L’incredibile polemica sull’incredibile idea della centrale nucleare a Gallarate
Il sindaco Cassani si allinea con Salvini e nel calderone della polemica politica l'intervista si trasforma nell'idea di una centrale in città
«Non si costruisce una centrale nucleare per obbedire a Salvini. È evidente sintomo di irresponsabilità». Nel primo pomeriggio il consigliere regionale del Pd Samuele Astuti replica cosi al sindaco di Gallarate, Andrea Cassani, sul tema nucleare.
Sembra incredibile, ma si è finiti a parlare anche di questo.
Complice la fuga in avanti di Salvini – pronto ad accettare una eventuale centrale in Lombardia – e complice una intervista al Corriere della Sera in cui il sindaco non si è detto pronto a ospitare un impianto nucleare, ma certo non si è stracciato le vesti, da sindaco, nel ragionare in generale su un rilancio del nucleare italiano. «Non spetta a me individuare le sedi, ma faccio semplicemente una considerazione: il centro di Gallarate dista circa 30 chilometri dal confine con la Svizzera, 25 minuti di macchina. Se vicino al confine di stato costruissero una centrale nucleare, non penso farebbe una grande differenza tra averla lì, o dietro casa».
Basta questa risposta per far parlare di fanta-ipotesi di centrale sul territorio gallaratese? A quanto pare sì, almeno nel campo della polemica politica.
«L’uso del nucleare – afferma Astuti del Pd – non è tema da discussione al bar tra tifosi di squadre diverse. Serve la volontà di ascoltare la voce della scienza e la capacità di valutazione politica». Astuti contesta a Cassani di aver dichiarato «alla leggera la propria disponibilità a installare una centrale nucleare nella propria città» e di aver affrontato il tema senza competenza. «Come si può avere fiducia in un sindaco che tratta così simili argomenti? A Cassani non interessa il benessere della sua comunità ma obbedire ciecamente, persino sul tema del nucleare, all’altrettanto irresponsabile capo del suo partito, Salvini».
Il Pd regionale ha lanciato anche un post in cui chiede a Salvini di indicare chiaramente in quale Comune costruirebbe una centrale nucleare: messaggio che prova a incalzare il leader della Lega, ma strizza anche un po’ l’occhio al campanilismo e al not-in-my-backyard.
Peraltro non bisogna dimenticare che la provincia di Varese stessa ospitava un impianto nucleare in territorio, il reattore del Ccr di Ispra, attivo dal 1968 al 1983, in sostanza contemporaneo dell’intera parabola del nucleare italiano.
A margine dell’assurdo dibattito sulla centrale da installare in centro città, il Pd gallaratese, dal canto suo, rimette al centro la necessità anche di scelte locali in termini di sostenibilità energetica e ambientale, quelle su cui un sindaco ha margine di manovra: «In questi anni non è stato fatto niente per costruire una Gallarate più sostenibile e meno dipendente dalle fonti energetiche fossili. Il discorso sul nucleare, che pure in un’ottica di decarbonizzazione potrà fare la sua parte in futuro, è solo uno specchietto per le allodole se non ci impegniamo qui e ora e a contrastare la crisi climatica con i mezzi e le tecnologie che abbiamo a disposizione, a partire dalle fonti rinnovabili e dall’efficienza energetica» dice il segretario cittadino del Pd Davide Ferrari. «Un percorso nel quale una città come Gallarate può seriamente impegnarsi, anziché baloccarsi con idee astruse».
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