Un incontro per conoscere l’hospice, luogo di vita

Venerdì 28 maggio, l'Hospice Altachiara ospita un dibattito per far conoscere il valore di un reparto che fa molta paura. Nel programma le storie toccanti di due parenti

La struttura Camelot di GallarateL’Hopisce Altachiara della 3SG di Gallarate è stato inaugurato nel febbraio del 2005. Da quel giorno si è ampliato, passando da 8 a 12 posti, e ha accompagnato molti pazienti nell’ultima tappa della loro esistenza: la morte.
Venerdì 28 maggio, presso la sede dell’Hospice 3SG(ingresso di via Padre Lega 54) si svolgerà una tavola rotonda sull’importanza delle cure palliative. Tra i partecipanti al dibattito i responsabili della struttura ma anche due parenti particolari, una madre che ha assistito il  figlio e una moglie che ha vissuto gli ultimi attimi della vita del marito.

L’incontro vedrà la partecipazione del Presidente Liccati, del Direttore Generale Rudoni, del Responsabile di Struttura, del Responsabile Sanitario, della Caposala dell’Hospice insieme ad alcuni operatori dell’Hospice che racconteranno e condivideranno la loro esperienza. Parole che vogliono spiegare una realtà che fa paura: «Viviamo un retaggio culturale che ci porta a voltare la faccia dall’altra parte – spiega Marusca Bianco, responsabile della struttura – Dopo cinque anni di attività, facciamo ancora fatica a farci conoscere. Poi, quando arrivano nella struttura, pazienti e famigliari si rendono conto del valore di quello che si fa. Qui si accompagna il paziente, mitigando la sofferenza e accogliendolo con calore e grande umanità. Magari qualcuno arriva troppo tardi e non si riesce a completare il percorso».

Nelle camere, grandi e spaziose, la vita scorre in modo quanto più possibile normale. Arrivano amici, parenti e si passa il tempo insieme, magari uscendo per bere un caffè: « Si entra in reparto con grande paura della morte, poi tutto si ridimensiona. La fine assume un connotato naturale e l’ansia irrazionale che si viveva prima lascia il posto alla serenità. Certo, è un lavoro molto delicato che viene fatto da diverse figure professionali. Lo psicologo è fondamentale per accettare. Di solito, il paziente non si accorge nemmeno del momento del distacco a causa dell’effetto dei farmaci».

L’appuntamento di venerdì è dedicato a tutto il territorio, per comprendere il valore delle cure palliative e l’importanza di strutture dove si affronta la vita: « L’hospice è un luogo di vita, dove si vive appieno fino all’ultimo, facendo tutto ciò che si vuole fin dove e finchè si può».

Precisazione da parte della dott.sa Caterina K. Carpi, responsabile medico 3SG Gallarate

«In merito all’articolo riguardante l’Hospice Altachiara di 3SG Gallarate, pubblicato sul vostro quotidiano in data di ieri, tengo a precisare quanto segue: con riferimento alla legge n. 38 del 15/03/2010, “per cure palliative si intende l’insieme degli interventi terapeutici, diagnostici e assistenziali, rivolti sia alla persona malata sia ai suoi familiari, finalizzati alla CURA attiva e totale dei pazienti la cui malattia di base, caratterizzata da un’inarrestabile evoluzione e da una prognosi infausta, non risponde più a trattamenti specifici”.
Le cure palliative prestate in questa struttura rispettano appieno quanto indicato nella legge dello Stato ed hanno quindi solo finalità terapeutiche.
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 25 Maggio 2010
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