Bus per la caserma: “perchè non anche per la zona industriale?”

"Chi lo chiede arriva tardi, ci stiamo già pensando" replica Farioli. Busto è però rimasta sola, dopo le grandi speranze di tre anni fa, a gestire il trasporto locale. "A Sacconago presto il centro servizi"

Il Comune di Busto Arsizio mette a disposizione il bus gratuito per i militari della caserma Mara e le loro famiglie: ma altri luoghi frequentati ancora necessitano di collegamenti, come è stato ricordato. Si è detto del carcere di via per Cassano, dove basterebbe allungare una linea esistente per dare a volontari e familiari in visita la possibilità di usufruire del trasporto di massa ("trasporto pubblico" è una parola del passato, dopo la vendita a Stie, un anno fa, della quota della defunta Agesp Trasporti); ma c’è da considerare anche la zona industriale. I cui… "residenti" incontrerebbero forse qualche obiezione in meno rispetto a quelli del carcere – per la gran parte dei quali comunque il pullmann cambierebbe ben poco.

È Gian Pietro Rossi, l’ex sindaco in questi giorni tornato formalmente "in campo" con i suoi Indipendenti di Centro, a richiamare l’argomento con questa obiezione-proposta all’amministrazione Farioli. «Si è voluto dare un servizio gratuito ai militari. Massimo rispetto per loro e per quanto fanno per il mantenimento della pace in terre lontane, ma sono pur sempre dei professionisti. Quando un servizio di trasporto efficiente e regolare che ci colleghi anche con la zona industriale di Sacconago, dove in tanti lavorano?»
Farioli, sinaghino di nascita e "industriale" di famiglia, accetta il consiglio, anzi la sfida. «Arrivano in ritardo» replica piccato, e no, non stava parlando dei bus. «Il progetto c’è, non solo per la zona industriale, ma anche per le cliniche castellanzesi Multimedica e Santa Maria. Del resto, quello che non hanno fatto sotto le loro amministrazioni, lo facciamo noi». Farioli in consiglio comunale, temporibus illis come direbbe lui, c’era già: ma gli brucia sentirsi "rampognare" da chi lo ha preceduto sullo scranno più alto di Palazzo Gilardoni. «Per la zona industriale è poi in dirittura d’arrivo il Centro servizi. Non è una cosa cui stiamo pensando, è una cosa che stiamo facendo» aggiunge perentorio. Preciserà il vicesindaco Reguzzoni che il riferimento è alla delibera, citata anche in una delle recenti sedute di consiglio, per una variazione del PIP (piano insediamenti produttivi), che "scambiando di posto" dei terreni con pieno mantenimento degli spazi verdi complessivi previsti, prevederà un’area centrale della zona industriale, per l’appunto, per costruirvi il centro servizi. Il finanziamento dell’opera in sè é affidato ai privati, ma Palazzo Gilardoni esigerà di poter realizzare il tanto atteso centro cottura per le mense, a beneficio tanto delle scuole – dove oggi il cibo arriva da decine di chilometri di distanza – che delle aziende e dei loro lavoratori. Crisi o non crisi, la zona industriale deve poter non solo tirare avanti, ma fare bene: e migliori servizi sono un punto di partenza indubbio. Incluso, è ovvio, il trasporto di massa, per quanto limitata possa essere questa opzione. In ogni caso, per ogni intervento sulla zona sinaghina sarà fondamentale giungere ad un’intesa con le associazioni di categoria.

Quello dei trasporti è un caso tipico di buone intenzioni rimaste nel cassetto. Sembrava troppo bello per essere vero che i sindaci del territorio si riunissero per parlarne nell’ottica di un servizio integrato, come accadeva ormai tre anni fa: ed è stato puntualmente così. «È successo» commenta Farioli «che la Provincia non ha ancora mandato a gara il trasporto pubblico nella zona sud. Nell’ottica di un servizio condiviso Busto aveva accettato di non essere più "stazione appaltante" da sola; ma Gallarate non ci ha seguiti su questa strada». Risultato: Busto, non demordendo, ha deciso in autonomia di tentare di mettere a punto alcuni collegamenti "strategici" con punti rilevanti dei Comuni limitrofi. Come le citate cliniche castellanzesi, o la caserma. «Nel caso della "Mara" era dovuto a chi serve la libertà, la democrazia e la Patria, e vuole integrarsi con la nostra città, così vicina». Per la zona industriale, si vedrà.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Dicembre 2009
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