I tre mesi da sindaco di Massimo Bossi
Il vicesindaco con poteri da primo cittadino traccia il bilancio ed è ottimista sulle Fondazioni: "Possono dare di più anche per attrarre indotto: non abbiamo il mare, ma abbiamo il Maga"
Massimo Bossi si prepara a lasciare Palazzo Borghi: vicesindaco seduto sulla poltrona di sindaco al posto di Nicola Mucci, inquilino del palazzo del Comune per 3 mesi, ora alle prese con le elezioni che potrebbero portarlo a diventare primo cittadino eletto. In tre mesi ha portato a compimento «i tre obbiettivi che avevamo indicato: il Pgt, il Piano territoriale degli orari e il bilancio di previsione».
Bossi rivendica l’approvazione del Pgt come scelta responsabile («avremmo potuto fermarci all’adozione», dice, intendendo che così il Comune avrebbe sbloccato semplicemente i soldi dell’ICI) e un bilancio considerato «equilibrato»: «abbiamo dovuto tagliare un po’ in vari punti, era necessario. A volte scelte difficili da prendere, come sull’istruzione. Ma non abbiamo toccato gli undici milioni di euro destinati ai servizi sociali, necessari in una situazione ancora di crisi: tagliare sarebbe stato un errore». Le opposizioni sono state critiche sul peso degli investimenti culturali, su Maga e Fondazione Culturale: «Crediamo che queste realtà possano essere attrattive. E ci sono margini di miglioramento, lo dice il documento dello Iulm. Non avremo il mare, abbiamo il Maga».
Certo, la sostenibilità delle Fondazioni è una questione delicata. E si affaccia persino l’ipotesi di accorpare le due Fondazioni, come alcune forze di opposizione hanno già proposto: «Se ne è parlato, ma è ancora prematuro parlarne» ammette Bossi. Nel frattempo è più pressante la sostituzione del direttore Adriano Gallina e del presidente Mario Lainati, dimissionari in corrispondenza delle elezioni: Bossi ha incontrato ieri Lainati, anche perché si deve lavorare a definire la nuova stagione.
Bossi è soddisfatto anche della situazione della società partecipate: niente di nuovo in particolare rispetto al giudizio emerso in passato. «Siamo soddisfatti soprattutto del lavoro in 3SG, da dicembre si è visto un cambio di passo». In Amsc rimane un deficit, legato – dice ancora Bossi – ai «due punti critici, i trasporti e la piscina», mentre tra i punti positivi ci sono gli investimenti sulle rinnovabili. E il progetto di teleriscaldamento fermo da mesi? «Ripartiremo con un bando che prevede lotti più piccoli». Anche nelle partecipate, come nelle Fondazioni, si attendono novità importanti nei Cda: una parte degli amministratori farà un passo indietro per ricandidarsi, forse – ma Bossi non lo dice – anche Paolo Caravati, che potrebbe tornare sulla poltrona di vicesindaco. «Stiamo verificando come procedere: pare che il vicesindaco o assessori possano sostituire temporaneamente i consiglieri mancanti. E anche il segretario comunale potrebbe avere un ruolo come amministratore provvisorio». Mentre per Amsc non ci si preoccupa ancora delle scadenze dei CdA.
Smessi i panni di amministratore, Bossi veste anche quelli di politico, in vista della sfida elettorale. L’attenzione si concentra sulla Lega: «Le cose potevano andare diversamente, siamo davanti ad un partito dove c’è una parte che vuole dialogare e un’altra dura e pura che vuole la rottura. Ma il cambio di sindaco in corsa sarà un boomerang per loro: stimo Gualandris, è anche mio collega in Provincia. Ma Gaspari ci avrebbe dato più fastidio». L’entusiasmo nelle file dei pidiellini è però notevole, in vista della prova elettorale. Tanto che si pensa persino ad una ulteriore lista, una lista del sindaco del genere "Massimo Bossi sindaco". Che andrebbe ad affiancarsi a quella del PdL, a quella dei rioni e a quella Mucci, tutte nate nell’ambito del partito di centrodestra.
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