Nella cascina di Angera dove Jessica mostra al mondo il potere dei cavalli

Jessica Menegon comunica in modo straordinario con gli animali. La sua storia e quella della coraggiosa scelta dei suoi genitori di cambiare vita e aprire le porte agli altri

Jessica menegon

(Foto in alto Federica Lesinigo) Sguardi che si cercano, si trovano, si parlano. In mezzo al suo branco Elsa sente Jessica ben prima che arrivi da lei. Come sorelle, ventidue anni la prima, ventisette la seconda, si capiscono a pelle. Cavalla Haflinger, la prima, donna felice, la seconda.

Sussurrare ai cavalli, proprio come faceva Robert Redford in un celebre film, è una capacità che Jessica Menegon possiede in modo innato: «L’ho capito fin da quando ero piccolissima, a 4 anni, quando mio nonno mi fece avvicinare per la prima volta a un cavallo». Tuttavia, è un’esperienza che, imparando, tutti potrebbero fare, anche perché i cavalli amano dialogare con gli esseri umani che li sanno approcciare nel modo giusto: «Ovviamente nel loro linguaggio, che non è il nostro, che non è fatto di parole, ma utilizza altre forme di comunicazione». E imparare a sussurrare ai cavalli può diventare addirittura una terapia: «In molti casi, gli psicologi consigliano a persone con determinati problemi di avvicinarsi ai cavalli, prendendosene cura, imparando a interagire con loro, non necessariamente cavalcandoli».

Tutt’intorno alla cascina Menegon di Angera, dove si avvertono i primi segnali di una primavera precoce, una volta era tutta palude, poi in parte bonificata dai contadini al soldo dei Borromeo: una poiana gioca con le correnti calde e si alza stridendo, come a voler lanciare segnali di gioia nel cielo, mentre sotto, tra i prati gli aironi immobili attendono prede da infilzare tra i prati umidi. «È un piccolo paradiso, ti si apre il cuore ed è il contesto ideale per imparare a conoscere i nostri cavalli».

La scelta (coraggiosa) di una famiglia

Cavalli che pascolano liberi in branco. Secondo natura: «La loro natura», ci tiene a precisare Jessica che, assieme alla sua famiglia, ha coronato il suo sogno e lo vive ogni giorno. «Devo tutto alla scelta coraggiosa dei miei genitori. Mio padre faceva il camionista, mia madre era una parrucchiera e a un certo punto hanno cambiato vita, anche dopo aver visto me da bambina piccolissima, che avevo un rapporto speciale con i cavalli». La cascina di famiglia è nata così, da papà Giampiero e mamma Marcella che decidono di cambiare tutto nelle loro giornate, facendo crescere la loro figlia in un mondo quotidiano tutto diverso da quanto avevano avuto attorno ogni giorno per i primi trent’anni della loro vita: non è un semplice maneggio e la loro non è una scuola di equitazione come le altre. Sono esperti e grandi appassionati di monta americana che, spiegata da un reporter profano a lettori profani, è quella dei cowboy, resa celebre dal cinema.

Jessica menegon

E cascina Menegon sembra in effetti un angolo “western” creato nel verde incontaminato dell’entroterra angerese, sul Lago Maggiore. Senza saloon, pistole e indiani, ma con i cavalli che pascolano in branco: «Prima di tutto viene il benessere dei nostri animali, che vuol dire rispettare i loro ritmi, la loro natura, le loro dinamiche in branco e il loro modo di esprimersi. Molti dei nostri cavalli, se non c’è una specifica necessità, non vengono nemmeno ferrati». E, in questo contesto, chi vuole, può imparare a entrare in relazione, la più autentica possibile, con questi meravigliosi animali: «A volte anche senza cavalcarli e, in alcuni casi, imparando a montarli anche a pelo, per sentire il più possibile il calore, il ritmo, il movimento degli animali».

Un po’ come ha iniziato Jessica fin dall’infanzia, soprattutto con la sua Elsa, cavalla magnifica che qualche anno fa ha partorito Zafira, altro animale che ha accompagnato questa graziosa cowgirl angerese nelle competizioni più recenti. Jessica Menegon ama anche le competizioni agonistiche, soprattutto nel Mountain trail e nel Reining, specialità nelle quali ha ottenuto successi prestigiosi, titoli nazionali e vittorie anche in campo europeo.

Jessica a FieraCavalli

Anni fa, la prima volta che si esibì a Verona, alla FieraCavalli, lasciò il pubblico a bocca aperta: al di là dei risultati sportivi e degli aspetti tecnici di grande valore, vedere Jessica Menegon giocare con i suoi animali è davvero un’emozione che non lascia indifferenti. «Ed così che andò la prima volta che qualcuno si accorse di me, per caso, quando ero una ragazzina, mentre giocavo con i cavalli ad Angera, assieme a una mia amica: mi proposero di esibirmi proprio a Verona, dove ogni anno si tiene la fiera più importante di questo settore». Da allora, tanto lavoro, precisione, attenzione l’hanno portata a essere una delle più straordinarie amazzoni d’Italia. Alla sua maniera, soprattutto con i cavalli Haflinger, una razza italiana molto particolare: «Fondamentale è il tempo, tanto, che va condiviso con il cavallo. Solo stando tanto con lui, si riesce a entrare in relazione, a comunicare, a capirsi: a me viene naturale, lo facevo da piccola, quando mi arrabbiavo e litigavo con i miei. Sparivo e rimanevo per ore con la mia Elsa, l’accarezzavo, l’accudivo, le parlavo. Una volta, da bambina, mi trovarono persino addormentata nel suo box».

