Senzatetto esagitato all’ospedale di Gallarate, le infermiere hanno paura

È solo l'ultimo episodio di una serie di disagi al Sant'Antonio Abate, riguarda in particolare la zona tra Maternità e Trotti Maino. La Uil: "Chiediamo all'azienda di anticipare i turni di vigilanza notturna"

gallarate generico

Scatti d’ira e reazioni violente di un senzatetto preoccupano infermiere e operatrici dell’ospedale di Gallarate, in particolare dell’area Infantile-Maternità. L’ultima denuncia arriva dalla Uil Fpl ed è un nuovo capitolo delle preoccupazioni e dei disagi legati alla presenza di senzatetto presenti al Sant’Antonio Abate.

«Non si può più tollerare una situazione di questo tipo. Dobbiamo aspettare che succeda qualcosa di grave, perché s’intervenga?» protesta Antonio Negro, segretario della Uil Flp, che ancora negli ultimi giorni ha raccolto segnalazioni e lamentele. «Da anni chiediamo su Gallarate non interventi spot, ma soluzioni strutturali. Non basta neppure solo l’amministrazione ospedaliera, ma vanno anche coinvolti anche altri livelli».

Come detto il problema è annoso (in senso letterale: esiste da anni) e si è presentato in forme diverse: ci sono senzatetto silenziosi e quieti e altri che assommano anche problemi di altro genere, psichiatrici o di dipendenze. Ci sono uomini e più raramente donne, ci sono quelli che stanno da soli e le coppie. «Quattro clochard continuano a girare all’interno dell’ospedale, il problema non è risolto» ha dichiarato a La Prealpina il direttore di presidio Roberto Gelmi, facendo il punto sulla situazione attuale.

Il caso specifico sollevato in questi giorni è quello di un giovane che si trova nella zona verso la Maternità e il padiglione Trotti Maino e che dorme nell’area della medicina nucleare, usando una piccola rientranza o persino un ascensore. Secondo il sindacalista e i Rappresentanti di Sicurezza dei Lavoratori «si apposta e infastidisce il personale, che in quei reparti è sopratutto femminile»: più violenza verso le cose che verso le persone, ma che comunque inquietano il personale.

«In particolare le donne, che lavorano in reparti in cui in particolare serve una serenità da trasmettere ai degenti». Negro ha anche chiesto un intervento concreto all’Asst: «Abbiamo chiesto all’azienda di intervenire anticipando il turno notturno di vigilanza alle 20.30-21, per “scortare” le infermiere durante il cambio turno serale». Gli stessi operatori sanitari hanno anche richiamato l’attenzione sul mancato rispetto delle norme anti-Covid da parte del senzatetto, che non utilizza la mascherina in nessuna situazione, anche in ambienti chiusi come ad esempio l’ascensore (atteggiamento confermato anche dal direttore Gelmi).

Al di là del caso specifico, in ogni caso, emerge una questione più ampia e persistente: «È anche un problema sociale che non viene preso in carico da nessuno» dice Santo Salvatore, segretario territoriale della Fials, sindacato autonomo dei lavoratori sanitari. «Non può essere delegato solo all’ospedale».

Anche Negro della Uil chiede un intervento dell’azienda ospedaliera, ma anche di livelli superiori: il tema, ad oggi, è stato quasi esclusivamente delegato all’ospedale, che finisce a fare da dormitorio cittadino, ma senza alcuna struttura che sappia gestire gli “ospiti”, che spesso appunto sono anche persone problematiche. Qualche tempo fa (fine settembre) il consiglio comunale di Gallarate aveva approvato una mozione che impegnava il sindaco a chiedere la convocazione di un tavolo specifico con la Prefettura per affrontare il problema. Giuseppe De Bernardi Martignoni, il consigliere di Fratelli d’Italia che l’aveva presentata, ha chiesto con una nota a sindaco e presidente del Consiglio comunale di fare il punto sull’attuazione di quell’impegno.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 22 Gennaio 2021
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