
Legambiente: “Il Lago ha bisogno di una cura immediata”
La cura è semplice, dicono l'associazione e la Lipu: depuratori e collettamento fognario: "Bisogna al più presto attivare l’AATO e sbloccare tutti gli investimenti necessari"
“Ogni anno ne sentiamo e ne vediamo di tutti i colori sul lago di Varese. Ma il bacino non ha bisogno di ricette magiche o soluzioni degne di un film di fantascienza per essere salvato, la cura è semplice e si chiama: depuratori e collettamento fognario”. Questa la posizione netta di Legambiente, che in questi giorni sta monitorando lo stato di salute dei laghi lombardi, e della LIPU. E’ partita infatti il 10 luglio la spedizione della Goletta dei Laghi, la campagna di monitoraggio e informazione sullo stato di salute dei bacini lacustri, organizzata in collaborazione con il COOU (Consorzio Obbligatorio Oli Usati). Il 16 luglio Legambiente comunicherà i risultati delle analisi effettuate sul lago Maggiore.

Ma oggi è tempo di accendere i riflettori sul bacino della città di Varese che ogni estate torna a riempire le cronache dei giornali. Da troppi anni questo lago soffre per una pressione antropica eccessiva, scarichi fognari e depuratori insufficienti: in tutto il bacino sono presenti 70 sfioratori che in periodi di piogge scaricano nel lago, anche se non si conoscono le quantità delle acque riversate. L’ultimo allarme lanciato dall’Asl di Varese il 13 luglio 2009 è segno che ancora troppi problemi compromettono lo stato di salute del lago. E’ di ieri infatti la notizia lanciata dall’Azienda Sanitaria Locale che il bacino è infestato da alghe pericolose per la salute. E questi allarmi purtroppo non stupiscono più. Il lago di Varese infatti si presenta ancora in una condizione di elevata sofferenza con livelli di fosforo di circa 90 microgrammi per litro e con periodi di prolungata mancanza di ossigeno delle acque più profonde.
Come risulta dal sito dell’ASL, le spiagge del comune di Varese sono in corso di monitoraggio. Il rischio che si corre è che arrivati al 16° campione prelevato che permette la classificazione delle acque prevista dalla direttiva europea, le spiagge del comune di Varese vengano riaperte alla balneazione senza nessun intervento sulle fognature e la depurazione come già avvenuto sul Lago Maggiore, Iseo e Como.
“Siamo stanchi di ascoltare proposte che non mirano ad una vera salvaguardia e risanamento del lago di Varese – dichiarano Barbara Meggetto, direttrice di Legambiente Lombardia e Luca Chiarei, delegato LIPU Varese -. Con un bacino in queste condizioni è inutile darsi obiettivi per la riapertura della balneazione: sarebbero tutti investimenti sprecati. Bisogna al più presto attivare l’AATO e sbloccare tutti gli investimenti necessari: servono depuratori e collettamenti fognari, eliminare solo il fosforo non salverebbe il nostro lago”.
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