Arrivano le pagelle: passato, presente e futuro degli studenti!
La rubrica settimanale "Il prof tra i banchi", curata da Alberto Introini, tratterà argomenti di scuola, didattica e formazione, commentando le notizie di attualità che si susseguiranno nel corso delle settimane
Tra Italia e Svizzera
Stanno arrivando proprio in questi giorni, sia nelle scuole italiane che svizzere. Sono attese, spesso con ansia, talvolta con speranza e orgoglio. I destinatari sono gli studenti e le loro famiglie, e a consegnarle sono di solito i docenti coordinatori delle classi.
Le pagelle non sono delle semplici “paginette” o dei banali “foglietti”, come l’etimologia latina sembrerebbe suggerire (da “paginula”, diminutivo di “pagina”). Concretamente lo sono, perché si tratta di poche frasi o alcuni numeri stampati su una facciata. Ma su questa facciata vi sono condensati mesi di prove, verifiche, interrogazioni, oltre a tutto un piccolo intenso mondo di relazioni didattiche ed emozioni quotidiane. Nelle scuole Medie e Superiori italiane, sia a gennaio che a giugno, le valutazioni delle varie materie sono indicate con un voto numerico (compresa la condotta), mentre per le Elementari sono stati introdotti da tre anni i “documenti di valutazione”, che certificano gli apprendimenti con giudizi descrittivi (a parole). In molte scuole italiane (oltre il 70%), ormai, alla pagella cartacea si è sostituita quella digitale: circa tre famiglie su quattro, quindi, ricevono la pagella per posta elettronica, o la scaricano dal proprio account sul registro on line della scuola.
Per quanto riguarda la vicina Svizzera, e in particolare il Canton Ticino, vi sono procedure simili, ma non del tutto uguali. Alle Medie le pagelle di gennaio sono espresse in descrizioni a parole (che riguardano l’impegno, la partecipazione, i risultati), mentre a giugno i voti sono numerici: la scala va da 1 a 6, con la
possibilità dei mezzi punti (al posto dei numeri interi da 1 a 10 dell’Italia). Per quanto riguarda i Licei cantonali, a gennaio si presentano giudizi descrittivi con anche indicato il numero del profitto, mentre a fine anno scolastico compaiono solo numeri.
Passato, presente e futuro
Che sia di qua o di là dal confine, in formato cartaceo o elettronico, la pagella rappresenta comunque un momento fondamentale e un passaggio assai delicato: per le famiglie, ma anche per i docenti. Molto più di quanto non si pensi normalmente. Perché una pagella valuta il rendimento ottenuto e costruito nei mesi precedenti, fotografa la situazione del momento, può indicare il prosieguo del percorso. Valuta il passato, fotografa il presente, segna il futuro.
Sono quindi necessarie, da parte del docente, tutta la precisione e la massima attenzione. Bisogna tenere conto di vari parametri, ufficiali e non: da quale media-voti si parte, com’è l’andamento dei risultati, con quali premesse formative aveva iniziato lo studente, come reagisce agli stimoli di apprendimento, e quanto
rispetta i ritmi di lavoro. Sono poi anche il buon senso, l’esperienza didattica e la conoscenza della situazione del singolo allievo, a contribuire alla decisione finale. Ogni anno ho circa 100 allievi, tra scuola media e liceo. Per le pagelle di gennaio, a ciascuna valutazione dedico quasi mezz’ora: devo prendere in considerazione tutti i riferimenti sopra accennati e decidere la formulazione definitiva. In casa ci dev’essere silenzio. Per indicare i voti per le pagelle, devo “studiare” bene ogni singolo allievo, dopo averlo valutato ufficialmente almeno 4 volte a quadrimestre, ma soprattutto dopo averlo incontrato – e a poco a poco conosciuto – ogni mattina. È proprio una delle occasioni – la pagella – in cui anche il docente deve tornare a diventare studente. Sembra un paradosso, ma nelle pagelle il docente è anche uno studente; e il più diligente e affinato possibile, per il bene dello studente e del futuro che in lui si prepara.
Alberto Introini, dopo aver insegnato in vari licei della provincia di Varese, dal 2008 è docente di Italiano e Storia presso l’Istituto Elvetico di Lugano (Svizzera). Ha due lauree, in Lettere-Filosofia (2002, Università Statale di Milano) e in Storia (2022, Università di Zugo, Svizzera). Iscritto dal 2004 all’Ordine dei Giornalisti di Milano, ha pubblicato 4 libri. Partecipa come relatore o moderatore a diversi eventi culturali nel nord Italia. La sua rubrica settimanale “Il prof tra i banchi” tratterà argomenti di scuola, didattica e formazione, commentando le notizie di attualità che si susseguiranno nel corso delle settimane.
Prof. Alberto Introini
Docente e scrittore
@intro.prof
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