Fipe provincia di Varese contro la protesta #ioapro: “Grave errore violare la legge”
Il presidente Giordano Ferrarese mette in guardia: «Attenzione all’effetto boomerang per l’intero settore. Anche i clienti rischiano sanzioni fino a 1.000 euro e denunce penali»
«Il settore è stremato e la situazione grave e confusa, servono subito misure aggiuntive in grado di dare certezza agli imprenditori e adeguato ristoro alle perdite imposte alle loro aziende. Ma la nostra responsabilità di parte sociale, radicata da più di 70 anni nel Paese reale, ci impone di mettere la legalità a prerequisito della nostra azione collettiva. Ciò significa proteggere i nostri associati dai rischi e dalle prese di posizione che li allontanano dal Paese e li espongono a sanzioni pesanti». Giordano Ferrarese, presidente provincia e consigliere nazionale di Fipe Confcommercio, utilizza le parole del comunicato ufficiale diramato dalla Federazione italiana pubblici esercizi per chiarire la posizione in merito all’annunciata protesta di domani (venerdì 15 gennaio), nata sulla scia dell’hashtag #iorestoaperto. (Foto di Franco Aresi)
Sanzioni e denunce penali anche ai clienti
«Come chiarito dalle prefetture», evidenzia Ferrarese, «l’apertura dei pubblici esercizi in orari non consentiti dai provvedimenti governativi di gestione dell’emergenza epidemiologica, espone l’esercente ma anche il cliente a sanzioni amministrative da 400 a 1.000 euro e a denunce penali per delitti colposi contro la salute pubblica. E’ bene che chi deciderà di aderire, gestori dei locali e avventori, sappia esattamente a cosa va incontro».
In gioco i nostri sforzi e la nostra credibilità
Il numero uno provinciale di Fipe, motiva la posizione della Federazione anche con la necessità di non mettere a rischio la reputazione del settore: «Ci siamo battuti per mesi a difesa della reputazione della categoria, massacrata da provvedimenti che di fatto attribuivano e attribuiscono, senza alcun fondamento, a bar e ristoranti la responsabilità dei contagi. Abbiamo sempre sostenuto, perché ne siamo convinti, che i nostri locali siano sicuri, ma se in seguito ad aperture forzose si dovesse casualmente registrare un nuovo picco nei contagi, l’intero settore ne uscirebbe ulteriormente danneggiato e sarebbe probabilmente sottoposto a nuovi provvedimenti ulteriormente restrittivi. Si correrebbe poi anche il rischio di non avere più l’appoggio e la vicinanza degli italiani ai pubblici esercizi, che in tutti questi mesi non è mai venuto meno. Un’associazione di rappresentanza, se è tale, può e deve vedere questi pericoli».
Ai Comuni chiediamo agevolazioni fiscali e controlli
Ferrarese assicura che anche nella nostra provincia Fipe Confcommercio «continuerà a portare sui tavoli sindacali e istituzionali le nostre necessità, rappresentandole con la forza delle nostre ragioni e il peso della nostra serietà. Andremo nei nostri Comuni a chiedere di agevolare la sopravvivenza delle attività, iniziando dall’azzeramento o dalla riduzione di tasse e imposte a carico degli esercenti. Chiederemo anche di vigilare sul rispetto delle norme di sicurezza all’interno dei locali e, in caso di trasgressioni, di assumere i provvedimenti del caso. Non accettiamo, infatti, che il comportamento scorretto o irresponsabile di pochissimi venga pagato da tutti».
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