La proprietà si accolla i costi, si procede allo sgombero dei rifiuti nell’ex camping di Azzate

Ivano Panzeri e il suo avvocato Simone Faccio spiegano come intendono procedere ora che la Procura ha dato l'autorizzazione a operare sull'area del vecchio campeggio fallito e ridotto a discarica. Bonifica dal 7 novembre

Camping azzate, situazione a marzo 2022

I cancelli dell’ex camping Sette Laghi si riaprono e tra qualche giorno, il 7 novembre, partiranno i lavori di smaltimento dei rifiuti. Ad annunciarlo il proprietario dell’area Ivano Panzeri (a sinistra nella foto) e il suo avvocato Simone Faccio

Ivano Panzeri e l'avvocato Simone Faccio

È l’ultimo atto, e non è detto che sia quello definitivo, di una vicenda lunga e intricata che vede persino un’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia.

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«Abbiamo mandato la comunicazione a tutti gli enti coinvolti nella questione, quindi Ats, Provincia, Arpa, Comune di Azzate e ovviamente al nuovo curatore fallimentare  – spiega l’avvocato Simone Faccio – Per quanto ci riguarda non ci sono più ostacoli di alcun tipo, né legali, né procedurali. Abbiamo depositato il nostro piano di lavoro e la Procura della Repubblica ci ha già autorizzato ad accedere all’area che era stata sequestrata. Quindi il 7 novembre noi entreremo nel campeggio e cominceremo a rimuovere i rifiuti. Tutti: le roulotte abbandonate, le macerie delle casette, l’eternit e la lana di roccia».

La vicenda è ormai nota, portata alla ribalta dai giornali locali ma anche da Striscia La Notizia che in passato ha fatto delle incursioni nel campeggio con tanto di telecamere nascoste. Tutto è cominciato quando, dopo aver acquisito all’asta l’area dell’ex camping di Azzate, l’imprenditore Ivano Panzeri si è reso conto che gli erano state consegnate le chiavi di una vera e propria discarica: i resti della demolizione delle case mobili che costituivano la piccola città in riva al lago, erano sparpagliati su tutta l’area. Resti di mobili, di bagni, bombole a gas ma soprattutto rifiuti pericolosi e inquinanti. La ditta incaricata dal curatore fallimentare non aveva, di fatto, terminato lo sgombero. «Anzi – ricorda Ivano Panzeri – la situazione era peggiore di quella che avevamo trovato quando, prima di partecipare all’asta, avevamo visitato l’area».

Quello che è successo da febbraio 2022 ad oggi è oggetto di un’indagine complessa, che vede molte persone coinvolte. Il primo curatore fallimentare è stato sostituito ed ora la proprietà si confronta con chi ha ereditato una situazione non semplice da gestire.

«La responsabilità della rimozione è ripartita tra l’amministrazione comunale, il curatore fallimentare e noi – spiega l’avvocato Faccio – . Il primo a dover intervenire dovrebbe essere il curatore che ha presentato un progetto che prevede la rimozione parziale dei rifiuti, solo nell’area adiacente al lago. Il costo dello smaltimento sarebbe di circa 200 mila euro per mille metri cubi di materiale e il tutto verrebbe fatto in 12 settimane. Un intervento che oltre a non essere risolutivo si prospetta complesso, visto che i rifiuti dovrebbe essere trasportati attraverso tutta l’area del campeggio.
Noi abbiamo quindi presentato un altro piano: sgombereremo tutta l’area, cinquemila metri cubi di materiale, in 18 settimane o poco più. Ci costerà molto, abbiamo calcolato circa un milione e 80 mila euro ma almeno la zona sarà finalmente libera dai rifiuti. Il progetto del curatore prevede tempi più lunghi ed è parziale oltre a non essere vantaggioso. A questo punto noi abbiamo mandato la comunicazione ad Ats, Arpa, Provincia e abbiamo depositato il fascicolo in tribunale; a inizio novembre cominceremo i lavori di sgombero e smaltimento. Se ne occuperà la ditta Servizi Ecologici di Bergamo. Troveremo un accordo con il curatore fallimentare e ci faremo scorporare la cifra a suo carico. Ovviamente – conclude l’avvocato – curatore e Procura potranno vigilare sulla correttezza del nostro operato. Ma abbiamo tutte le autorizzazioni, anche delle discariche dove porteremo e smaltiremo i rifiuti, compresi quelli pericolosi. Sarà tutto ben fatto e a norma. D’altronde quella è casa di Panzeri: ha tutto l’interesse che si operi nella piena legalità».

IL PROGETTO

Non vede l’ora di riprendere in mano finalmente di nuovo i disegni del suo “glamping”, un campeggio di lusso, Ivano Panzeri. «Non posso negarlo – dice – sono amareggiato per come sono andate le cose. Le responsabilità sono molte e io mi sono spesso chiesto se valesse davvero la pena andare avanti e realizzare il mio progetto qui, dove pare importi a pochi che questa area venga riqualificata. L’investimento iniziale è stato davvero importante e a questo adesso si aggiunge un milione di euro per sgomberare l’area, ma mi dà forza pensare che darò lavoro a moltissime persone, e che la struttura porterà un notevole indotto. Ne trarranno vantaggio il Lago di Varese e il turismo; produrremo l’energia che ci servirà per far funzionare la struttura e speriamo sia in quantità tale da poterla anche cedere ad altri, coltiveremo frutta e verdura, sarà un luogo permanente di studio per il Politecnico di Lecco. Insomma i risvolti economici e sociali sono notevoli».

Panzeri sta anche valutando di acquistare l’area verde davanti all’ex camping e un vasto appezzamento di terreno in territorio di Buguggiate, dall’altro lato della provinciale del Lago. «Abbiamo già avuto contatti con Tigros e con il Comune di Buguggiate: il prato davanti al campeggio sarà mantenuto e anzi riqualificato. Nell’altra zona invece faremo un parcheggio a disposizione della nostra struttura ma anche di chi usufruisce della ciclabile». Il sogno di Panzeri non si ferma. E adesso pare ripartire. Carte bollate e indagini permettendo.

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Pubblicato il 28 Ottobre 2022
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