Vavassori: “Voglio andare via, ma nessuno mi porta la fideiussione”

Il presidente in un incontro aperto a tutti, ha spiegato i motivi per i quali non è riuscito a vendere la società

È stato un pomeriggio bollente allo stadio “Speroni” e non solo per il sole che finalmente riscalda la provincia. Pietro Vavassori ne ha per tutti, snocciola i nomi di chi si è fatto avanti in questi mesi cercando di portarsi a casa la Pro Patria, ma alla fine la frase, che il patron ripete quasi come una cantilena, è una sola: «Nessuno ha messo sul piatto la fideiussione da 600 mila euro per iscrivere la Pro al campionato».

È proprio da qui che Vavassori parte con la spiegazione della situazione, che si è conclusa, come sappiamo, con il presidente che ha messo di tasca propria i soldi per iscrivere la squadra e che si prende l’impegno ancora per quest’anno, o almeno finché non riuscirà a vendere, di guidare la società di via Ca’ Bianca. «Vorrei precisare – spiega il patron – che questa non è una conferenza stampa, ma era un invito a quanti in questi mesi hanno millantato offerte di acquisto della società senza mai mettere sul piatto la fideiussione bancaria da me principio fondamentale per intavolare la cessione. Io non vedo l’ora di andare via perché gli insulti che ho ricevuto qui a Busto Arsizio non li ho mai presi in vita mia, ma nessuno ancora mi ha portato quel foglio con le garanzie bancarie necessarie. Mi sono impegnato e ho lavorato anche la notte perché qualcuno comprasse la società, ma inutilmente. L’avvocato Golda Perini mi ha invitato un paio di volte a cena, ma niente più, il signor Pugliese l’ho incontrato una volta, mi ha detto di aver fatto la fideiussione con la Lombrad Bank, ma dopo dei miei controlli con il segretario della Lega Pro Capograssi, ho capito che c’era il rischio di fare la fine del Viareggio, così gli ho offerto un caffè e l’ho mandato via. L’avvocato Rimoldi, che qualcuno ha fortemente caldeggiato, prima mi ha fatto mandare via molti giocatori per avere solo i minimi salariali, poi ha fatto scadere dopo più di un mese di mail e contatti, l’opzione di acquisto ritirandosi dalla corsa».
 
«A questo punto – continua Vavassori – io rimarrò fino a quando non riuscirò a venderla, ma spero il prima possibile. Qualche cordata ancora in ballo c’è e magari entro il 28 di agosto riuscirò ad andare via. Intanto farò di tutto per la Pro, perché io voglio davvero bene a questa squadra e in tre anni ho investito milioni per vincere due campionati, faccia il meglio possibile. Faccio ai tifosi una proposta: mi hanno detto che Busto Arsizio è una città ricca, allora perché non trovate seicento persone che mettono mille euro a testa e io vi cedo la Pro».
Il futuro prossimo della società di via Ca’ Bianca sarà quindi ancora nelle mani di Pietro Vavassori, che sulla squadra spiega: «Ripartiremo da capitan Serafini, che qualcuno voleva mandare via, dall’allenatore Oliveira e dal mio uomo di fiducia Antonelli. Qualche pezzo buono in rosa l’abbiamo tenuto e costruiremo una squadra con giovani di valore che vogliono fare bene. Il primo obiettivo è la salvezza, ma non mi spiacerebbe arrivare nella colonna di sinistra della classifica, magari con un pensierino ai playoff. Di sicuro metto il premio partita: diecimila euro per ogni punto conquistato contro squadre emiliane. Staremo vigili sul mercato, ci vorrà un po’ di pazienza, ma ci sono tanti svincolati e molti altri giocatori con la fine di agosto saranno in esubero da altre squadre e proveremo a portarli con noi. Faremo il ritiro e il primo impegno sarà la Coppa Italia, ma per ora quello non può essere un obiettivo per noi».
Uno dei temi più sentiti dai tifosi è stato il grande numero di giocatori che dalla Pro sono passati alla Reggiana di Raffaele Ferrara e Alberto Colombo: «Quando mi è stato chiesto di rendere al minimo salariale la rosa avevo due vie: Reggio Emilia o la Spal. La prima squadra che si è fatta avanti è stata la Reggiana e così siamo riusciti ad alleggerire in poco tempo il monte ingaggi. Io a Reggio Emilia ho buoni amici, ma non so neanche dov’è lo stadio e di sicuro non sarò il presidente di quella società». 
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 31 Luglio 2014
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