottanuco nel punto in cui il paese abitato inizia a lasciare spazio ai sentieri naturalistici che conducono all’interno del Parco Adda Nord. La prima notizia inerente all’edificio risale al 1550, anno della prima Visita Pastorale. L’interno, a navata unica con pianta ottagonale coperta da volta a botte, ospita un piccolo altare in marmo con un quadro raffigurante la Vergine con il Cristo Morto tra San Giorgio e Sant’Isidoro, dipinto nel 1763 da Gaetano Peverada (1742-1819), pittore originario del vicino paese di Ponte San Pietro. Sul lato destro dell’altare un’apertura nella parete immette nella piccola sagrestia, dove è possibile suonare la campanella che si trova sul campanile. La Delegazione FAI di Bergamo ha sostenuto la raccolta voti di questo e di tutti i luoghi del territorio.

Palazzo Besta, Bianzone (SO)
Il Palazzo Besta di Bianzone si presenta come esempio di dimora nobiliare alpina rinascimentale, circondato da due ettari di terreno. Ha conservato i suoi tratti originari: gli snelli comignoli, le lunette del cornicione di gronda, le simmetriche aperture contornate di pietra verde e la colombaia ai margini della proprietà, anch’essa con affreschi e decorazioni. La pianta ricalca la caratteristica forma a “U” di matrice medioevale. Il corpo di fabbrica, immediatamente di fronte all’ingresso, presenta al piano terra una nicchia affrescata, in stato di avanzato degrado. Al primo piano, si trova un interessante loggiato, costituito da cinque campate con archi a tutto sesto impostati su pilastrini in pietra verde di Tresivio. Il corpo principale del fabbricato è di forma rettangolare con i lati di circa 32 per 20 metri e si sviluppa su tre piani, oltre alle cantine. Una ripida scala, con una graziosa volta affrescata a grottesche, conduce ai piani superiori. A sinistra della scala, l’ingresso in una cucina con una particolare volta a ombrello e un grande camino. Adiacente, un piccolo locale foderato di legno. Sempre al pian terreno, i vani ricavati dalla chiusura del porticato ospitavano l’antico torchio e altri attrezzi agricoli. Al primo piano, si trova il salone principale, con raffigurati sulla volta alcuni episodi della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso. Il secondo piano, dissestato gravemente, presenta vani con pregevoli soffitti a cassettoni, mentre il piano cantinato è a volte. Votato nella speciale classifica “I Borghi e i loro Luoghi”, Palazzo Besta necessita di urgenti lavori di recupero. Palazzo Besta fa parte della classifica speciale “I Borghi e i loro luoghi”.

Deposito tram interurbani ATM (ex Stel), Desio (MB)
Nel 1924 la società aveva rilevato dalla Lombardy la tranvia Milano Carate-Giussano con l’impegno di elettrificarne la linea. Il deposito fu costruito a Desio nel 1926 dalla STEL (Società Trazione Elettrica Lombarda) e attualmente risulta di proprietà di ATM (allora ATMI – Azienda Tranviaria Municipale Interurbana), che acquisì le linee nel 1939. Il deposito è rimasto attivo fino al 30 settembre 2011, quando la linea tranviaria è stata sostituita da un servizio di autobus e il deposito è stato abbandonato. Il complesso rappresenta un importante esempio di archeologia industriale: quattro anni, fa quando ATM pubblicò un bando per la distruzione del deposito e dei rotabili al suo interno, il comitato “Amici del Deposito ATM”, raggiungendo quasi 50.000 firme con una petizione online, riuscì a ottenere il vincolo sia sugli immobili che sui rotabili. Purtroppo, però, all’interno dell’area sono rimessati, in precarie condizioni, ben 42 rotabili storici ATM. Alla luce di questa situazione il comitato si è attivato al censimento “I Luoghi del Cuore” per sensibilizzare sull’importanza del recupero di questo immobile, ormai in condizione di degrado e oggetto di continui atti vandalici.

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Pubblicato il 16 Febbraio 2023
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