Pestaggi e corruzione, di nuovo a processo la ‘ndrangheta di Legnano e Lonate Pozzolo
Chiesto il rito immediato per la figlia di Rispoli, Cataldo Casoppero e altri nove coinvolti - secondo la Dda - in una serie di reati che hanno favorito il gruppo criminale che da anni è radicato tra Malpensa e Milano
La direzione distrettuale antimafia di Milano ha chiesto il rito immediato per gli 11 arrestati nell’ambito della seconda tranche dell’inchiesta Krimisa che ha decapitato la locale di ‘ndrangheta di Legnano-Lonate Pozzolo (per la seconda volta in 11 anni) nel 2019.
La seconda ondata di arresti è arrivata a settembre del 2020 e l’ordinanza si è concentrata su alcune ipotesi di reato come la corruzione, l’estorsione, rapina, spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi da fuoco clandestine ed alterate, tra cui un potente esplosivo, incendio doloso, minaccia aggravata, favoreggiamento personale. Condotte tutte aggravate dal “metodo mafioso” perché commesse al fine di agevolare le attività consortili della locale di ‘ndrangheta di Legnano – Lonate Pozzolo.
Tra le varie vicende ricostruite nell’ordinanza una spedizione punitiva a Malta nei confronti di un imprenditore che aveva fatto lavorare alcuni personaggi gravitanti attorno al clan, avallata dalla figlia di Vincenzo Rispoli, Francesca e la corruzione di un funzionario dell’Anas da parte di Cataldo Casoppero per alcuni lavori lungo una strada statale che stava eseguendo con la sua impresa edile.
Tra coloro che andranno a giudizio il prossimo 15 aprile, davanti all’ottava sezione penale del Tribunale di Milano, ci sono dunque Cataldo Casoppero (già condannato a 14 anni in primo grado nell’ambito del processo Krimisa), Francesca Rispoli (figlia del capo della locale Vincenzo Rispoli), il compagno Giovanni Lillo (a processo a Como nell’ambito del procedimento sul traffico di rifiuti della Smr Ecologia), l’investigatore privato Giovanni Vicenzino (già coinvolto nella prima ordinanza della Dda) e altri personaggi che avrebbero preso parte ad azioni criminose a favore del gruppo.
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