“La gente non vota? È perchè è stufa di vedere che le cose non cambiano”

Il segretario nazionale di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero ha presentato da Boragno i contenuti del suo libro "Quel che il futuro dirà di noi", toccando i temi della crisi globale... e di quella della sinistra italiana

A Busto Arsizio presso la libreria Boragno, Paolo Ferrero, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista e già ministro della solidarietà sociale sotto il governo Prodi (2006-2008) ha presentato il suo libro “Quel che il futuro dirà di noi” (Derive e Approdi).
Il volumetto è diviso in tre parti: la prima ripercorre la storia degli ultimi trent’anni vista da sinistra; la seconda fa un’analisi della crisi economica; la terza avanza delle proposte per la rifondazione comunista.
Apriva l’incontro Giovanni Martina (PRC Varese), che con il moderatore dell’incontro, Stefano D’Adamo di Varesenews, accompagnava con domande l’esposizione di Ferrero.

Rifondazione Comunista inoltre vive schiacciata tra due accuse: da una parte viene ritenuta la causa della caduta del governo Prodi e d’altra viene accusata di essere entrata in un’alleanza di partiti non naturale dettata da un sistema elettorale bipartitico come il nostro che impone le alleanze e permette alla destra di avere una maggioranza che non avrebbe se ci fosse il sistema proporzionale.
Succosa e molto chiara appare l’analisi della crisi «di sistema» che stiamo attraversando che: «è destinata a durare, non si vede alcuna ripresa dietro l’angolo». La crisi è dovuta al fatto che si produce più di quanto si riesce a consumare (meglio: ad acquistare) e il reperimento delle materie prime scarseggia a fronte di una richiesta in vertiginoso aumento sul pianeta. «I padroni operano per pagare meno i lavoratori ma poi i lavoratori non hanno i soldi per comprare le merci: meno soldi in tasca alla gente, meno la gente compra, meno le fabbriche devono produrre». Allora si devono fare proposte per uscire dalla crisi e qui c’è il vero elemento di novità della proposta portata avanti da Ferrero: non bisogna mercificare i bisogni della gente. Per esempio: su bisogni come l’acqua, la produzione di energia elettrica, la sanità e l’istruzione non ci deve essere qualcuno che guadagna e qui c’è da sfatare un mito: la propaganda ideologica per cui si ritiene che il privato funzioni meglio del pubblico. Se si vuole riformare la vecchia idea dello statalismo, bisogna allora permettere alla popolazione di controllare ciò che fa il pubblico creando un rapporto fra Stato e forme di controllo sociale, al posto del binomio attuale Stato-mercato.
Si chiedeva a Ferrero perché la gente non va più a votare. «Perché la gente è stufa di vedere che chiunque vada su al governo non cambia nulla su argomenti come precarietà, stipendi, sanità e pensioni. La sinistra deve essere coerente fra quanto detto in campagna elettorale e quanto si fa quando si è al governo».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 31 Luglio 2010
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