Pedemontana, non costringerci a chiudere
Francesco Brumana è il titolare della principale azienda produttrice di latte in provincia: le aree cantiere della nuova autostrada gli sottrarranno per cinque anni un terzo dei terreni. Il che equivale a chiudere l'azienda
«Non bastava la tempesta, ora ci si mette anche la Pedemontana». Francesco Brumana guarda il mais devastato dalla grandine e poco più in là la distesa polverosa del cantiere della nuova autostrada. Sui terreni coltivati dalla sua azienda sta sorgendo il campo base per il gigantesco cantiere: 5 ettari sono già stati
sottratti e sbancati, altri saranno espropriati in futuro. «Il cantiere occuperà un terzo dei terreni che coltiviamo, ci costringerà a chiudere» spiega battagliero Brumana (nella foto), che è uno dei titolari dell’azienda agricola Bergamini, uno dei principali produttori di lattein provincia.
i suoi terreni. «Attenzione, però: noi non siamo contro l’autostrada, le nuove infrastrutture. Non capiamo perchè i cantieri debbano occupare terreni agricoli» aggiunge Bossi. Gli agricoltori fanno una proposta precisa: anziché su aree che producono reddito agricolo, il cantiere potrebbe trovare posto nella zona della cartiera abbandonata, a poche centinaia di metri di distanza, o nelle aree già utilizzate per i cantieri della Provincia usati per il nuovo sistema di rotonde del ponte di Vedano. «Distano solo poche centinaia di metri dal tracciato dell’autostrada, gli operai dovrebbero muoversi poco» spiega ancora Brumana. Da buon contadino legato alla sua terra (anche se è di origine bergamasca), è pronto a dare battaglia, non si fida più delle promesse dei politici, neanche di quelli che qui sono di casa. «Erano venuti qui quelli della Provincia, anche l’assessore Raffaele Cattaneo, a dire che si sarebbe risolto. Fuori dalle promesse elettorali non è cambiato nulla»TAG ARTICOLO
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