Andrea Carcano, da una soffitta di Varese a San Francisco con un’azienda leader nella sicurezza informatica
Abbiamo incontrato l'imprenditore varesino che ha fondato Nozomi Network: oggi l'impresa conta oltre 350 dipendenti e sedi in tutto il mondo
«Quando ancora l’attacco militare in Ucraina non era cominciato, abbiamo visto da un nostro importante cliente talmente tanti attacchi fuori scala che abbiamo pensato ci fosse un errore nel nostro prodotto. Ma non era così». Parole di Andrea Carcano, giovane imprenditore di Varese che ha fondato da diversi anni Nozomi Networks, società di successo nata nel 2013 nella soffitta dei suoi genitori a Varese e che oggi conta oltre 350 dipendenti con sedi in tutto il mondo, lavorando nel mondo della Cyber Security.
Abbiamo incontrato Andrea Carcano a San Francisco, durante il viaggio della Techmission organizzato da Confindustria Varese. Sede dell’appuntamento è stato il centro Innov.It aperto da circa un anno per volontà del Consolato italiano, come acceleratore per le startup e piccole medie imprese italiane nella Silicon Valley. Carcano ha così raccontato la sua storia nata tra i banchi dell’Università dell’Insubria, dove aveva come professore proprio Marco Astuti, oggi coordinatore del viaggio della Techmission.
«È un piacere condividere la mia storia – ha raccontato Carcano al gruppo della Techmission -. Sono fondatore di Nozomi Network, azienda che ha 350 persone e cresciuta molto velocemente, tanto che solo l’anno scorso avevamo 190 ingegneri. Siamo cresciuti del 70 per cento in un anno e siamo l’esempio di una realtà che prima ha raccolto soldi in Europa, poi ha proseguito qui negli Stati Uniti, mantenendo però la maggior parte dello sviluppo in Italia. Mi sono laureo all’Insubria di Varese grazie alla mia passione tecnologica e nella cyber security. C’è tanta ricerca dentro ai nostri algoritmi. Poi, dopo alcune esperienze, sono uscito dal mondo universitario e ho lavorato per tre anni in Eni, studiando quello che un attacco informatico potrebbe causare a certe strutture delicate».
«Da lì l’idea di sviluppare intelligenza artificiale nella cyber security. Con il mio socio, siamo partiti fondando l’azienda nella mansarda dei miei genitori, convinti che avremmo trovato qualcuno disposto a investire, ma non è stato semplice. Abbiamo sviluppato il prototipo di una piccola e rivoluzionaria infrastruttura che permettesse di prevenire o segnalare attacchi informativi mirati: la prima difficoltà era che presentavamo un prodotto difficile da far testare. Poi, grazie a un primo investitore che ha creduto in noi come persone più che sul prodotto, abbiamo poi trovato il primo cliente, Enel. Abbiamo fatto un primo test che è andato molto bene, portando a casa un primo piccolo contratto e oggi proteggiamo 150 situazioni di Enel che producono energia nel mondo».
Con il tempo sono arrivati altri clienti importanti: «Grazie alle referenze di Enel abbiamo potuto presentarci ad altre importanti aziende che non possiamo citare. Poi abbiamo sviluppato una nuova tecnologia e la situazione è totalmente cambiata con il conflitto in Ucraina. Nel 2021, quando ancora l’attacco militare non era cominciato, abbiamo visto in Ucraina da un nostro imprenditore cliente talmente tanti attacchi fuori scala che abbiamo pensato ci fosse un errore nel nostro prodotto. Abbiamo messo in piedi una task force perché l’attacco che stavano subendo i nostri sistemi di protezione era enorme. Abbiamo lavorato con le autorità locali e adesso quegli attacchi sono serviti per sviluppare nuovi sistemi di protezione anche per altre aziende. Ciclicamente abbiamo visto come, una volta scoppiata la guerra, dopo ogni attacco della Russia, segua anche un attacco alle infrastrutture informatiche. Poi noi non facciamo lavori di indagine, ma collaboriamo con le autorità per fornire quello che serve alle indagini stesse».
«È triste dirlo, ma dopo la guerra in molte parti del mondo sono cambiati notevolmente gli investimenti nel nostro settore – ha concluso Andrea Carcano -. Poi abbiamo anche fatto delle scelte precise: ad esempio, in Polonia abbiamo fornito per un anno il nostro sistema gratis perché non potevano pagare. Ma ci sono molte realtà in quella situazione. Rispetto alle aziende dico sempre che non esiste la sicurezza al 100%, bisogna essere chiari. Il tema cyber sicurezza è come il dentista: se si fa prevenzione si riescono a limitare i danni; se non si fa nulla il danno potrebbe essere enorme nel momento in cui si subisce un attacco. Il tema della sicurezza informatica è non si esaurisce mai: avremo ancora molto da fare».
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