“Siamo gli unici in provincia”: la neurochirurgia vuole più attenzione

Il reparto diretto dal dottor Tabano ha un'occupazione dei letti del 107%. Si tratta di una specialità molto delicata e vitale ma ha solo 16 posti letto

È l’unica neurochirurgia della provincia di Varese. Tratta casi che spesso hanno a che fare con la lotta della scienza medica con la morte. Traumi cranici, aneurismi, tumori al cervello: patologie complesse e delicate. Un tempo, quando a dirigere il reparto era il Prof. Dorizzi, si poteva contare su 56 letti. Oggi, complice una nuova idea di ospedalizzazione e una contrazione continua dei finanziamenti, il reparto ha 16 posti letto. Per un bacino, potenziale, di un milione di utenti ( tanti sono i cittadini della provincia varesina) la neurochirurgia dell’ospedale di Circolo è un po’ sottodimensionata: anche per questo ha un’occupazione dei letti altissima, il 107%. «Abbiamo anche molte persone che arrivano da altre regioni d’Italia – spiega il dottor Antonio Tabano che dal primo gennaio scorso è il responsabile facente funzioni del reparto – anche se la gran parte dei casi è legato al territorio».

Da vent’anni in reparto, il dottor Tabano è cresciuto con il professor Dorizzi prima e il professor Tomei poi: « Mi hanno dato grande spazio e, grazie a tanta fiducia , sono arrivato a circa 4000 interventi». Si parla di operazioni su encefalo e colonna vertebrale: traumi cranici o spinali e patologie degenerative, piuttosto che tumori o patologie vascolari. 

Il lavoro è sempre tantissimo, è punto di riferimento per cui viene trasportata qui la gran parte delle vittime di incidenti: « Lavoriamo molto con il pronto soccorso. Non abbiamo liste d’attesa per traumi o tumori: si interviene immediatamente». Almeno 4 o 5 pazienti vengono operati quotidianamente, chirurgia spinale, oncologica ma anche funzionale: « Si tratta di una nicchia in cui ci siamo ritagliati un ruolo di prestigio in Lombardia – spiega Tabano – il responsabile è il dottor Alessandro Dario. Si tratta dell’installazione di impianti di stimolazione essenziali per lenire i dolori provocati da sindromi neuropatiche incurabili  o per il trattamento del morbo di Parkinson. Poi ci occupiamo delle patologie cerebrovascolari, delle malformazioni, degli aneurismi in collaborazione con i neuroradiologi». Accanto alla neurochirurgia c’è la neurorianimazione che dipende dal dottor Minoia, sei letti sempre occupati : « Siamo specializzati anche nella chirurgia pediatrica e presto saremo in grado di operare direttamente al Del Ponte». Molto attiva è anche la collaborazione con il prof  Castelnuovo, per il trattamento endoscopico delle patologie del basicranio. 

Tra le innovazioni portate dalla tecnologia c’è la “neuroendoscopia”, cioè quella chirurgia meno invasiva e che permette una ripresa più veloce grazie a interventi condotti con l’ utilizzo di una telecamera: il campo di applicazione è ridotto dato che il cervello è una massa compatta, ma si utilizza con successo per i casi di idrocefalo o per l’ asportazione di piccole lesioni cerebrali come le cisti colloidi. « Questo reparto vanta una lunga tradizione e ha sempre avuto un’ottima fama. I dati statistici ci confortano: nelle neurorianimazioni la media di mortalità in Europa si aggira attorno al 9%: a parità di casistica la nostra è del 4%». 

Con il dottor Tabano si sta tornado ai fasti antichi: «Vorremmo tornare a essere un punto di riferimento per il territorio provinciale e, piano piano, riconquistare l’operatività. Certo, sono momenti difficili, ma il nostro è un campo delicatissimo. I casi non si possono prevedere. È la quotidianità che fissa la nostra agenda».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Giugno 2014
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