All’Isis Keynes è sbocciato il “giardino della memoria”
Con una toccante cerimonia, studenti, insegnanti e rappresentanti dell'Associazione Italia-Israele, dell'Anpi e dei deportati hanno piantato tre rose bianche
Il 22 aprile, alla presenza di Rosario Belloni, presidente dell’Associazione Italia-Israele e di Sergio De Tomaso che, essendo di religione ebraica, ha subito la persecuzione nazifascista, è stato inaugurato all’ISIS Kejnes il giardino della memoria.
Un gruppo di studenti del biennio, al termine di un lavoro molto articolato che si è svolto durante l’anno scolastico, hanno presentato alcune figure di Giusti tra le nazioni, persone che hanno messo a repentaglio la loro vita per salvare degli ebrei dalla deportazione, e alcuni dei bambini deportati a Mathausen utilizzati da Mengele per i suoi esperimenti e poi orrendamente trucidati.
In un angolo del vasto giardino del Kejnes sono state interrate tre piante di rose bianche, accanto alle quali è stata deposta l’effigie preparata dalla scuola per la giornata della memoria, con l’elenco delle persone che gli studenti hanno ricordato.
La professoressa De Sario, una delle coordinatrici dell’attività, ha sottolineato come il mettere assieme le figure dei Giusti con le vittime dei nazisti, abbia avuto il senso di una restituzione simbolica del male che i bambini hanno ricevuto. Ha poi aggiunto che il progetto di lavoro sulla Shoà si è articolato lungo l’intero anno scolastico a significare che “ la giornata della memoria non vuole essere una celebrazione retorica ma un invito a coltivare la memoria perché questi eccidi non si ripetano più. L’anno prossimo questo giardino si riempirà di altri fiori, in ricordo di grandi eccidi della storia, spesso dimenticati, sui quali gli allievi dell’ISIS saranno invitati a riflettere ”.Alla cerimonia è intervenuto anche Pietro Verri, ideatore dell’associazione “Stefano Verri” per lo studio della leucemia, che ha raccontato l’esperienza fatta nei giorni scorsi alla scuola media di Gazzada, dove è stato piantato un albero, in ricordo di suo figlio e di tutti i malati di leucemia. “C’è un filo che collega queste due attività all’apparenza così diverse. Coltivare la memoria è compito di tutti e iniziative come queste lo dimostrano”.
Al termine della cerimonia particolarmente toccanti sono state le parole di uno degli allievi che ha svolto il lavoro, che ha detto che “attraverso questo ricordo e queste rose vogliamo in qualche modo restituire ai bambini quell’amore che in vita è stato loro negato”.
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