Una squadra motivata, giovane e preparata: l’equipe del dr Rausei rilancia la chirurgia di Cittiglio e Angera
Cresciuto alla scuola del professor Renzo Dionigi, il nuovo primario può contare su dieci chirurghi specializzati in grado di affrontare tutta la casistica con tre sedute settimanali in entrambi gli ospedali
Potenziare gli ospedali periferici e favorire quanto più possibile la medicina di prossimità. È l’obiettivo dell’ASST Sette Laghi per i presidi ospedalieri del Verbano che, dopo alcuni anni di appannamento, stanno vivendo l’atteso potenziamento, andando incontro alla forte richiesta del territorio e, soprattutto, alla domanda di salute di un bacino vasto e complesso.
Con questa missione è arrivato lo scorso anno il dottor Stefano Rausei che ha deciso di partecipare al concorso indetto dall’azienda per l’incarico di direttore a cui affidare la chirurgia di Cittiglio e Angera. Un ritorno, per il dottor Rausei, cresciuto alla scuola del prof. Domenico D’Ugo al Policlinico Gemelli di Roma e a quella del prof. Renzo Dionigi, proprio a Varese, prima di spostarsi all’ospedale di Gallarate al fianco del prof. Angelo Benevento.
«Ho deciso di raccogliere questa importante sfida perché reputo che sia un progetto di valore – spiega il primario – il Verbano ha un’elevata richiesta di assistenza e la complessità è sicuramente uno stimolo a migliorarci continuamente. Credo che sia l’approccio ottimale per evitare di concentrare tutto nel solo presidio di Varese».
In pochi mesi, grazie alla fiducia e al supporto dimostrati dall’ASST, il dottor Rausei ha già avviato il suo progetto di sviluppo: dal primo di marzo potrà contare su una equipe di 10 medici, la gran parte giovane e molto motivata: «È per me gratificante vedere così tanti giovani che hanno piacere di venire (o di rimanere) nel Verbano. Così come è gratificante poter contare su qualche chirurgo esperto che, pur dopo svariati anni, mantiene ancora vivi passione ed entusiasmo. Tra questi merita una menzione particolare il dottor Alberto Reggiori, una colonna del reparto, una spalla insostituibile. Ormai la squadra è in grado di sostenere meglio tutte le attività, comprese le 3 reperibilità quotidiane sui due presidi ospedalieri, tra i quali si sposta».
La chirurgia diretta dal dottor Rausei, oltre all’attività ambulatoriale ordinaria, garantisce tre sedute chirurgiche a Cittiglio e tre ad Angera: «Con il gran supporto del servizio di anestesia, ci occupiamo di pressoché tutta la patologia chirurgica di interesse – spiega il direttore – seppur l’assenza al momento di una unità di terapia intensiva ci suggerisce la centralizzazione dei pazienti più fragili. Eseguiamo anche interventi di elevata complessità garantendo, per esempio, la chirurgia mini-invasiva guidata dalla fluorescenza mediante verde di indocianina (che il dr Rausei applica da lungo tempo). C’è poi l’attività chirurgica ambulatoriale e quella di day surgery. Chiaramente c’è sempre margine di miglioramento. Oltre alla terapia intensiva, su cui presso il presidio di Cittiglio si spera potranno esserci sviluppi insieme al progetto della camera iperbarica, abbiamo chiesto di aggiornare la colonna laparoscopica per incrementare ulteriormente il potere di risoluzione delle immagini chirurgiche (4K)».
Con la squadra al completo, il dottor Rausei avvierà anche il percorso di diversificazione dell’attività chirurgica nel presidio di Cittiglio e in quello di Angera per dare una risposta di qualità e, soprattutto, in tempi certi ai bisogni di salute, nonché per alleggerire le liste d’attesa.
«Avere una squadra così giovane e motivata mi riempie di orgoglio – commenta il direttore della chirurgia del Verbano – oggi assistiamo a una disaffezione dei neodottori verso la chirurgia generale. Nell’ultimo concorso nazionale, il 30% dei contratti di formazione non è stato assegnato. Durante le mie pluriennali collaborazioni con l’Università e nell’ambito dei board scientifici di cui faccio parte ho sempre motivato i giovani verso questa meravigliosa professione che, però, oggi si scontra con alcune storture. Da una parte un percorso formativo lungo e complesso e dall’altra un elevato profilo di responsabilità, a fronte di una delle più basse rimuneratività a livello europeo. Questo fa sì che molti colleghi scelgano offerte più consone in altri paesi, a iniziare dalla vicina Svizzera. C’è poi l’aspetto ancora più delicato dell’elevato tasso di contenziosi medico-legali. La Legge Gelli, anche se ha introdotto qualche correttivo, non è riuscita ad arginare un fenomeno che espone i chirurghi a cause anche con risvolti penali che durano nel tempo. Oggi i rischi sono elevati e non compensano le soddisfazioni professionali. Questo ruolo è molto cambiato e fa fatica ad attrarre specializzandi che preferiscono carriere in specialità meno problematiche. Il rischio sempre più concreto è di non riuscire a coprire i ruoli che la sanità richiede».
Ciononostante, al momento la squadra del dottor Rausei si può dire al completo: «Come medici siamo in numero adeguato e anche il comparto inizia ad avere un numero più congruo di infermieri, coadiuvati da OSS e ASA, e guidati peraltro da coordinatrici di indiscussi valore ed esperienza. Dopo tanti sacrifici sostenuti dal personale per garantire il servizio, oggi sia Cittiglio sia Angera stanno tornando a lavorare a pieno regime».
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