“Contro il bullismo”: gli studenti del Cfp di Bisuschio dedicano una panchina ad Andrea Spezzacatena
Il 15enne vittima di bullismo morto suicida nel novembre del 2012. Prima di scoprire la panchina i giovani hanno potuto confrontarsi con la mamma durante un incontro promosso da Anemos Lombardia
In occasione della Giornata Nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo il Centro di Formazione Professionale di Bisuschio ha oggi, martedì 7 febbraio, concluso con successo la prima parte di un progetto, promosso da Anemos Lombardia grazie al supporto di Comunità Montana del Piambello, volto a prevenire questi due fenomeni sempre più dilaganti.
Durante l’evento conclusivo, tenutosi al Teatro San Giorgio di Bisuschio, i giovani, a seguito di un lungo percorso di formazione e sensibilizzazione realizzato in classe con la professoressa Toniolo e l’avvocata Maria Cristina Cavaliere, hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con Teresa Manes, madre di Andrea Spezzacatena, il 15enne vittima di bullismo morto suicida nel novembre del 2012. Lo stesso giovane a cui gli studenti di Bisuschio, concluso l’incontro, hanno dedicato una panchina: contro il bullismo e il cyberbullismo.
Ad intervenire, fornendo un prezioso contributo, sono stati anche gli agenti di polizia postale di Varese e la dott.ssa Cristina Mastronardi, psicoterapeuta esperta in EMDR.
Con l’intenzione di promuovere cultura di rispetto e inclusione, il progetto – che nel secondo quadrimestre vedrà i circa 100 giovani del Cfp impegnati in un nuovo percorso di sensibilizzazione rispetto al tema della violenza di genere – è stato reso possibile grazie all’aiuto di Comunità Montana del Piambello, durante l’incontro rappresentata dalla dott.ssa Debora Lonardi, al supporto del Comune di Bisuschio che ha donato la panchina, della dirigente Emanuela Galli e di tutto il corpo docente che ha sostenuto i ragazzi durante il percorso formativo.
«Ma soprattutto – tiene a sottolineare Anna Marsella, presidentessa di Anemos Lombardia – ringraziamo i ragazzi che si sono impegnati mettendosi in gioco e lavorando sulle loro emozioni, restituendoci più di quanto noi abbiamo dato a loro. Come associazione no profit che si impegna nel contrasto di bullismo, cyberbullismo, stalking, violenza di genere e disagio sociale crediamo molto in questi progetti. L’offerta formativa che possiamo garantire, però, dipende molto dalle risorse che abbiamo a disposizione ed è per questo che ci appelliamo alla popolazione, alle associazioni e alle istituzioni perchè ci supportino, come ha fatto in questo progetto Comunità Montana del Piambello».
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