Da sempre, per Jessica Menegon i cavalli non sono essere umani, ma fratelli a quattro zampe che comunicano, interagiscono e ti aiutano a essere una persona migliore: «Il cavallo parla, comunica con le sue regole, muovendo le orecchie o le labbra, l’incollatura, ovvero alzando o abbassando la testa. Per prima cosa magari ti annusa e vuol dire che si sta aprendo, che vuole conoscerti. Il cavallo, poi, sente come stai: è in grado di sentire i tuoi battiti anche a distanza, intuisce già da lontano se non sei in sintonia, se sei arrabbiata per qualche motivo, se sei nervosa».

Dagli sguardi, le carezze, i dialoghi fatte di gesti e movimenti alle gare c’è tanto, anzi tantissimo esercizio, una costante ricerca di empatia: «Con Elsa, per esempio, durante le esibizioni o le gare sono arrivata a saltare una corda infuocata. È un esercizio che richiede una grande fiducia reciproca». E, se mamma Marcella, ha un approccio più didattico verso le persone che arrivano alla cascina per imparare, Jessica è istintivamente più attratta dalla relazione con i cavalli: «Più sono difficili i cavalli, più mi sento stimolata, è una sfida che amo. E a parlare e a comunicare con la gente non sono brava come mia madre, io sono più a mio agio con gli animali». Carattere forte, Jessica sa quel che vuole e si pone traguardi seguendo i ritmi e il volere della natura, la sua e quella delle creature che vivono con lei, compresi i suoi cani e un falco di Harris.

Generico 13 Feb 2023

Ricominciare

Oltre a una mandria di proprietà, alla cascina di Angera arrivano anche cavalli in ricovero, spesso problematici, che i loro proprietari faticano a gestire: «Certi animali vengono bollati come “difficili”, ma a volte sono i loro padroni ad avere problemi». Ed è per questo che il lavoro più intenso è sull’approccio delle persone agli animali: «Si parte dal guardarsi dentro, imparando persino a gestire la propria respirazione e la propria energia».

A suo modo, dunque, un cavallo ti può insegnare a essere una persona migliore, può spiegarti a modo suo come vivere meglio, ma il suo concetto di “qualità della vita” può essere molto lontano dall’idea prefabbricata da noi uomini, che ormai viviamo in una società che impone regole, priorità, schemi mentali distanti dai ritmi della natura. Imparare a dialogare, a entrare in relazione con un cavallo può essere persino una terapia: «Certamente. Molti psicologi lo consigliano per persone in crisi e che hanno problemi di fiducia e stress. Naturalmente il nostro compito non è quello di fare i medici, ma di offrire un’opportunità». Jessica ha una bacheca stracolma di trofei di cui va orgogliosa, ma il suo volto si apre quando parla di altre grandi vittorie. Per esempio, quella di una ragazza di 16 anni che frequenta cascina Menegon da un po’ di tempo, una ragazza di nome Sara, nome inventato per ragioni di privacy.

Sara è arrivata lì per caso, facendo una passeggiata con i genitori: da anni, per un enorme problema dentro di sé, non parlava più con nessuno e aveva scelto di chiudere il mondo fuori da sé, rifiutandosi anche di andare a scuola. Aveva scelto il silenzio con tutti, con i genitori, con gli amici, con lo psicologo e i medici. Ha incontrato e conosciuto Twister, un cavallo meraviglioso e che ora le è stato affidato. Ebbene Sara il suo silenzio l’ha rotto con i cavalli: «Stava ore da sola con Twister e con gli altri animali. Una volta, abbiamo sentito la sua voce: l’abbiamo trovata seduta in mezzo al branco a parlare con loro. C’è stato un lungo lavoro, faticoso, ma questa ragazza, grazie ai cavalli, è tornata a interagire col mondo. Ora va a scuola e sta migliorando molto: non ha ancora risolto del tutto i suoi problemi, ma ci sta riuscendo».

Gli occhi di Jessica dicono molto di più delle sue parole semplici: ha 27 anni e il suo progetto è quello di stare lì, a difendere un paradiso, a far conoscere una magia. Due priorità: energia positiva e bellezza dentro a un mondo che ne ha proprio bisogno. E la prima a pensarla come lei, è la sua inseparabile Elsa, ormai non più giovanissima. Elsa aspetta Jessica, la sente arrivare, ascolta la sua voce, si gode la sua presenza, cerca il suo sguardo. Parla, potete crederci.

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Pubblicato il 16 Febbraio 2023
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